lunedì 26 dicembre 2022

Caro vita e bollette impoveriscono il ceto medio. “Ora dormo nel retro della mia pasticceria”. “Ho il mutuo, rinuncio al dentista”. E alla Caritas arrivano anche studenti fuori sede – Le storie

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/25/caro-vita-e-bollette-impoveriscono-il-ceto-medio-le-storie/6916254/?utm_campaign=societa&utm_medium=twitter&utm_source=twitter

Caro vita e bollette impoveriscono il ceto medio. “Ora dormo nel retro della mia pasticceria”. “Ho il mutuo, rinuncio al dentista”. E alla Caritas arrivano anche studenti fuori sede – Le storie https://www.ilfattoquotidiano.it/.../caro-vita-e.../6916254/ via @fattoquotidiano “Mai avrei pensato di bussare alla vostra porta”. Luigi ha 60 anni e per la prima volta nella sua vita ha chiesto aiuto alla Caritas. Insieme al figlio ha aperto una pasticceria nel Torinese, investendo tutti i risparmi per la ristrutturazione dei locali e per l’acquisto dei macchinari. Erano pronti a inaugurare ma è arrivata la pandemia che li ha costretti a tenere chiusi i battenti per altri sei lunghi mesi. La ripartenza è, per loro, una boccata d’ossigeno. Troppo breve però: cominciano a soffiare i venti di guerra che si trascinano dietro il caro bollette e l’aumento del costo della vita. Luigi deve pagare i debiti, le bollette aumentano e adesso anche i clienti hanno iniziato a spendere meno. E’ necessario tagliare delle spese, eliminare il superfluo e non solo. Lascia la sua casa e si trasferisce nel retrobottega della pasticceria, dove si riscalda con una stufetta elettrica. Adesso dovrà pagare solo l’affitto della sua attività. Non basta: rimane poco per mantenere lui e il figlio. Scadono le bollette e il rischio del distacco dell’elettricità si fa sempre più concreto. Luigi non sa più cosa fare, è disperato. Così decide di rivolgersi al centro d’ascolto della Caritas raccontando ai volontari quel suo stato di “lavoratore e povero”. Parla dei suoi problemi e della paura per un futuro che appare sempre più buio: “Come ne uscirò? Se muoio ora lascio a mio figlio un mare di debiti”.

"Sono persone che fino a ieri stavano bene e non vogliono che si sappia in giro che hanno bisogno di aiuto. La prima cosa che chiediamo è se sono stati nei centri di ascolto della parrocchia del loro quartiere. Alcuni dicono 'No, io frequento la parrocchia, se vado lì lo sapranno tutti'"

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