martedì 21 febbraio 2017

nucleare e Greenpeace La normalità forzata delle vittime di Fukushima

News - 21 febbraio, 2017
Il governo giapponese vuole ripopolare un villaggio ancora altamente radioattivo. I sussidi per i cittadini allontanati dall’area contaminata non sono più disponibili, e in molti non hanno scelta.
Iitate è una cittadina giapponese di semila abitanti, che si trova a nord ovest dei reattori distrutti della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. E’ tristemente nota per essere uno dei siti più pesantemente contaminati dal disastro nucleare del 2011.
A fine marzo 2017, per la prima volta, i seimila abitanti di Iitate, potranno tornare alle loro case. Per coloro che non possono permettersi una sistemazione alternativa a proprie spese, si tratta di una scelta obbligata.
I dubbi e le paure della popolazione
Iitate si trova a nord ovest dei reattori distrutti della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. 
E' un’area molto vasta e, ad oggi, gli sforzi di decontaminazione del governo giapponese si sono concentrati solo nelle aree immediatamente attorno alle case, ai campi agricoli e in strisce di 20 metri lungo le strade pubbliche.
La popolazione di IItate si chiede a quale dose di radiazioni sarà esposta, non in un anno, ma nel corso di decenni, e cioè nel corso della loro vita. Una domanda fondamentale, che le autorità giapponesi continuano ad ignorare.
Lo chiamano “ritorno alla normalità”, ma quale genere di normalità può scaturire da una condizione che presenta tutti questi rischi e incertezze?
Nel marzo 2011 siamo stati i primi a chiedere l’evacuazione di quest’area e, subito dopo, abbiamo inviato un team di radioprotezione. 
A novembre 2016 abbiamo effettuato l’ultima misura di radioattività nelle zone di Itate. La nostra indagine ha riguardato anche il campionamento del suolo, la misurazione degli “hot spots” (i cosiddetti “punti caldi”) di contaminazione radioattiva e il recupero dei dosimetri che erano stati installati in due case nel febbraio del 2016.
I valori di radioattività sono relativamente elevati, sia all’interno che all’esterno delle case, e mostrano che esiste ancora un rischio radiologico inaccettabile: i cittadini che torneranno a Iitate saranno esposti al rischio equivalente a quello di una radiografia del torace a settimana. Questo non è normale o accettabile», ha detto Ai Kashiwagi, della campagna Energia di Greenpeace Giappone.
Le nostre richieste
Chiediamo che il governo giapponese non forzi il ritorno dei cittadini nella Prefettura di Fukushima, senza effettuare prima una completa analisi scientifica e senza interpellare la popolazione!
Leggi il report completo (in inglese) http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/La-normalita-forzata-delle-vittime-di-Fukushima/

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