si avvicinano le elezioni amministrative di ottobre e l'argomento rifiuti sarà sicuramente uno dei più importanti in campagna elettorale e lo sarà sicuramente nelle decisioni amministrative. In provincia di Latina e nel Lazio è l'argomento del giorno da mesi in conseguenza delle decisioni (o meglio delle mancate decisioni) regionali, del tribunale amministrativo e la conseguente scelta caduta sulla discarica di Albano. Oltre ovviamente all'arresto del massimo dirigente regionale nel settore dei rifiuti. L'analisi della delibera delle Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti sull'argomento dei rifiuti (e anche degli altri aspetti considerati relativi a spesa ed efficienza), dovrebbe diventare oggetto di confronto elettorale tra candidati e coalizioni. Anche se questo è uno degli argomenti che, invece, viene spesso nascosto per una serie di motivi. La provincia di Latina viene citata per la Polizia Locale sintomo dell'importante investimento che sull'argomento. La provincia di Rieti è invece il simbolo negativo in materia di spesa per i rifiuti nella regione Lazio che non brilla certo per efficienza, raccolta differenziata e costi. La provincia di Frosinone (381 spesa per tonnellata) è quella dove si spende meno, subito seguita da quella di Latina (382), al di sotto della media regionale (426) con il Lazio che supera di gran lunga la media nazionale (327) essendo la terza peggior regione in Italia dopo Basilicata (465) e Campania (441)
Con la Delibera n. 14/2021 la Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti ha approvato la Relazione con le prime analisi sulla qualità della spesa dei comuni, servizi di amministrazione generale, polizia locale e rifiuti.
pag. 67 Rifiuti Il servizio rifiuti rientra tra i principali compiti assegnati ai Comuni e comporta l’impiego di notevoli risorse con il vincolo della integrale copertura dei costi, per cui a determinate condizioni e in linea
pag. 68 teorica potrebbe essere considerato neutrale in termini di equilibrio. In realtà gli extra costi per inefficienze si scaricano sul cittadino utente piuttosto che sul bilancio dell’ente. In questo caso, e a differenza di quelli oggetto delle precedenti analisi è stato possibile utilizzare un indicatore di output di buona significatività, rappresentato dalle tonnellate dei rifiuti raccolti e smaltiti, oltre ad altre informazioni che hanno consentito di rendere maggiormente significativi i confronti fra i Comuni. Nel seguito sono elencati gli esiti principali dell’analisi. 1. Variabilità dei costi per tonnellata piuttosto accentuata - Nelle Regioni a statuto ordinario il costo del servizio Rifiuti per tonnellata mostra valori mediani pari a euro 317; in un quarto dei territori comunali si spendono meno di euro 249 (-21% della mediana), mentre in un altro quarto si spendono più di euro 415 pro capite (+31% della mediana). Ciò delinea una variabilità dei costi per unità di servizio piuttosto accentuata, in linea con quanto accade per gli altri servizi analizzati. 2. Il Comune medio è il profilo dell’ente in cui il costo è più contenuto - I Comuni più piccoli (0-3.000 abitanti) spendono euro 333 per tonnellata, ossia il 12,5% in più dei Comuni medi (3.000-50.000 abitanti) che spendono euro 296, mentre i Comuni più grandi (50.000 abitanti e oltre) spendono di più: euro 389, ossia oltre il 31% in più dei Comuni medi. I Comuni medi costituiscono, dunque, l’archetipo di migliore qualità della spesa che si riflette direttamente in un minor gettito richiesto alla collettività di riferimento. 3. La spesa del servizio varia notevolmente non solo a livello regionale, ma anche a livello provinciale all’interno della medesima Regione - La raccolta e smaltimento di una tonnellata di rifiuti in Lombardia mediamente costa euro 234, mentre in Basilicata costa il doppio, euro 465; ci sono punte di oltre euro 500, in più di un quarto degli enti in Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania e Basilicata. Il territorio provinciale in cui il costo medio per il servizio Rifiuti è più elevato è Rieti, euro 526, seguito a ruota da La Spezia, euro 520, e Avellino, euro 499, mentre il costo più contenuto del servizio è in Lombardia, nelle Province di Lecco, euro 209, Mantova, euro 210, Bergamo e Como, in entrambi i casi euro 219. Tali differenze denotano probabili sacche di inefficienza. Le cause dei diversi livelli di costo non possono che essere verificate attraverso una analisi puntuale delle singole casistiche. In alcuni casi, infatti, l’alto costo del servizio potrebbe essere causato, ad esempio, dalla modalità di raccolta e, dunque, dal diverso output qualitativo del servizio. In altri, gli alti costi potrebbero essere attribuibili alla distanza delle infrastrutture di smaltimento e con ciò attribuibili anche al dialogo fra amministrazioni locali e regionali (che hanno competenze in merito alla programmazione delle infrastrutture di smaltimento). In altre situazioni ancora, il maggior costo potrebbe essere causato da costi di acquisizione di alcuni servizi (ad esempio: la raccolta o i costi di smaltimento) eccessivi.
pag. 69 4. Il Nord-Est è il territorio in cui il costo è inferiore per tutte le tipologie dimensionali di enti - La circostanza per cui i Comuni più grandi possiedono il primato di costo per tonnellata, trova alcune eccezioni: al Nord-Est e al Centro la loro spesa è mediamente inferiore rispetto ai Comuni più piccoli, rispettivamente euro 283 contro euro 290 e euro 386 contro euro 407. Il Nord costituisce l’area del Paese nel quale, nel corso degli anni, si è sviluppata una gestione di carattere industriale all’interno di organismi partecipati o gestione associate di varia natura giuridica, che ha dato vita a vari network in cui il modello consente di sfruttare economie di scala attraverso la costituzione di reti di gestione fra enti locali; si raggiungono così i livelli migliori sia per i Comuni grandi (valore mediano nel comparto Nord-Est pari a euro 283) e nei Comuni medi (euro 250 circa) e piccoli (euro 290). Il Sud e il Centro, richiedono molte più risorse finanziarie; i costi dei servizi sono più alti di oltre la metà rispetto al benchmark rappresentato dal Nord-Est, in tutte le categorie dimensionali (Sud: +51% per i piccoli, +56% per i medi, +53% per i grandi; Certo: +40% per i piccoli, +44% per i medi, +29% per i grandi). 5. I Comuni a forte vocazione turistica, con alto livello di benessere, bassa densità abitativa e con localizzazione prevalente in zone montane o litoranee, presentano il maggior livello di costo – In questi Comuni il costo è pari a euro 400 per tonnellata, +26% rispetto al valore mediano; all’opposto, con un risparmio del 26% rispetto al valore mediano, sono i territori dei Comuni con medio-alto livello di benessere e attrazione economica localizzati nelle zone pianeggianti del Nord-Est, euro 236. Nei Comuni turistici anche il costo per abitante può avere una certa significatività, in quanto grava sulla popolazione residente l’onere del servizio che nei periodi di afflusso turistico è reso con riferimento ad un numero di presenze molto più elevato. 6. Al Nord la maggiore raccolta differenziata ha un effetto benefico sui costi, al Sud li aumenta - Gli effetti benefici sulla spesa al Nord, conseguenti a maggiori livelli di raccolta differenziata sono attestati da una riduzione del 17% nei Comuni in cui la raccolta differenziata supera il 65% rispetto a quelli in cui non si raggiunge il 40% nel Nord-Ovest, dato che balza a -26% nel Nord-Est; al Centro e in misura più spiccata al Sud la situazione è esattamente inversa, rispettivamente +3% e +11%.
pag. 35 Nella Tavola 6 sono indicate 40 aree provinciali in cui i Comuni hanno innalzato la spesa per Amministrazione, ma in misura meno che proporzionale all’aumento della spesa corrente complessiva (trend con segno negativo); ciò evidenzia un aspetto positivo che consente di migliorare uno dei due indici per misurare la qualità della spesa: − n. 9 Province nel Nord-Ovest (Aosta, Biella, Brescia, Lecco, Lodi, Milano, Monza e della Brianza, Genova, Sondrio); − n. 8 Province (o ambiti provinciali) nel Nord-Est (Belluno, Vicenza, Pordenone, Parma, Piacenza, Treviso, Udine, Venezia); − n. 6 Province nel Centro (Grosseto, Latina, Lucca, Pistoia, Prato, Viterbo); − n. 12 Province al Sud (L’Aquila, Barletta-Andria-Trani, Benevento, Catanzaro, Foggia, Lecce, Matera, Napoli, Reggio di Calabria, Taranto, Teramo, Vibo Valentia); − n. 5 Province nelle Isole (Catania, Enna, Messina, Palermo, Trapani).
pag.45: 10 POLIZIA LOCALE
pag. 47: 10.4 La dimensione provinciale
Lo studio della dimensione provinciale consente di verificare eventuali disomogeneità all’interno dei singoli territori regionali. Così come nell’analisi a livello regionale, uno dei fattori determinanti della spesa pro capite è il dimensionamento medio dei Comuni. Emergono, ad esempio, le situazioni specifiche dei territori provinciali di (Tavola 11):
Genova, euro 33, rispetto a euro 41 della Liguria (Tavola 10); − Cremona, euro 18, e Lodi, euro 19, rispetto a euro 26 della Lombardia; − Rovigo, euro 33, rispetto a euro 20 del Veneto; − Ravenna, euro 38, rispetto a euro 27 dell’Emilia-Romagna; − Livorno, euro 55, rispetto a euro 36 della Toscana; − Macerata, euro 38, rispetto a euro 29 delle Marche; − Latina, euro 41, rispetto a euro 34 del Lazio; − Catanzaro, euro 26, rispetto a euro 31 della Calabria.
pag. 54: 11 RIFIUTI 11.1 Il livello nazionale Nelle Regioni a statuto ordinario il costo del servizio Rifiuti per tonnellata ammonta mediamente a euro 317 (Tavola 14). In un quarto dei territori comunali si spendono meno di euro 249 (oltre il 21% in meno della mediana), mentre in un altro quarto si spendono più di euro 415 pro capite (il 31% in più della mediana). 11.2 Il fattore dimensionale Il costo del servizio Rifiuti è influenzato da fenomeni di economie di scala, ossia risulta maggiore a livello pro capite nei contesti dei Comuni con dimensioni più piccole e tende a ridursi a mano a mano che le dimensioni aumentano. Tuttavia, una prima analisi mette in luce che, oltre un certo limite dimensionale, esse riprendono ad aumentare per effetto di una maggiore complessità organizzativa, disegnando una tipica curva ad “U” e raggiungendo il picco di costo. Ciò emerge chiaramente dalla Tavola 14: mediamente i Comuni più piccoli (0-3.000 abitanti) spendono euro 333 per tonnellata, ossia il 12,5% in più dei Comuni medi (3.000-50.000 abitanti) che spendono euro 296. Sono, però, i Comuni più grandi (50.000 abitanti e oltre) a spendere di più: euro 389, ossia oltre il 31% in più dei Comuni medi. Va, tuttavia, osservato che il 25% dei Comuni piccoli che spendono di più ha valori paragonabili al 25% dei Comuni grandi che spendono di più (percentile 75%).
11.3 La dimensione regionale L’analisi per Regione offre una prima panoramica piuttosto eloquente e, per certi versi, allarmante rispetto ai forti divari regionali. A prima vista, attraverso la colorazione dei livelli di spesa mediani regionali, emerge chiaramente una forte differenza fra la maggior parte delle Regioni del Nord e quelle del Centro e del Sud. La raccolta e smaltimento di una tonnellata di rifiuti in Lombardia mediamente costa euro 234, mentre in Basilicata costa il doppio, euro 465. Ci sono punte di oltre Prime analisi sulla qualità della spesa dei Comuni 55 (pag. 55) euro 500 in più di un quarto degli enti (percentile 75%) in diverse Regioni: Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania e Basilicata. Si noti anche che i Comuni che si trovano in corrispondenza del percentile 75% della Lombardia, che spendono euro 277 per tonnellata, si comportano circa come i Comuni del percentile 25% in Molise (euro 275) e comunque meglio del percentile 25% di Campania (euro 378), Puglia (euro 355), Basilicata (euro 381) e Calabria (euro 310). Vanno inoltre sottolineate situazioni particolari, ossia territori regionali che si comportano in modo differente rispetto al comparto macroregionale di riferimento. La Liguria, che ha valori molto più elevati (euro 405) rispetto alle altre Regioni del Nord-Ovest, potrebbe risentire delle particolari condizioni orografiche e vocazionali (Comuni turistici di costa). Le Marche, all’opposto, ottengono valori migliori rispetto alle Regioni del Centro. Tra le Regioni del Sud il valore mediano più basso è del Molise (euro 332), significativamente migliore rispetto alle Regioni limitrofe (Abruzzo euro 425, Campania euro 441, Puglia euro 407). 11.4 La dimensione provinciale Il territorio provinciale in cui il costo medio per il servizio Rifiuti è più elevato è Rieti (euro 526), seguito da La Spezia (euro 520) e Avellino (euro 499), mentre il costo più contenuto del servizio è in Lombardia, nelle Province di Lecco (euro 209), Mantova (euro 210), Bergamo e Como (in entrambi i casi euro 219) (Tavola 16). Lo studio della dimensione provinciale consente di verificare eventuali spiccate disomogeneità all’interno dei singoli territori regionali. Le motivazioni, che andrebbero opportunamente indagate,
(pag. 56) possono essere di differente natura e legate, ad esempio, alla disponibilità o collocazione delle infrastrutture di smaltimento, al differente mix di utenze servite, o alle condizioni orografiche del territorio. Emergono, ad esempio, le situazioni specifiche dei territori provinciali di: • Novara, euro 263, rispetto agli euro 321 del Piemonte (Tavola 15); • La Spezia, euro 520, rispetto agli euro 405 della Liguria; • Ferrara, euro 390, rispetto agli euro 274 dell’Emilia-Romagna; • Arezzo, euro 312, rispetto agli euro 377 della Toscana; • Terni, euro 456, rispetto all’altra provincia dell’Umbria, Perugia, euro 363; • Rieti, euro 526, rispetto agli euro 426 del Lazio; • Crotone, euro 302, rispetto agli euro 381 della Calabria.
(pag. 58 tavola 16 stampa 70) https://www.corteconti.it/Download?id=5d8e7590-fd20-4a77-a8a7-dfabbc99999e




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