Ma torniamo alla determinazione del Parlamento europeo. Secondo i deputati, l'obiettivo finale deve essere un divieto totale nell'Europa entro il 15 dicembre 2022, con le necessarie restrizioni intermedie. Il processo comunitario di valutazione dei rischi, da effettuare prima di rinnovare la licenza della sostanza, desta preoccupazione, poichè l'agenzia per i tumori dell'Onu e le agenzie dell'Ue per la sicurezza alimentare e per i prodotti chimici sono arrivate a conclusioni divergenti per quanto riguarda la sua sicurezza.
Per i deputati, inoltre, i documenti interni della Monsanto - l'azienda proprietaria e produttrice del roundup, di cui il glifosato è la principale sostanza attiva - che sono stati resi pubblici, hanno fatto sorgere dubbi in merito alla credibilità di alcuni studi utilizzati dall'Ue ai fini della valutazione della sicurezza del prodotto.
La procedura di autorizzazione comunitaria, inclusa la valutazione scientifica delle sostanze, dovrebbe basarsi unicamente su studi soggetti a revisione paritetica e su studi indipendenti pubblicati e commissionati dalle autorità pubbliche competenti. Le agenzie dell'Ue dovrebbero essere dotate di risorse sufficienti per consentire loro di lavorare in questo modo.
La risoluzione - non vincolante - è stata approvata con 355 voti favorevoli, 204 voti contrari e 111 astensioni. Un'iniziativa cittadina europea, che chiede un divieto dell'erbicida, ha raggiunto più di un milione di firme in meno di un anno e sarà quindi discussa durante un'audizione pubblica in parlamento nel mese di novembre.
Intanto, da un sondaggio a campione finanziato dalle organizzazioni SumOfUs e WeMove.EU effettuato su 5000 cittadini in cinque Stati europei, tra cui l'Italia, emerge che "una schiacciante maggioranza" di cittadini europei è a favore di un divieto immediato del glifosato. "L'80% dei tedeschi, il 79% dei francesi, l'84% degli italiani, il 77% dei portoghesi e l'81% dei cittadini greci sono fermamente contrari all'uso del glifosato e a favore di un divieto immediato", si legge in una nota delle Ong.
In Italia è già in vigore il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da "gruppi vulnerabili" quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie ma vige anche il divieto d'uso in campagna in pre-raccolta "al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura". E' quanto afferma la Coldiretti nel ricordare gli effetti del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016 in riferimento al voto dell'Europarlamento nel sottolineare che in attesa della decisione definitiva è "necessario che le misure precauzionali
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