tratto dall'articolo di Alan Scifo il fatto quotidiano Branchi di cani vagano per le vie desolate nei giorni della quarantena. Accade nelle regioni del Sud, da Agrigento a Napoli, dove il problema del randagismo non è stato mai veramente affrontato o forse non è mai stato considerato veramente un problema. In Sicilia, così come in Campania o in Calabria, i “migliori amici dell’uomo” vengono abbandonati senza scrupoli anche al tempo del Coronavirus, in cui i controlli sono più serrati. In un’Italia divisa in due, invece, diminuiscono le segnalazioni e le denunce di cani abbandonati al Nord, dove il problema è da tempo diminuito o risolto, e i cani che vengono ritrovati, spesso, sono riconducibili ai territori meridionali.
Diminuiscono le segnalazioni e le denunce al Nord, dove crescono invece le rinunce di proprietà con i padroni che vogliono disfarsi degli animali e per questo chiamano volontari o canili. La stretta sui controlli, invece, ha eliminato il fenomeno delle staffette (legali e non), così nel Meridione non è difficile notare branchi di randagi che vagano per le città in cerca di cibo, anche in zone sinora mai battute

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