Mentre l’estate torrida non molla la presa, tra temperature record e scrosci d’acqua (se non grandine formato maxi), prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli (di cui proponiamo anche l’articolo sul cambiamento climatico), Francesco Sandri ci parla della discussione in corso sull’estrazione di minerali dai fondali oceanici, una tecnica distruttiva che molti paesi vorrebbero vietare, ma non l’Italia. Ne parliamo con l’attivista francese Anne-Sophie Roux. Riccardo Antoniucci, invece, ha intervistato l’antropologo Bruce Albert, direttore della mostra Siamo foresta allestita alla triennale di Milano con opere di indigeni amerindi che ci insegnano qualcosa sull’ecologia. Nello spazio dedicato alle associazioni, il Wwf ci parla dell’ondata di caldo che ha colpito la Sicilia, un incubo ormai ricorrente che dovrebbe spingerci ad agire. Mentre HF4 si occupa della mostra sull’importanza dell’acqua, dell’artista Jack Braglia a Grosseto. Nella rubrica Verdi si diventa, ci occupiamo di ecoansia, ossia delle quattro azioni concrete da intraprendere per raggiungere il Net zero. Su FqExtra il podcast di Antoniucci e Ambrosi sull’emergenza idrica e il cambiamento climatico: “A secco” Sul fattoquotidiano.it il video forum “Alluvioni e siccità, due volti della crisi climatica”, con Luisiana Gaita e i Fridays for future Italia Buona lettura
L’attivista francese Roux: “L’estrazione mineraria dai fondali oceanici è un pericolo, fermiamola”di Francesco Sandri Le profondità marine sono luoghi gelidi, oscuri e inospitali. Ma in alcuni punti, a diverse migliaia di metri dalla superficie, nascondono una grande ricchezza. Enormi riserve di metalli rari, appoggiate sul fondale in conformazioni simili a tartufi di grosso calibro che contengono nichel, rame, manganese e cobalto: i componenti fondamentali dei motori elettrici e altre tecnologie “verdi”. Si prevede che la loro domanda aumenterà di molto nei prossimi anni, ma estrarli dai fondali oceanici comporta enormi costi ambientali. Il Deep Sea Mining (DSM – estrazione nei mari profondi) non è ancora legalmente permesso, ma c’è chi spinge affinché lo diventi presto. (continua a leggere)
Il libroMateria vibrante. Un’ecologia politica delle coseTimeo editore, pp. 258, euro 22 di Jane Bennett Jane Bennett sposta la nostra attenzione dall’esperienza umana delle cose, alle cose stesse. Bennett propone il concetto di una “materialità vitale” che scorre lungo e attraverso tutti i generi di corpi, umani e non umani. Un concetto di agentività che superi il dominio dell’umano indurrebbe a coltivare politiche più responsabili ed ecologicamente sostenibili: politiche non finalizzate a diffondere sensi di colpa e a condannare le persone, bensì dedite a comprendere la rete di forze che informano situazioni ed eventi. Jane Bennett, filosofa e teorica politica, insegna alla Johns Hopkins Univesity School of Arts and Sciences. È tra le maggiori teoriche del materialismo vitale. |
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