PACIFISTI “EQUIDISTANTI”, ZELENSKY TORNA A CHIEDERE LA “NO FLY ZONE”. A Firenze, piazza Santa Croce, ha parlato Volodymyr Zelensky in collegamento video. È la manifestazione per l’Ucraina dei cosiddetti “non equidistanti”, organizzata dal sindaco Dario Nardella con l’Associazione dei sindaci europei Eurocities. A differenza di chi è sceso in piazza San Giovanni a Roma, sabato scorso contro l’invio di armi a Kiev, qui s’invoca tutto l’aiuto possibile per l’Ucraina. Presenti il segretario del Pd Enrico Letta, il leader di Italia Viva Matteo Renzi, Pier Ferdinando Casini, il leader di Azione Carlo Calenda, fino al segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Ad una platea di circa 20 mila persone, Zelensky ha chiesto aiuto: “Dite ai vostri politici di chiudere i cieli dell’Ucraina ai razzi, agli aerei russi, ai missili”. Una mossa, ad ora, rifiutata da Usa e Unione Europea. Secondo gli esperti sarebbe il preludio allo scontro tra Russia e Nato: la terza guerra mondiale. Sul giornale leggerete la cronaca dalla piazza “non equidistante” e un’intervista alla scrittrice Edith Bruck. La sopravvissuta ad Auschwitz spiegherà perché, secondo lei, non è possibile alcun confronto tra la guerra di Putin e quella di Hitler. Neppure inviare armi all’Ucraina, secondo Bruck, è una buona idea. PUTIN MINACCIA, GUAI A CHI FORNISCE ARMI. Mentre si stringe la tenaglia russa sulle città ucraine, oggi Putin ha parlato al telefono con Emmanuel Macron e Olaf Scholz. I leader di Francia e Germania hanno pochi dubbi: Putin non vuole fermare la guerra. Parigi e Berlino hanno chiesto la tregua immediata per dare “inizio alla soluzione diplomatica del conflitto”. Il presidente russo, come risposta, ha accusato l’Ucraina di “flagranti violazioni” del diritto umanitario internazionale. A Francia e Germania, Putin chiede di porre fine agli abusi del nemico. Poi avvisa l’Occidente: “I convogli con le armi sono obiettivi legittimi”. La Capitale ucraina, intanto, si prepara alla resistenza. Sul Fatto di domani, l’inviato Fabio Bucciarelli racconterà la vita (e la morte) a Kiev, in attesa della battaglia decisiva. Ma anche in Russia la quotidianità è sconvolta: intervisteremo Giovanni Savino, un docente universitario rientrato in Italia dalla Russia. Col generale Fabio Mini, invece, analizzeremo gli scenari futuri più plausibili del conflitto. PROFITTI DI GUERRA, ECCO CHI GUADAGNA DALL’ENERGIA. Con il prezzo di gas e petrolio schizzato alle stelle, alcuni report fanno il punto sugli extraprofitti del comparto energetico. Chi sta incassando (troppo) dalla guerra e in che modo? Sul giornale faremo chiarezza sulla filiera dei guadagni. E spiegheremo in che modo l’Unione europea intenda tassare quel “tesoro”. Del resto, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è stato chiaro: “L’aumento dei carburanti è una colossale truffa speculativa”. Già, ma a far impennare il costo sono anche le accise (tasse dello Stato). Dunque il prezzo della benzina, in Italia, è ai livelli degli altri Paesi europei? Lo leggerete sulle pagine di domani. Intanto, dopo il taglio degli incentivi alle energie rinnovabili inserito nel dl Sostegni, alcune associazioni d’impresa avvisano Draghi: stop alla produzione senza modifiche alla norma. In un momento già critico per il settore. CONSUMI DI GUERRA, SCAFFALI VUOTI? Mentre i produttori di energia incassano extraprofitti, i consumatori potrebbero fare i conti con la scarsità di certi prodotti. Sul Fatto faremo il punto sulla logistica delle merci e sulla grande distribuzione, dalla prospettiva dei cittadini che mettono mano al portafoglio: la guerra ha già intaccato le nostre abitudini di spesa? Di sicuro, gli autotrasportatori sono sul piede di guerra per via del caro benzina. Lunedì 14 marzo era previsto lo sciopero nazionale degli autotrasportatori, mala Commissione di garanzia ha bocciato la protesta: il preavviso non sarebbe arrivato prima di 25 giorni, il termine obbligatorio. In Sardegna invece i camionisti incroceranno le braccia: proprio sull’isola, nei giorni passati, i supermercati sono stati assaltati per il timore di trovarli vuoti.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE Museo della Shoa, comunità ebraica divisa. Il progetto è pronto da anni, i milioni sono già sul tavolo. Ma la comunità è spaccata sull’opportunità di realizzare il museo dell’Olocausto nel bunker di Benito Mussolini a Villa Torlonia, nella Capitale. Oligarchi italici. La guardia di finanza oggi ha congelato beni per 700 milioni di euro, riconducibili a uomini russi vicino all’entourage di Vladimir Putin. Secondo il New York Times, lo yacht da 700 milioni di dollari ormeggiato a Marina di Carrara, sarebbe proprio del leader al Cremlino. Covid. Oggi si registrano 133 morti e 53.825 nuovi positivi. Sul Fatto di domani cercheremo di capire se una nuova ondata è davvero alle porte.
Ucraina, Travaglio ad Accordi&Disaccordi (Nove): “Invece di stare a Versailles, perché i signori dell’Ue non vanno a negoziare?” Scanzi ad Accordi&Disaccordi (Nove): “Tesi folle dire che Zelensky colpevole del reato di resistenza. Che faremmo noi se fossimo invasi? Scopri le nostre newsletter. Clicca qui Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it |
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