lunedì 28 ottobre 2024

Greenpeace. Emissioni, repressioni, brividi: emozioni forti!

dalla newsletter de Greenpeace

EMISSIONI METANO

COSA PRODUCONO MILIONI DI FLATULENZE?

Chi tra noi, almeno una volta nella vita, non ha scherzato, chiedendosi quando verrà inventata un'automobile alimentata a puzzette di mucca, che è notorio siano di metano? Bene, ora non è più il momento di scherzarcil’industria della carne e dei latticini è responsabile di massicce emissioni di metano i cui effetti stanno aggravando la crisi climatica in corso

 

Le emissioni stimate di metano di 29 tra le principali aziende del settore, tra cui il gruppo italiano Cremonini, sono paragonabili a quelle delle più grandi aziende di combustibili fossili.  Ridurre queste emissioni può influenzare in modo significativo la rapidità con cui il pianeta si riscalderà nei prossimi decenni: nei Paesi più ricchi, è urgente una trasformazione del settore zootecnico, accompagnata da una riduzione della sovrapproduzione e del consumo eccessivo di carne e latticini. Una trasformazione che deve essere, a sua volta, affiancata da una transizione verso una dieta maggiormente a base vegetale

 

Insieme, tutto questo, non solo ridurrebbe il peso della zootecnia sull’ambiente, ma potrebbe avere un “effetto di raffreddamento” della temperatura globale di 0,12°C entro il 2050.

IN PRIMO PIANO

GP0STYNID_Medium res with credit line (1200px)

ENI FA CAUSA A GREENPEACE

Ricordavi il contrario, non è vero?

Non è uno scherzo, ENI ha deciso di fare causa a Greenpeace e ReCommon!

 

Secondo ENI, le due organizzazioni avrebbero avrebbero messo in piedi “una campagna d’odio” nei confronti dell’azienda. 

Chiariamo una cosa: questa è una minaccia per noi solo perché siamo una minaccia esistenziale per loro. 

 

La citazione in giudizio di ENI nei confronti di Greenpeace Italia e ReCommon è solo un chiaro tentativo di distogliere l’attenzione dalla causa climatica che abbiamo intentato più di un anno fa nei confronti dell’azienda, insieme a cittadine e cittadini italiani. ENI, con questa mossa, ha deciso di reagire scompostamente, provando a buttare la palla in tribuna per distrarre ancora una volta, con l’ennesimo espediente narrativo, l’attenzione dal suo chiaro e dimostrato contributo alla crisi climatica in corso. 

 

Cercando di reprimere le denunce o le proteste a tutela del clima, le aziende fossili come ENI non solo ci stanno spingendo più a fondo nella crisi ambientale, ma stanno anche minacciando valori fondamentali della nostra società come la democrazia, la libertà di parola e il diritto a un pianeta vivibile

 

Non ci fermeremo. Con ancora più forza e determinazione, continueremo a difendere il clima, il nostro presente e il nostro futuro.

Questa lotta non è solo per chi fa attivismo, ma per chiunque ami questo pianeta, la nostra casa comune. È una battaglia per l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, e per la sicurezza nostra e delle persone a cui vogliamo bene.

ACTIVISM IS NOT A CRIME

REPRESSIONE-DDL SICUREZZA

Il disegno di legge sulla sicurezza, approvato dalla Camera il 18 settembre, introduce diverse misure mirate a potenziare la repressione, inasprendo le pene già esistenti e istituendo nuovi reati legati all’ordine pubblico.

 

Vengono inasprite le pene per i danni di imbrattamento e danneggiamento di edifici pubblici durante manifestazioni e inserite aggravanti per chi protesta contro opere pubbliche strategiche come il Ponte sullo Stretto o la Tav.

Il blocco stradale e ferroviario, anche quello pacifico, diventa, da semplice illecito amministrativo a vero e proprio reato penale: d’ora in poi, chi vi prenderà parte, rischierà fino a un mese di reclusione e una multa fino a 300 euro. Più severe le pene laddove queste azioni avvengano durante manifestazioni collettive, caso in cui il periodo di reclusione può essere esteso a due anni.

 

Il rischio è che le persone si sentano più intimidite, anziché più sicure. E che ad aumentare non sia la sicurezza, ma la repressione.

 

Davanti a questo tentativo autoritario di soffocare le voci, spesso già vulnerabili, di chi esprime dissenso, non possiamo rimanere in silenzio. In democrazia, il dissenso e la protesta pacifica devono essere strumenti legittimi di espressione, soprattutto per chi, come gli attivisti ambientali, lotta per la giustizia climatica e sociale a livello globale.

PETIZIONE

BASTA ALLEVAMENTI INTENSIVI

BASTA ALLEVAMENTI INTENSIVI

Il sistema degli allevamenti intensivi divora risorse ed è legato a deforestazione inquinamento che alterano gli equilibri naturali.

AIUTACI A COSTRUIRE UN FUTURO SENZA ALLEVAMENTI INTENSIVI!

RICORDA CHI HAI AMATO

DONA IN MEMORIA DI CHI HAI AMATO

Da oggi possiamo far rivivere il ricordo di chi abbiamo amato in un modo speciale! 

Con una donazione in memoria di una persona cara, del nostro amato pelosetto a 4 zampe, o di chiunque abbia lasciato un'impronta profonda nel nostro cuore, possiamo far sì che il loro spirito continui a vivere attraverso le azioni di Greenpeace in difesa del pianeta.

DAL MONDO

Jacob Collier & AURORA - A Rock Somewhere X The Seed (Greenpeace)

UNA PERFORMANCE DA BRIVIDI...

 

...ma non solo di freddo!

Il musicista britannico Jacob Collier e l’artista norvegese Aurora si sono esibiti in una magica performance nell'Artico per la difesa degli oceani. 

Su una piattaforma galleggiante, di fronte al ghiacciaio di Sveabreen, sulle Isole Svalbard (Norvegia), hanno realizzato uno struggente mash-up delle loro canzoni "A Rock Somewhere" e "The Seed".

Gli artisti hanno raggiunto il ghiacciaio a bordo della nave Arctic Sunrise di Greenpeace, unendosi al nostro appello per tutelare gli oceani del pianeta e fermare il deep sea mining.

Nessun commento: