Ben tornati alla newsletter Fatto for Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Riccardo Antoniucci intervista Adam Greenfield, eclettico studioso americano. Esperto di tecnologie internet e urbanista, un passato da sergente nell’unità specializzata in operazioni psicologiche dell’esercito Usa, ma anche da designer alla Nokia. Secondo Greenfield, le ricette ambientaliste dei governi liberisti sono votate al fallimento, soppiantate dalla vulgata negazionista contro le élite. Perciò lo studioso invita ad emulare le forme di organizzazione dal basso: come gli zapatisti del Chiapas o i siriani del Rojava. Con Elisabetta Ambrosi analizziamo alcuni dati che sembrano in contrasto tra loro: se da un lato, infatti, le fonti rinnovabili volano al punto che nel 2030 saranno in grado di generare quasi la metà dell’elettricità globale, dall’altro però non calano le emissioni di CO2. Com’è possibile? Semplice: siamo sempre più affamati di elettricità. Tema sul quale Ambrosi ha dibattuto con Luca Mercalli nell’ultima puntata del podcast “Clima, che fare?”. Con Gaetano Benedetto, presidente del Centro studi del Wwf, parliamo invece del Ponte sullo Stretto e dell’impatto ambientale devastante che avrebbe sull’intera area. Non soltanto i rischi per le specie migratorie, ma l’enorme quantità d’acqua necessaria, in una regione perennemente a rischio siccità, sono solo alcuni dei problemi che causerebbero un vero e proprio disastro. Nello spazio dedicato alle associazioni, parliamo di alluvioni e delle eterne promesse della politica che s’infrangono con la realtà: nessuno pensa più allo spazio da restituire ai fiumi, costretti o male manutenuti. Gli Stati Generali contro il turismo da selfie ci raccontano, poi, gli esiti di una giornata di studi per affrontare e combattere i fenomeni degli affitti brevi, dei tavolini selvaggi e dell’abusivismo che si stanno mangiando le nostre città. Per la rubrica Verdi si diventa, vediamo come festeggiare Halloween senza danneggiare il Pianeta. Buona lettura.
Transizione ecologica, lo studioso Greenfield: “I governi hanno fallito, impariamo dagli zapatisti del Chiapas. Neoliberisti sconfitti dai negazionisti anti-élite”di Riccardo Antoniucci “Avevo sottovalutato il ruolo del risentimento anti-élite sulla questione climatica”. Adam Greenfield è un pensatore eterodosso, studioso di internet e urbanista, con un passato da sergente nell’unità specializzata in operazioni psicologiche dell’esercito degli Stati Uniti, ma anche da designer alla Nokia. Il suo interesse per il cambiamento climatico nasce dopo aver vissuto l’uragano Sandy nel 2012, come racconta nel suo ultimo libro Emergenze. Come sopravvivere in un mondo in fiamme (Einaudi), e ha un carattere essenzialmente politico. (Continua a leggere)
Il libroOrticoltura bio-intensiva su piccola scaladi Jean-Martin Fortier, Aurélie Sécheret pp. 160 euro 19, Terranuova editore In un ettaro o poco più è possibile produrre ortaggi bio per avviare un’attività economica redditizia e sostenibile per l’ambiente e chi lavora. Il metodo Fortier insegna a pianificare l’attività in tutti i sui aspetti, dalla scelta del terreno ai canali di vendita, dalla scelta degli ortaggi alla lavorazione al personale impiegato. Nel libro Fortier e 8 coltivatori professionisti svelano segreti e trucchi su come creare, gestire e far fruttare una piccola-media azienda agricola. Jean-Martin Fortier ha sviluppato un metodo di produzione bio-intensivo per piccole superfici. Ha fondato l’Institut jardinier-maraîcher dove forma i futuri agricoltori, con l’obiettivo di promuovere la transizione agricola globale. Aurélie Sécheret è un’autrice, giornalista, editor e fotografa francese specializzata in arte e artigianato, patrimonio culturale e turismo. |
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