tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/03/accorti-accurati-e-attivi-le-tre-a-per-diventare-consumatori-migliori/7677484/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=fatto-for-future&utm_term=2024-09-03
dall'articolo di Elisabetta Ambrosi: "il greenwashing non si limita al packaging e alle confezioni, perché, scrivono gli autori, le informazioni fuorvianti possono essere trasmesse attraverso campagne e materiali di marketing, siti web, post sui profili aziendali o di influencer. In sintesi, sempre per conquistare la famosa A di Consumatore Accorto, bisogna diffidare da comunicazioni “parziali”, focalizzate cioè su un unico aspetto (ad esempio una catena di fast food che promuove campagne sulla riduzione dei rifiuti, ma non parla delle emissioni della carne), “ambigue e poco chiare”, ma anche “irrilevanti” (si enfatizza la presenza di un ingrediente bio dalla percentuale risibile), “indimostrabili, non pertinenti, deleganti” (l’azienda fa solo da tramite di azioni di cambiamento, ad esempio chiede al consumatore un contributo per compensare le emissioni, come talune compagnie aeree); ancora, “false” (colpite da condanna o sanzioni). Serve insomma appunto diffidare di tutti questi messaggi e orientarci verso brand credibili e coerenti."
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