lunedì 10 giugno 2024

il fatto quotidiano di domani in edicola

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La giornata in cinque minuti

EUROPEE: TRIONFO DI MELONI E BALZO IN AVANTI DEL PD. SPROFONDANO I 5S, FI SUPERA LA LEGA. Ci ha messo la faccia e ha stravinto, per quanto non andrà mai in Europa: Giorgia Meloni, due anni e mezzo dopo il successo alle Politiche, non solo consolida il suo potere ma lo rafforza, sfiorando il 29% dei consensi. E fra 3 giorni potrà salutare i leader del G7 in Puglia da unica premier europea uscita vittoriosa dalle urne. Tra i suoi alleati di governo, Forza Italia orfana di Berlusconi ha comunque portato a casa il 9,6% superando la Lega ferma al 9%. Per quanto Salvini dissimuli, nel Carroccio non è escluso che si apra il processo al leader (iniziato con il “tradimento” di Bossi). Tra chi raccoglie i cocci dopo il voto di sabato e domenica c’è anche il Movimento 5 Stelle, sprofondato a poco meno del 10%. E questo, oltre ad aprire una fase nuova all’interno, cambia anche gli equilibri nel centrosinistra. Elly Schlein, infatti, può sbandierare il suo 24,1% conquistato dal Pd grazie anche alle centinaia di migliaia di preferenze – come leggerete più avanti – raccolte da alcuni nomi di rilievo. La segretaria ha già detto che adesso bisognerà lavorare “per costruire una coalizione progressista sui temi concreti”, ovviamente con i pesi tra le due forze politiche diversi rispetto al passato. Sul Fatto di domani, oltre all’analisi del voto per ciascun partito, affronteremo proprio la crisi dei 5 Stelle, cercando di capire dove porterà. Tornando all’esito elettorale, bisogna segnalare l’exploit di Alleanza Verdi Sinistra, che ha raggiunto il 6,8% delle preferenze. Non entrano nel Parlamento europeo né Renzi, con i suoi Stati Uniti d’Europa, né Calenda con Azione: i due ex alleati si sono fermati al 3,8 e 3,3%. Tutti questi risultati, però, rappresentano neanche la metà degli italiani aventi diritto: gli altri non si sono proprio recati alle urne. L’affluenza si è attestata al 49,6%, in calo di 5 punti rispetto alle Europee del 2019. Sul giornale analizzeremo anche il voto per le Comunali (Bari e Firenze al ballottaggio, Cagliari va al centrosinistra) e per la Regione Piemonte, dove Cirio si conferma governatore.


LE PREFERENZE: GIORGIA VOLA CON PIÙ DI 2 MILIONI DI VOTI, NEL PD SI AFFERMA DECARO, IN 500 MILA HANNO SOSTENUTO VANNACCI (LEGA). SALIS ELETTA SPERA NELLA LIBERTÀ. La premier Giorgia Meloni, capolista di Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni, non ha rivali con 2.368.684, arrivando ad un passo dal record di 3 milioni, nel 1999, totalizzato da Berlusconi. Nel Pd, la segretaria Elly Schlein, candidata al Centro e nelle Isole, ha superato le 200 mila preferenze, ma il vero exploit è quello dell’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro con 490 mila voti solo al Sud. Roberto Vannacci, il generale candidato della Lega, è stato indicato sulla scheda da oltre 500 mila elettori. In Forza Italia, Antonio Tajani raccoglie 415mila preferenze. Restano al palo Matteo Renzi (poco meno di 200 mila voti) e Carlo Calenda ( 81.847) che con Stati Uniti d’Europa e Azione non superano lo sbarramento. Un altro candidato (Pd) che rischia di restare fuori dalle istituzioni europee è Marco Tarquinio (circa 27 mila voti). L’Alleanza Verdi Sinistra invece brinda per il successo di Ilaria Salis; l’insegnante in carcere in Ungheria con l’accusa di aver aggredito estremisti di destra ha totalizzato 170 mila preferenze. Nel Movimento 5 Stelle, assai deluso dal risultato generale, a sorridere sono Pasquale Tridico con 115mila preferenze al Sud, e Carolina Morace con 25 mila. Sul Fatto di domani troverete tutte le preferenze nei dettagli, compresi incerti e bocciati illustri: Vittorio Sgarbi, con FdI, al Sud ha ottenuto 23 mila voti e il giornalista Michele Santoro, leader di Pace, Terrà e Dignità, candidato in tutte le circoscrizioni: ha guadagnato 160 mila preferenze ma il suo partito non supera la soglia di sbarramento.


PARLAMENTO EUROPEO: VON DER LYEN REGGE E NON ESCLUDE MAGGIORANZA AMPIA, SOCIALISTI E LIBERALI LA AVVISANO: “SE ENTRA LA DESTRA DI MELONI NOI ANDIAMO VIA”. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen parlerà con le “grandi famiglie europee” che hanno “ben collaborato” con il Partito popolare – riferendosi a socialisti e liberali di Renew – ma lascerà le “porte aperte” ad altri contatti. Il Ppe può dire di aver retto all’urto delle destre, avendo raccolto 185 seggi, con un +9 rispetto al 2019. Il Partito Socialista, tramite il segretario generale Giacomo Filibeck, avvisa Ursula sul fatto che un eventuale allargamento a destra della maggioranza all’Eurocamera non sarebbe gradito: “Se l’allargamento della piattaforma va in un’altra direzione che non è quella dei Verdi, non possiamo negoziare. Se è con Ecr, è senza di noi”. Filibeck ha fatto esplicito riferimento al gruppo dei Conservatori e riformisti europei che raduna le destre, così come fa Valérie Hayer di Renew: “Manteniamo la nostra posizione: nessun accordo con i Conservatori Ue (Ecr) di Giorgia Meloni, del PiS in Polonia e di Reconquete in Francia. È l’estrema destra e noi vogliamo preservare il cordone sanitario anche nel contesto del nuovo Parlamento europeo”. Ma il voto in Europa non riguarda solo nuove alleanze politiche a Bruxelles, avendo messo in discussione la stabilità di sette nazioni: Francia, Belgio, Germania, Ungheria, Slovacchia, Austria, Danimarca. Come annunciato dal presidente Macron, la Francia andrà al voto anticipato, in virtù del successo di Marine Le Pen. La Germania di Scholz subisce l’avanzata dell’ultra destra tanto che AfD ha superato i socialisti. Il Cancelliere non parla di dimissioni ma il governo soffre. Sul Fatto di domani leggerete gli scenari a Bruxelles alla luce dei risultati – i leader del Ppe si riuniranno in videoconferenza questa sera con la Spitzenkandidat Ursula von der Leyen, il presidente del Ppe Manfred Weber e i capi di Stato e di governo della famiglia Popolare – e come i vari Paesi faranno fronte alle preferenze espresse dagli elettori.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Brindisi, i leader del G7 nel lusso e le forze dell’ordine tra i liquami. Pessima sorpresa per carabinieri, poliziotti e militari della Finanza, sulla nave da crociera noleggiata a Brindisi per ospitare 2.600 operatori impegnati a garantire la sicurezza del G7 a Borgo Egnatia. Alloggi fatiscenti, servizi igienici in pessime condizioni, liquami, mancanza di climatizzatori con temperature elevate. Il sindacato Unarma parla di “totale disprezzo per il benessere e la dignità del personale delle forze dell’ordine, trattati con disumanità e privati dei servizi più basilari per ore interminabili”. La prefettura di Brindisi ammette come “circa 150 delle oltre 1.500 cabine della nave Mykonos Magic siano risultate inidonee all’uso”, ed è stato necessario trovare sistemazioni alternative.

Genova, Toti chiede la revoca degli arresti domiciliari. L’avvocato Stefano Savi ha depositato stamani la richiesta di revoca dei domiciliari per Giovanni Toti. Il governatore della Liguria si trova agli arresti dal 7 maggio scorso nella sua casa di Ameglia (La Spezia), con l’accusa di corruzione. Per il penalista, la tornata elettorale appena conclusa annulla la possibilità di reiterare i reati. Toti è accusato di aver favorito vari imprenditori in cambio di contributi elettorali alla sua lista.

Guerra Israele-Hamas, gli Usa potrebbero trattare per i loro ostaggi. Se il dialogo per un cessate il fuoco tra lo Stato ebraico e i fondamentalisti islamici dovessero arenarsi ancora, la Casa Bianca potrebbe negoziare un accordo bilaterale con Hamas per garantire il rilascio di cinque americani tenuti ancora in ostaggio a Gaza. La notizia è stata diffusa da Nbc News. Oltre agli ostaggi catturati dai miliziani durante la strage del 7 ottobre, gli Usa intendono riavere i resti di altri tre cittadini americani che sono stati uccisi il giorno del massacro, e i corpi sarebbero poi stati portati a Gaza. Intanto il New York Times pubblica una indiscrezione: dopo il raid israeliano che ha portato alla liberazione di quattro ostaggi, i leader di Hamas avrebbero ordinato ai propri affiliati di uccidere i prigionieri, se vi fossero tentativi dell’Idf di riportarli in Israele.

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