di Gabriele Gelmini Il fatto quotidiano La Spagna inizia il processo che la porterà a liberarsi del carbone, ma la svolta è più un calcolo economico che una convinzione green. Martedì 30 giugno hanno chiuso definitivamente sette delle 15 centrali termoelettriche alimentate con il combustibile fossile e ancora operative nel Paese. Le compagnie elettriche proprietarie degli impianti hanno annunciato la chiusura a causa dei costi eccessivi per le modifiche necessarie a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa in materia ambientale. E proprio per questa ragione alcune delle centrali, in realtà, erano già temporaneamente inattive da tempo. I sette impianti dismessi ieri producevano in totale 4.630 megawatt di elettricità, poco meno della metà dell’energia elettrica prodotta dal carbone in Spagna nel 2019.
A causa delle nuove regole promosse dall'Europa in materia ambientale, tra ammodernamenti e costo delle quote di CO2, vengono spente quasi la metà delle centrali termoelettriche a carbone ancora attive nel Paese. Tatiana Nuño, esperta di energia e cambiamenti climatici di Greenpeace: "Per come vanno le cose, credo che già dal 2025 non ci sarà più utilizzo di carbone". La Spagna ha infatti un gran numero di impianti a ciclo combinato, vantaggiosi visto il prezzo basso del gas
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