venerdì 2 settembre 2022

Il Fatto di domani. Gas, il bluff di Cingolani e la verità sulle riserve italiane. Salvini affonda pure al Nord

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-2-settembre-2022/?utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Twitter#Echobox=1662138923-1


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LE BALLE DI CINGOLANI SUI RIGASSIFICATORI. VON DER LEYEN LANCIA IL TETTO AL GAS RUSSO. “Per l’Europa è tempo di mettere un tetto al prezzo del gas russo”, questo ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Le sue parole fanno fare un passo in più sul piano del price cap europeo. In questa configurazione la misura colpirebbe le forniture, imponendo quindi ai russi un prezzo di acquisto calmierato. Il G7 dei ministri dell’Economia ha sostenuto la stessa cosa per il petrolio. Come atteso, la reazione di Mosca è stata dura, ed è subito arrivata la minaccia di chiudere definitivamente i rubinetti, per voce del falco Medvedev. “Dirotteremo i flussi altrove”, ha detto il portavoce del Cremlino Peskov. Guarda caso oggi Gazprom ha individuato una nuova perdita di olio nel corso dei lavori di manutenzione e ha annunciato che “il trasporto di gas” è stato “completamente fermato”. Dopo le dichiarazioni di von der Leyen il prezzo del gas sul listino di Amsterdam è crollato del 15% a 206 euro al megawattora. La decisione ufficiale sarà presa al vertice del 9 settembre, sempre si trovi un accordo tra gli Stati membri. Lo stop totale al gas russo sarebbe il terzo scenario del piano di risparmio che Cingolani ha presentato ai ministri, quello dove i razionamenti sarebbero più pesanti. Ma sarà sufficiente? Lascia pensare il fatto che il ministro ha l’abitudine di citare come soluzione alla crisi i rigassificatori di Piombino e Ravenna, che invece per l’inverno non saranno pronti: il primo è previsto a primavera 2023 e il secondo a fine 2024. Sul Fatto di domani vedremo verità e menzogne del piano di diversificazione energetica dei Migliori. Sfateremo anche il mito delle risorse di gas italiano: mostreremo che non solo non bastano a sostituire quello russo, ma che i ritardi sono decisione dello stesso governo.

LA SINISTRA E CONTE, INTERVISTA A STEFANO FASSINA. Il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri oggi ha pubblicato alcuni dati di grande impatto. “Nel secondo trimestre del 2022, in Europa – ha spiegato – l’incremento percentuale dei dividendi distribuiti dalle imprese agli azionisti è stato 7 volte superiore a quello atteso per i salari; mentre in Italia è stato superiore di oltre 20 volte”. Di contro, l’incremento dei salari dovrebbe essere soltanto del 3,8% (3,7 in Italia). Numeri che provengono dall’analisi combinata dell’indice mondiale dei dividendi, pubblicato dalla Janus Henderson, e dal conseguente studio della Confederazione europea dei sindacati. Sul Fatto di domani un ampio dossier su quanti soldi hanno intascato le grandi aziende e gli azionisti. Oggi il leader dei 5S, Giuseppe Conte, è tornato a parlare del salario minimo a 9 euro: “Il 25 settembre saremo gli unici a proporlo”. C’è un altro sondaggio che conferma il sorpasso del M5S sulla Lega (13% a 12%). Sul giornale di domani parleremo del posizionamento di Conte e del suo potere di attrazione per i progressisti a sinistra del Pd con Stefano Fassina, che sul Mestiere della sinistra ha pubblicato un libro in questi giorni.

SALVINI IN CADUTA LIBERA: SORPASSATO NEI SONDAGGI, AL NORD DILAGA FDI. La scalata di Conte non è l’unico problema di Salvini. Giorgia Meloni mangia i voti del Carroccio persino nelle roccaforti settentrionali. Ma il leader della Lega maschera il declino rilanciando la palla nell’Emilia Romagna rossa: “La Lega in ogni collegio può vincere, anche in quelli impensabili come Reggio Emilia, Imola e Bologna”, ha detto. Poi ha paragonato i sondaggi a “oroscopi e calciomercato”. Stesso mantra delle elezioni regionali del 2020, poi Bonaccini sconfisse la candidata leghista Lucia Borgonzoni. Oggi i numeri sono impietosi per il Carroccio, e non c’è video Tik Tok o punti del programma elettorale che li risollevino. Nemmeno a casa sua, nel profondo nord, il Capitano dorme sonni tranquilli. Come in Veneto, a Padova, dove il candidato di Meloni, Adolfo Urso, ha lanciato il guanto di sfida: “FdI sarà il primo partito anche in Veneto. L’autonomia regionale la realizzeremo noi”. Il partito resta in vetta al 24,5% su scala nazionale. Sul Fatto di domani punteremo un faro sul Nord, con i numeri del travaso di voti da Salvini a Meloni.

LA MISSIONE A ZAPORIZHZHIA DELUDE GLI UCRAINI. Dopo aver chiesto a gran voce un’ispezione Onu presso la centrale nucleare, il governo ucraino adesso si lamenta. Zelensky ha accusato gli ispettori di non aver tenuto fede alla promessa di fare entrare giornalisti ucraini e internazionali a seguito della delegazione e di aver quindi lasciato ai russi il controllo della propaganda. Un impiegato dell’Energoatom ha riferito che gli occupanti avrebbero manipolato le informazioni e creato un percorso ad hoc per la visita. Il divieto di ingresso ai giornalisti sarebbe stato giustificato dai russi, che hanno denunciato infiltrazioni da parte di spie ucraine. Il capo dell’Aiea, Grossi, fa sapere di avere ispezionato l’intera struttura e dialogato con lo staff ucraino mentre le autorità di Mosca, che si dicono soddisfatte dell’ispezione, hanno autorizzato una base Aiea permanente con due membri del team a monitorare l’impianto, mentre le ispezioni continuerebbero fino al 4-5 settembre. Sul Fatto di domani torneremo anche sulla morte di Gorbaciov (domani si svolgeranno i funerali) e sulla sua eredità in Russia con l’esperto di relazioni internazionali di Harward Aurel Braun. Da Mosca arrivano anche parole dure per gli USA: “una sottilissima linea li separa da diventare una parte in conflitto”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Sala si sposta sul Pd. “Io darò il mio contributo a partire da stasera con Cottarelli. Cercherò di spiegare che quello che sta facendo Milano è difficile da replicare ma non impossibile”. Così il sindaco di Milano Beppe Sala, che ha incontrato Enrico Letta a Palazzo Marino oggi. Ma non era un front runner del polo Azione-Italia Viva? E prima ancora un supporter della scissione di Di Maio dai 5S?

Attentato a Cristina Kirchner. In Argentina, la vicepresidente ed ex presidente del Paese è stata aggredita da un uomo che le ha puntato una pistola alla testa sbucando da un assembramento di folla davanti alla sua abitazione a Buenos Aires. Secondo le prime ricostruzioni, la pistola si sarebbe inceppata e non avrebbe sparato. L’aggressione è stata ripresa in diretta dai media, l’uomo è stato subito arrestato.

Le ultime da Venezia. Al Festival del cinema in Laguna oggi era la volta del thriller Bones and all di Guadagnino.

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