tratto dalla newsletter de ilfattoquotidiano
IL CONFLITTO UCRAINO E LA DIPLOMAZIA: INTERVISTA A UMBERTO VATTANI. LA NATO AMMETTE: ARMIAMO KIEV DA ANNI. Il presidente ucraino infiamma un parlamento occidentale dopo l’altro, scegliendo sempre le parole giuste. Davanti al Congresso Usa, ieri, ha paragonato l’invasione russa all’11 settembre, al Bundestag di Berlino oggi ha detto che le bombe di Putin stanno alzando un muro tra l’Europa e l’Ucraina. Zelensky però ha anche accusato la Germania di aver ritardato l’ingresso di Kiev nella Nato e nell’Ue, quindi di essere indirettamente responsabile dell’attacco di Putin. Lato mediatico a parte, dietro le quinte i negoziati sembrano procedere. Oggi Zelensky e Putin hanno parlato (separatamente) al telefono con il turco Erdogan, che si sta spendendo per un faccia a faccia tra i due. Il ministro degli esteri ucraino dice che un accordo di pace potrebbe arrivare “tra 10 giorni”. C’è attesa per la chiamata tra Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping domani. Sul Fatto di domani valuteremo i posizionamenti delle potenze sullo scacchiere diplomatico con l’ex ambasciatore e segretario generale della Farnesina Umberto Vattani. Sul fronte della guerra, l’offensiva russa sembra concentrarsi sulle città più vicine ai confini: Kherson, Kharkiv, Cherniv e la martoriata Mariupol. Sul giornale di domani racconteremo il fronte di guerra a sud-est con un reportage dal campo. Registreremo anche un dato inedito: il presidente Usa Biden e il segretario generale della Nato Stoltenberg hanno ammesso che gli Alleati inviano armi all’Ucraina da anni.
Su FQ Extra l’audiocronaca di Giampiero Gramaglia
IL FANTASMA DEL DEFAULT RUSSO, TRA REALTÀ E PROPAGANDA. Biden non ha avuto remore a definire Putin un “criminale di guerra”, ieri. Ma vedremo sul Fatto di domani, però gli Stati Uniti si dimostrano molto meno intransigenti con Putin quando si tratta di economia. Secondo l’agenzia Fitch e molti commentatori, Mosca è prossima a dichiarare fallimento, ma l’evento non si è ancora verificato. Oggi scadevano i termini di pagamento di 117 milioni di dollari di interessi sul debito russo detenuto in valuta estera. Il ministro delle Finanze di Mosca ha detto di aver onorato l’impegno e che spetta agli istituti di credito Usa decidere se accettare l’accredito, fatto in dollari. JPMorgan, multinazionale Usa dei servizi finanziari, nel pomeriggio ha confermato di aver ricevuto il denaro e averlo trasferito a Citigroup in qualità di agente di pagamento.
LA POLITICA ITALIANA A TEMPO DI GUERRA: ARMI SECRETATE E BOOM DELLE SPESE MILITARI. La Camera dei Deputati ha approvato il decreto Ucraina con le misure per l’assistenza dei profughi e l’invio a Kiev di aiuti umanitari, equipaggiamenti militari e armi. Hanno votato a favore in 367 su 395, con poche defezioni nel M5S e una manciata di astenuti tra Forza Italia, Pd e Leu. La lista degli armamenti che manderemo in Ucraina è stata secretata dal governo (d’accordo con Copasir e Parlamento), quindi oggi i parlamentari hanno votato un documento che non hanno potuto leggere: valuteremo sul Fatto di domani la portata di questa scelta. Il voto di oggi segue quello del Senato di ieri, dove un’ampia maggioranza ha approvato l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia che impegna l’esecutivo ad aumentare le spese militari al 2% del Pil (fanno 104 milioni di euro al giorno, secondo le stime dell’osservatorio Milex). Anche in questo caso il M5S ha votato a favore, anche se oggi Giuseppe Conte si è dichiarato “non entusiasta” della scelta, e vedremo che nel Movimento ci sono diffusi malumori.
COVID: I CASI SALGONO, MA IL GOVERNO DICHIARA IL LIBERI TUTTI. Per una guerra cominciata ce n’è una che finisce. O meglio viene dichiarata finita. Il Consiglio dei ministri ha tracciato il calendario della rimozione definitiva delle restrizioni anti-Covid nel nostro Paese, dal green pass alle mascherine. Lo stato di emergenza scadrà il 31 marzo e non sarà rinnovato, di conseguenza decadranno struttura commissariale e Cts. Nella stessa data verrà rimosso l’obbligo di super green pass per gli over 50 al lavoro e la capienza in tutte le strutture tornerà al 100%, anche negli stadi. Dal 1 maggio finirà per tutti l’obbligo di green pass e di mascherine al chiuso anche a scuola. È il calendario del “liberi tutti” che illustreremo nei dettagli sul Fatto di domani, distinguendo anche tra misure che è utile rimuovere, come il green pass, perché inutili al contrasto dell’epidemia, e quelle la cui scomparsa rischia invece di aprire la strada a una nuova corsa del virus. Una voce autorevole come la fondazione Gimbe oggi segnala che i casi stanno tornando a salire in Italia e invita alla prudenza. Oggi i nuovi casi sono quasi 80 mila e i decessi 128, con un tasso di positività di oltre il 15%.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Lavoro, l’Italia dei record… negativi. Gli ultimi dati Istat sul 2021fanno il quadro di un Paese che non solo non si è ripreso dalla pandemia, ma ha peggiorato lo stato di salute del suo mercato del lavoro. Boom di contratti stagionali e precari, di dimissioni volontarie licenziamenti per motivi disciplinari (gli unici che si potevano fare in pandemia e mancano all’appello 100 mila assunzioni rispetto al 2019.
L’esordio del menestrello. Sessant’anni fa usciva il primo album di Bob Dylan e fu un vero flop.
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