tratto da https://ambientenonsolo.com/lalfabeto-delluniverso/
L’alfabeto dell’Universo

A dieci anni dall’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.
di Fabio Cavallari
[Gli articoli di Fabio Cavallari per Ambientenonsolo]
Viviamo in un tempo che misura tutto e comprende poco. Ogni scoperta diventa prodotto, ogni progresso si traveste da promessa, ogni conoscenza dimentica la sua origine. La scienza corre, la politica rincorre, la coscienza resta indietro. È come se avessimo decifrato la materia e smarrito il significato.
In questo vuoto di senso, la voce di Francesco nella Laudato Si’non suona come un richiamo religioso, ma come un esperimento di verità. È una lingua che unisce ciò che abbiamo separato: la scienza e la fede, la ragione e la misericordia, l’universo e l’uomo. Non spiega: connette. Non predica: ascolta.
Nel suo concetto di ecologia integrale non c’è soltanto la teologia, ma la fisica, la biologia, l’etica e l’amore. È la consapevolezza che tutto è legato — la vita, la materia, la parola — e che non esiste cura del pianeta senza una conversione dello sguardo.
L’Occidente, invece, continua a pensarsi centro di ogni orbita. Il linguaggio della politica è tecnico, il pensiero economico è esatto e disumano. Nel rapporto Draghi sull’Europa, ventuno sigle di organismi internazionali, ma non una parola sull’IPCC, né sulla Laudato Si’. L’uomo moderno cita dati, non desideri. Ha imparato a pesare la terra, ma non sa più toccarla.
Francesco compie il movimento inverso: parte dalla fede e arriva alla scienza. Io compio il mio: parto dalla scienza per tornare alla fede. Ma le due direzioni si incontrano, si piegano una sull’altra come orbite gemelle. Nell’atomo e nella preghiera vive la stessa domanda: da dove veniamo, e perché custodire ciò che resta.
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