domenica 17 novembre 2019

non è emergenza continua per il maltempo, ma per l'incapacità ad adeguarsi ai cambiamenti climatici in atto in modo irreversibile, ce ne dobbiamo rendere conto, dichiarava l'allora sindaco di Terracini, Procaccini, poi promosso a parlamentare europeo, dopo i disastri (e la vittima) del 25 novembre dello scorso anno. Non si può continuare a pensare o a mettere come priorità o a distrarre con progetti che non saranno mai realizzati (per troppi motivi) quali l'autostrada che si ferma a Borgo Piave, l'aeroporto civili, porti e altre mega opere che forse vengono proposti solo per distrarre o per far perdere le tracce. Emerge chiara, dagli atti e sopratutto dai mancati atti, l'incapacità di una visione territoriale ampia, per bacini idrici, per la difesa della duna e del mare almeno dalla foce del Tevere fino al Garigliano, di infrastrutture per il trasporto e la mobilità pubblica. Come si fanno a proporre nuove strade quando non si riescono nemmeno a chiudere le buche. Oppure quando si rifanno, per circa 1 km soltanto, strade super trafficate come il Tavolato (ingresso principale di Pontinia arrivando da Latina) senza rifare il fondo. Infatti non avendo sistemato il sottofondo si vedono già gli stessi avvallamenti di prima, quanto tempo credete passerà perché questi avvallamenti ritornino ad essere crepe e buche? siamo sicuri che sarebbe costato di più rifare il fondo come si deve anzichè dover intervenire ogni anno o quasi? Non avrebbe dato maggiore sicurezza? Gli alberi, i pali (del telefono, della corrente) cadono un po' dappertutto anche questi per diversi motivi. L'esperienza insegna che, forse, bisognerebbe mettere una cura diversa nel metterli in opera, forse una diversa fondazione o semplicemente un maggior controllo. Due pali crollati sul Tavolato (quindi la strada che tutti i residenti di Pontinia che si recano a Latina) che tutti vedevamo sono rimasti per mesi uno a terra e l'altro in bilico pericolosamente appoggiato su un cartello stradale prima che la pietà intervenisse. Altri sono diventati pericolanti perchè bruciati dal fuoco doloso che ogni anno si ripete sugli stessi tratti di strada, ancora una volta con pericoli perchè il fumo (oltre alla diossina e alle emissioni cancerogene) riduce la visibilità stradale e ci sono già stati incidenti per questa causa. Eppure solo un anno fa abbiamo avuto per mesi cavi a terra o sulla sede stradale isolando anziani, famiglie che avevano bisogno di assistenza e di conforto. Che il nostro clima si stia tropicalizzando, per effetto dei cambiamenti climatici, penso lo abbiano capito anche i muri degli edifici dove, in teoria, si dovrebbe fare programmazione e cura del territorio con manutenzione, prevenzione. Il sistema idraulico della pianura pontina (e non solo come dimostrano gli eventi atmosferici degli ultimi anni) già particolmente fragile perchè pensava di modificare la natura va intanto capito, regimentato ed assecondato per evitare che continuino a ripetersi eventi come questi o almeno perchè l'effetto di questi eventi si riduca. Se le strade, come è evidente, non possono sopportare il traffico sempre più intenso, occorre costruire ferrovie o modificare il trasporto da privato a pubblico. A sette anni da un banale sasso ancora non si è capito cosa fare per ripristinare il tratto di ferrova da Fossanova a Terracina che negli ultimi anni avrebbe permesso a Terracina di non essere isolata. Oppure ai turisti di arrivarci tranquillamente. Non abbiamo letto di nessun progetto della messa in sicurezza della Pontina nel tratto più pericoloso, tra Terracina e Borgo Piave, così come dell'Appia altra strada dal triste record. La Frosinone Mare ha una storia ed un equilibrio, oltre alla notevole pericolosità, diventando l'esempio di come non si costruisce o di come non si fa manutenzione ad una strada. Avevamo l'unico benedetto collegamento con le autostrade, la Monti Lepini (declassata da SS a SR) oltre ai tanti cedimenti, spesso ristretta, deviata, doveva avere un nuovo percorso perfino da Sezze a Latina che nessuno ha capito. Eppure se ne parla da 30 anni e l'ultimo tratto ha ed avuto notevoli problemi oltre alla pericolosità... Ma preferiscono chiamarlo maltempo. Alle elementari insegnano le stagioni. Così come la storia della nostra pianura tra criticità ed eccellenze. Forse qualcuno della presunta classe dirigente dovrebbe tornare alle elementari. Ostinarsi a consumare il territorio e a non fare prevenzione significa distruggere il territorio. Questo non è ne progresso, ne sviluppo, ne economia, solo autolesionismo.

 La prima pagina di oggi di Latina Editoriale Oggi tratto da https://www.latinaoggi.eu/?refresh_ce

Nessun commento: