venerdì 26 maggio 2023

IL SAGGIO Luca Tescaroli: “La violenza mafiosa e le sfide alla democrazia italiana” L'INTERVENTO - Il magistrato ripercorre il “momento di massimo pericolo per la nostra democrazia” – quello delle stragi a Roma, Firenze e Milano – e traccia una meticolosa ricostruzione di quello che avvenne, di cosa è stato accertato e di cosa rimane ancora da accertare DI LUCA TESCAROLI

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/05/24/luca-tescaroli-la-violenza-mafiosa-e-le-sfide-alla-democrazia-italiana/7172092/

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LA VIOLENZA MAFIOSA E LE SFIDE ALLA DEMOCRAZIA ITALIANA

Roma, Firenze e Milano sono le città che nel 1993 divennero scenario di stragi “terroristico-eversive”. È quanto scrive il magistrato Luca Tescaroli in un saggio che costituisce l’intervento da lui tenuto al Convegno del 24 maggio presso l’Università di Pisa dal titolo “La violenza mafiosa e le sfide alla democrazia italiana a trent’anni dalle stragi”.


Quegli attentati provocarono dieci vittime, il ferimento di 96 persone, danni ingenti e irreparabili al patrimonio artistico. “L’aggressione rappresentò il momento di massimo pericolo per la nostra democrazia” continua Tescaroli, il quale traccia una meticolosa ricostruzione di quello che avvenne, di cosa è stato accertato e di cosa rimane ancora da accertare.


Il riferimento è a quei quei sette episodi stragisti che cominciano alle ore 21.40 del 14 maggio 1993, in via Ruggero Fauro quando esplode l’autobomba che avrebbe dovuto uccidere il giornalista Maurizio Costanzo, proseguono poi con le bombe di via dei Georgofili e con quelle simultanee di via Palestro a Milano e di piazza San Giovanni San Giorgio al Velabro a Roma, fino agli attentati non riusciti allo Stadio Olimpico di Roma e contro il collaboratore Salvatore Contorno.


“L’aggressione rappresentò – è il commento del magistrato – il momento di massimo pericolo per la nostra democrazia, che venne profondamente ferita, e l’attacco più grave posto in essere da Cosa nostra che non si era mai verificato, per concentrazione di stragi, per obiettivi colpiti e luoghi prescelti, per modalità di esecuzione, per numero di morti e feriti e di danni creati, che fece capire a tutti gli italiani che nessuno poteva più ritenersi sicuro nemmeno a casa propria, come in tempo di guerra”.

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