sabato 28 novembre 2020

Il Fatto di domani. Covid, il "gioco" dei colori delle Regioni. Telenovela calabrese, il governo ci riprova con Guido Longo

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Sul Fatto di domani ancora l’emergenza Covid. Alla luce degli incontri di oggi – e dell’andamento della curva dei contagi – alcune Regioni potranno cambiare colore. Ma come e da quando? Poi in Lombardia con la rivolta dei commercianti che premono Fontana per la riapertura. Infine al Sud, con la telenovela calabrese: oggi il consiglio dei ministri ha nominato commissario Guido Longo, andremo a vedere chi è.


Il nostro Focus sarà sulla scuola, con l’analisi del report sulle criticità del trasporto pubblico. Sempre nel comparto tutte le app usate dagli studenti furbi per sottrarsi alla didattica a distanza.


La politica si occuperà di Enrico Rossi che, dopo dieci anni alla guida della Toscana e dopo aver promesso di lasciare la politica, ora fa il pieno di poltrone. Poi l’intervista a Gaetano Azzariti sui poteri delle Regioni. A seguire tutti i favori dei vari governi che si sono succeduti alla Philipp Morris. Sempre nel comparto le prossime scadenze parlamentari e i provvedimenti su cui Forza Italia potrebbe convergere con la maggioranza, ma gli alleati del centrodestra che faranno? Infine l’anticipazione del libro di Antonio Massari “Magistropoli” edito dalla nostra Paper First. Anticipazione che riguarderà lo scandalo Eni.


In cronaca l‘operazione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha scoperto un giro di riciclaggio internazionale da centinaia di miliardi della ‘ndrangheta. E andremo a vedere chi è l’imprenditore Roberto Recordare, per gli investigatori mente economico-finanziaria dell’organizzazione criminale. Sempre in cronaca l’intervista alla combattente anti-Isis tornata in Italia dal fronte Mediorientale, costretta a fare le cose più bizzarre imposte dalle forze dell’ordine. A seguire l’operazione di polizia di oggi che ha portato al fermo di un radicalizzato islamico che si apprestava a compiere attentati nel nostro Paese.


Poi andremo nello scantinato di Napoli dove vive la ex governante di Maradona, circondata da riccordi del campione scomparso (di cui potete leggere un’anticipazione).


Negli esteri in primo piano l’Iran, dove è stato ucciso a colpi di pistola il capo del programma nucleare del Paese islamico. Mentre dall’altra parte del mondo, la corsa a tre per i vertici della Cia, con le ombre che si celano dietro i candidati Usa.


Nella sezione Radar l’intervento di Massimo Fini. Nel secondo tempo un libro-rassegna di proverbi e modi di dire. Poi il consueto appuntamento con Che c’è di bello, la nostra rubrica di cinema, teatro, serie tv e libri.


Covid: oltre 28 mila contagi, ma i morti non accennano a scendere

Sono 28.352 i nuovi casi di coronavirus accertati con 222.803 tamponi. Tragico anche oggi l’aumento dei decessi: i morti sono 827. Il numero totale delle positività quindi cala rispetto alla ieri (29.003). Il dato riflette anche un lieve diminuzione del numero dei tamponi (11mila in meno), infatti il tasso di positività cresce leggermente (12,7%, giovedì era lo 0,3 in meno). Rallenta ancora la pressione sugli ospedali. La regione con l’incremento maggiore è ancora la Lombardia, dove sono stati rintracciati 5.389 nuovi casi. Il Veneto si ferma a 3.418, il Piemonte a 3.149. Appena sotto i 3mila casi la Campania.



Il “museo” di Maradona nello scantinato dell’ex governante

di Tommaso Rodano


Il 5 aprile 1989 a Monaco di Baviera, prima di una storica semifinale di Coppa Uefa, Diego Armando Maradona inizia a ballare nel riscaldamento. Balla, letteralmente, insieme al pallone. Si muove e palleggia seguendo il ritmo della musica che arriva dagli altoparlanti – live is life, na na na na na – lo fa con una naturalezza impossibile, un’intimità che non si riesce a spiegare. Non è calcio, né danza, è una forma d’arte di sintesi. Quel video – visto da milioni di persone, milioni di volte – è uno dei momenti assoluti di Maradona. Fa parte della sua eredità tanto quanto il gol del secolo all’Inghilterra, la punizione irreale alla Juve o il pallonetto da centrocampo al Verona.

Molto lontano dagli occhi del mondo che piangono il Dieci quei ricordi prendono forma. Nello scantinato di una palazzina nella periferia di Napoli, a Miano, c’è un museo nascosto del maradonismo. Nel seminterrato, quasi nascosto tra un’infinita di reperti storici del maradonismo, c’è pure la giacchetta che Diego indossava a Monaco mentre ballava con il pallone. Poi c’è la maglia dello scudetto del 1987 e quella dell’anno successivo, con la coccarda della Coppa Italia e il tricolore della Serie A. C’era il sudore del 10 in quelle divise, sono tutte originali, indossate da Maradona. E poi scarpini, calzini, palloni, borse, maglie del Boca e dell’Argentina, decine di fotografie autografate, una vecchia panca in legno dello stadio San Paolo, addirittura un divano bianco in pelle che apparteneva alla vecchia casa napoletana del Pibe.


(continua a leggere sul giornale di domani)


La Confessione di Peter Gomez ricomincia questa sera. Gli ospiti: Giorgio Gori ed Emilio Fede


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Il Dossier

Gennaio 2020, “la peste è alle porte”: il documento

“Noi denunceremo”. Ecco la memoria presentata dal comitato vittime Covid nato a Bergamo: nell’ultimo atto di accusa le omissioni dei politici: “Dolo eventuale come nel caso Thyssen”


di Gianni Barbacetto e Maddalena Oliva


 

Il direttore di "Science": "Da agosto il quadro è cambiato: ci fidiamo dei dati sui vaccini" (free)

Il direttore di “Science”


di Laura Margottini

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