giovedì 31 dicembre 2015
Emergenza smog, il protocollo Galletti-Fassino è troppo scarso
Il protocollo Galletti contro lo smog (vedi testo) è molto deludente, soprattutto perché sgonfia completamente o rinvia a un futuro generico le proposte contenute nei documenti Anci (cioè dei Comuni) della vigilia e ripropone in primo piano lo spot populista e pubblicitario del biglietto agevolato nei giorni più inquinati, per un totale di 12 milioni di denaro pubblico.
Attenzione però, la critica mediatica e sui social si è concentrata, con parecchie forzature, sugli unici due aspetti concreti del protocollo: la limitazione dei gradi del riscaldamento e quella della velocitàin città. Al di là delle difficoltà di controllo e di applicazione, questi due punti sono invece coerenti con la impostazione e la cultura ambientaliste. E vero che, al di là della ben diversa carica inquinante delle diverse modalità di riscaldamento, abbiamo da anni la tendenza a tenere temperature troppo alte. E per quanto riguarda la riduzione delle velocità massime essa è considerata da tempo, in varie città del mondo, un intervento nelle emergenze antismog. In dettaglio poi, la richiesta di trasformare in “zona 30″ la maggior parte delle strade cittadine è una rivendicazione molto cresciuta in questi anni nel mondo della mobilità sostenibile e dei ciclisti urbani. Non è affatto un’invenzione di Galletti.
Se volete prendervela col governo, non prendetevela coi 30 all’ora in città e viceversa, se volete prendervela coi 30 all’ora in città, non prendetevela col governo. Questa è un’idea che nasce più per la moderazione del traffico in generale che come specifica misura antismog emergenziale infatti nel documento Anci veniva citata come misura strutturale, non emergenziale. Ma in Italia questa iniziativa è stata già gestita come misura antismog, si veda l’esperienza di Saronno. Non è affatto detto che i 30 all’ora producano intasamenti, quindi maggiori emissioni: questo sembra piuttosto un pretesto di chi vuol continuare a guidare come gli pare.
Il protocollo Galletti è deludente perché esclude dalle misure immediate ogni tipo di blocco del traffico (a parte la limitazione di velocità), in controtendenza persino con la maggior parte delle città italiane, tranne Torino, il cui sindaco non vuole fermare nessun tipo di auto. E’ parsa quasi come una vittoria di Fassino. Vittoria di Piero o vittoria di Pirro? Poche ore dopo la firma di un protocollo che non parla neanche di bandire i diesel, il sindaco di Napoli ha disposto un blocco quasi totale del traffico di 8 ore al giorno nei primi giorni di gennaio. Esonerati solo gli Euro 5, i gpl, i metano e ovviamente gli elettrici. A Napoli. E sono arrivati i risultati del terzo giorno in cui a Milano si è bloccato per 6 ore. Ebbene anche il pm 10 in quanto tale (non solo la sua parte più nociva, il black carbon) è sceso quasi ai limiti legge. Guarda caso nello stesso giorno in cui la liberista Torino registrava concentrazioni quasi doppie.
Il protocollo Galletti parla di misure per la mobilità sostenibile solo nelle proposte a medio termine, la cui finanziabilità e/o cogenza è tutta da vedere. Intanto spera di essere dimenticato dallaimminente pioggia. Ma critichiamolo dal verso ambientalista, non da quello conservatore. di Paolo Hutter | 31 dicembre 2015 http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/31/emergenza-smog-il-protocollo-galletti-fassino-e-troppo-scarso/2342968/
Smog. Protocollo d´intesa tra Ministero, Regioni e Comuni Misure omogenee per il miglioramento della qualità dell´aria: previsti oltre 360 milioni di Euro di Fondi
(31.12.2015)
Migliorare la qualità dell´aria, incoraggiare il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, disincentivare l´utilizzo del mezzo privato, abbattere le emissioni, favorire misure intese ad aumentare l´efficienza energetica. Sono questi gli obiettivi del Protocollo d´intesa sottoscritto ieri dal Ministero dell´Ambiente, dalla Conferenza delle Regioni e dall´Associazione nazionale Comuni italiani.
Tra le misure d´urgenza - che saranno attivate dopo reiterati superamenti delle soglie giornaliere massime consentite delle concentrazioni di PM10, di regola identificabili in 7 giorni - il Protocollo prevede l´abbassamento dei limiti di velocità di 20 km/h in aree urbane estese al territorio comunale ed alle eventuali arterie autostradali limitrofe (previo accordo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti); l´attivazione di sistemi di incentivo all´utilizzo del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa; la riduzione delle temperature massime di 2 gradi di riscaldamento negli edifici pubblici e privati; lalimitazione dell´utilizzo della biomassa per uso civile laddove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
Le parti si sono inoltre impegnate a favorire e promuovere
- il controllo e la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle grandi utenze, incrementando l´efficienza energetica ed agevolando il passaggio a combustibili meno inquinanti;
- il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, rinnovando il parco mezzi del trasporto pubblico e di servizio pubblico in esercizio, anche attraverso l´attivazione di un´unica centrale di committenza a cui Regioni e Comuni possano rivolgersi per una rapida immissione di mezzi pubblici ecologici;
- la promozione di una rete di ricarica, anche a ricarica rapida, efficiente soprattutto nelle aree metropolitane che supporti la riconversione elettrica dei mezzi pubblici e privati di trasporto, anche mediante incentivi all´acquisto di veicoli merci, autobus, autoveicoli privati, taxi/NCC e biciclette alimentati ad energia elettrica;
- l´implementazione e il miglioramento delle infrastrutture del trasporto pubblico locale;
- le misure di sostegno e sussidio finanziario per l´utenza del trasporto pubblico, quali, a titolo esemplificativo, l´offerta di abbonamenti integrati comprendenti ferrovie, bus, metro, bike sharing, car sharing , sosta gratuita nei nodi di scambio extra urbani, realizzazione di nuove piste ciclabili, corsie preferenziali per il trasporto pubblico ed aree di totale pedonalizzazione;
- l´introduzione al livello nazionale del limite di 30Km/h all´interno dei centri abitati, con l´eccezione delle principali arterie di scorrimento;
- la promozione e diffusione di buone pratiche agricole volte alla limitazione delle emissioni di ammoniaca derivanti dalla somministrazione di fertilizzanti azotati o dagli allevamenti, anche tenuto conto dell´aggiornamento della direttiva sui tetti nazionali alle emissioni (cosiddetta direttiva NEC) di futura e ma nazione;
- le misure innovative per la dissuasione e la repressione della sosta di intralcio e la sincronizzazione dei semafori con monitoraggio dell´intensità di traffico, tese ad aumentare la fluidità del traffico veicolare;
- l´omogeneizzazione e soprattutto la condivisione ed l´interoperabilità di dati e informazioni sulla qualità dell´aria quantomeno in tempo quasi reale. Infatti tali dati e informazioni sono oggi disponibili solo sui siti web ufficiali delle singole Agenzie, ma prodotti ed esposti secondo modalità e formati differenti tra loro;
- la produzione da parte di ISPRA di un Bollettino periodico, sulla base dei bollettini regionali prodotti dal sistema agenziale, e dei dati e delle informazioni di cui al comma precedente di sintesi complessiva posta a disposizione delle Autorità ambientali quanto delle popolazioni;
- la definizione di un obbligo di revisione dei Piani della Qualità dell´aria (art. 9 D.Lgs 155/2010) ogni 4 anni e la definizione di una linea guida unica per la redazione degli stessi da parte del Ministero tramite il supporto tecnico/scientifico di ISPRA e del sistema agenziale;
- le misure agevolative finalizzate alla realizzazione di interventi di efficientamento energetico relativi agli impianti sportivi pubblici, nonché a favore di altri edifici pubblici;
- le misure volte alla metanizzazione degli impianti termici in uso presso la pubblica amministrazione, all´atto della sostituzione degli stessi per vetustà/guasti;
- le misure volte alla rottamazione/riconversione dei veicoli più inquinanti, con particolare riferimento alle flotte merci, promuovendo l´utilizzo delle tecnologie e combustibili a basso impatto ambientale;
- le misure volte alla aumento del verde pubblico all´interno delle aree urbane, con particolare attenzione alla problematica della piantumazione in aree urbane ed extraurbane;
- le misure volte all´avvio ed alla realizzazione dei nuovi servizi marittimi per il trasporto combinato delle merci e per l´elettrificazione delle banchine portuali;
- la rapida e completa attuazione dell´l´ Accordo di Bacino Padano sottoscritto il 19 dicembre 2013 per l´adozione di misure coordinate nel Bacino Padano;
- il potenziamento dei sistemi tecnologici di monitoraggio e di controllo per il rispetto delle misure della limitazione della circolazione nei centri urbani.
Per l´attuazione delle prime misure di sostegno e sussidio finanziario per l´utenza del trasporto pubblico il Ministero dell´ambiente si impegna a contribuire fino all´importo massimo di 12 milioni di euro per gli interventi relativi agli anni 2015-2016 e a collaborare con le Regioni e i Comuni, nelle attività suscettibili di finanziamento e a qualificare i fondi di sua competenza, relativi a:
- Fondo per la Mobilità Sostenibile con stanziamento di 35 milioni di euro;
- Fondo Kyoto per le realizzazione di reti di ricarica elettrica con stanziamento almeno di 50 milioni di euro;
- Fondo Kyoto per l´efficienza energetica delle scuole e delle strutture sportive di proprietà comunale con stanziamento (residuo) di almeno 250 milioni di euro;
- Programma per la riqualificazione degli edifici della pubblica amministrazione centrale di 21,5 milioni di euro.
http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/liberiamo/avvisi_1110.asp
Sos oceani, pesca sostenibile e abissi priorità 2016 Il decalogo di Oceana per il nuovo anno
ROMA - Una pesca sostenibile, la lotta per gli abissi, mare pulito e la lotta ai cambiamenti climatici: sono alcuni dei punti chiave del decalogo messo a punto da Oceana, organizzazione internazionale per la conservazione marina, per un 2016 all'insegna della tutela degli oceani.
L'organizzazione chiede ai Paesi di passare all'azione dopo aver adottato l'accordo di Parigi al summit Onu sul clima (Cop21) sottolineando quanto sia importante garantire l'integrità di tutti gli ecosistemi, compresi gli oceani. "Il mare è la fonte primaria di vita sulla terra, ma noi continuiamo a saccheggiare con noncuranza le sue ricchezze e a compromettere il suo futuro e il nostro", spiega Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa. "Oceana sta lanciando un chiaro avvertimento: i problemi creati dagli esseri umani possono essere risolti solo dagli esseri umani ed esistono azioni fondamentali che i leader a livello mondiale, i responsabili politici, le industrie e i cittadini possono attuare nel 2016 per iniziare a invertire il declino dei nostri oceani".
Tra le dieci azioni fondamentali che potrebbero cambiare il futuro del mare per Oceana in cima c'è l'ideazione di piani di gestione per gli habitat e le specie vulnerabili. Poi la necessità di non catturare più pesci di quelli che il mare può rifornire e la promozione dell'uso di pratiche di pesca che rispettino l'ambiente, in modo da evitare l'uccisione di specie non bersaglio. Occorre quindi eliminare la pesca illegale e dichiarare coloro che traggono profitto da questa attività legalmente responsabili. Altro punto chiave è la lotta per gli abissi, i cui habitat ospitano specie vulnerabili. Altra priorità l'azione contro il cambiamento climatico e per un mare pulito. Oceana chiede infine di muoversi verso le energie pulite, investire di più nella ricerca marina e sensibilizzare l'opinione pubblica sul mare.
L'organizzazione chiede ai Paesi di passare all'azione dopo aver adottato l'accordo di Parigi al summit Onu sul clima (Cop21) sottolineando quanto sia importante garantire l'integrità di tutti gli ecosistemi, compresi gli oceani. "Il mare è la fonte primaria di vita sulla terra, ma noi continuiamo a saccheggiare con noncuranza le sue ricchezze e a compromettere il suo futuro e il nostro", spiega Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa. "Oceana sta lanciando un chiaro avvertimento: i problemi creati dagli esseri umani possono essere risolti solo dagli esseri umani ed esistono azioni fondamentali che i leader a livello mondiale, i responsabili politici, le industrie e i cittadini possono attuare nel 2016 per iniziare a invertire il declino dei nostri oceani".
Tra le dieci azioni fondamentali che potrebbero cambiare il futuro del mare per Oceana in cima c'è l'ideazione di piani di gestione per gli habitat e le specie vulnerabili. Poi la necessità di non catturare più pesci di quelli che il mare può rifornire e la promozione dell'uso di pratiche di pesca che rispettino l'ambiente, in modo da evitare l'uccisione di specie non bersaglio. Occorre quindi eliminare la pesca illegale e dichiarare coloro che traggono profitto da questa attività legalmente responsabili. Altro punto chiave è la lotta per gli abissi, i cui habitat ospitano specie vulnerabili. Altra priorità l'azione contro il cambiamento climatico e per un mare pulito. Oceana chiede infine di muoversi verso le energie pulite, investire di più nella ricerca marina e sensibilizzare l'opinione pubblica sul mare.
Il 2015 anno di eventi climatici estremi Da ondate calore a tornado, primi impatti cambiamenti clima
(di Stefania Passarella) (ANSA) - ROMA, 30 DIC - Dalla potenza di El Nino alla "febbre" del pianeta: il 2015 passerà alla storia per il primato di eventi climatici estremi. Cambiamenti che hanno contribuito a fenomeni altrettanto da record, dal meteo - con le ondate di calore e le inondazioni - ai disastri ambientali come il nuovo maxi episodio di sbiancamento dei coralli.
Il 2015 è stato l'anno più caldo degli ultimi 136 anni, primato che secondo il servizio britannico per la meteorologia gli sarà strappato dal 2016. La "febbre" del pianeta è frutto di molteplici fattori: delle emissioni di anidride carbonica, ma anche della forza del fenomeno climatico di El Nino. Anche questo, che consiste nel riscaldamento delle acque del Pacifico centro-orientale, è tra i più forti di sempre e ha il "potere" di accentuare siccità e inondazioni.
Tra gli eventi estremi di quest'anno si annoverano non a caso le ondate di calore che tra maggio e giugno in India e Pakistan hanno sciolto l'asfalto e provocato la morte di 3mila persone.
Negli Usa il 2015 è stato l'anno più devastante per gli incendi, mentre in California una simile siccità - che dura da quattro anni - non era registrata dai tempi di Cristoforo Colombo.
Siccità da record, con conseguenze ancora più disastrose, anche in Etiopia: dall'inizio del 2016 secondo le stime Onu saranno 8 milioni le persone che soffriranno la fame se non arriveranno aiuti. L'Indonesia devastata dal incendi è balzata per di più in cima ai maggiori inquinatori mondiali per via della CO2 prodotta dai roghi.
Dall'altro lato anche le inondazioni hanno fatto registrare primati infelici: l'India ha registrato le piogge più devastanti dell'ultimo secolo. Due forti cicloni - Chapala e Megh - hanno investito lo Yemen a novembre, causando inondazioni che non si vedevano da decenni. Le piogge torrenziali scatenate da El Nino hanno causato lo straripamento di vari grandi fiumi in Paraguay, Argentina, Brasile e Uruguay, con morti e 150mila sfollati.
Poche settimane fa Sydney è stata sferzata da un tornado con venti che hanno raggiunto 213 chilometri orari, una forza mai registrata nello Stato, e in questi giorni è il nord Europa ad essere investito dalla forte tempesta Frank.
Tra gli eventi estremi di quest'anno va citato anche un nuovo enorme e globale evento di "sbiancamento" dei coralli, per via delle acque più calde. Secondo gli scienziati del Noaa, l'Amministrazione oceanica e atmosferica statunitense, è il terzo dopo quelli registrati nel 1998 e nel 2010.(ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2015/12/30/il-2015-anno-di-eventi-climatici-estremi_edd380ac-72aa-40f1-8f8d-67b12ae21d16.html
Il 2015 è stato l'anno più caldo degli ultimi 136 anni, primato che secondo il servizio britannico per la meteorologia gli sarà strappato dal 2016. La "febbre" del pianeta è frutto di molteplici fattori: delle emissioni di anidride carbonica, ma anche della forza del fenomeno climatico di El Nino. Anche questo, che consiste nel riscaldamento delle acque del Pacifico centro-orientale, è tra i più forti di sempre e ha il "potere" di accentuare siccità e inondazioni.
Tra gli eventi estremi di quest'anno si annoverano non a caso le ondate di calore che tra maggio e giugno in India e Pakistan hanno sciolto l'asfalto e provocato la morte di 3mila persone.
Negli Usa il 2015 è stato l'anno più devastante per gli incendi, mentre in California una simile siccità - che dura da quattro anni - non era registrata dai tempi di Cristoforo Colombo.
Siccità da record, con conseguenze ancora più disastrose, anche in Etiopia: dall'inizio del 2016 secondo le stime Onu saranno 8 milioni le persone che soffriranno la fame se non arriveranno aiuti. L'Indonesia devastata dal incendi è balzata per di più in cima ai maggiori inquinatori mondiali per via della CO2 prodotta dai roghi.
Dall'altro lato anche le inondazioni hanno fatto registrare primati infelici: l'India ha registrato le piogge più devastanti dell'ultimo secolo. Due forti cicloni - Chapala e Megh - hanno investito lo Yemen a novembre, causando inondazioni che non si vedevano da decenni. Le piogge torrenziali scatenate da El Nino hanno causato lo straripamento di vari grandi fiumi in Paraguay, Argentina, Brasile e Uruguay, con morti e 150mila sfollati.
Poche settimane fa Sydney è stata sferzata da un tornado con venti che hanno raggiunto 213 chilometri orari, una forza mai registrata nello Stato, e in questi giorni è il nord Europa ad essere investito dalla forte tempesta Frank.
Tra gli eventi estremi di quest'anno va citato anche un nuovo enorme e globale evento di "sbiancamento" dei coralli, per via delle acque più calde. Secondo gli scienziati del Noaa, l'Amministrazione oceanica e atmosferica statunitense, è il terzo dopo quelli registrati nel 1998 e nel 2010.(ANSA).
Per studio scientifico PM 2,5 non è influenzato da traffico 'Per combattere NOx serve ripensare segnaletica stradale'
(ANSA) - ROMA, 31 DIC - Secondo uno studio effettuato da alcuni ricercatori americani, i quantitativi di PM 2,5 presenti nell'aria nelle aree limitrofe alle principali arterie urbane non dipendono direttamente dal volume del traffico automobilistico ma da diversi fattori fra cui i principali sono le condizioni meteorologiche e il livello di inquinamento regionale. La pubblicazione scientifica, rilanciata dal blog dall'Environmental Protection Agency statunitense (EPA), è frutto di un'analisi effettuata a Portland in cui sono stati analizzati e sovrapposti i dati statistici sulle condizioni del traffico a misurazioni dirette 24 ore su 24 sulla qualità dell'aria. Realizzato da un team di guidato da Christine Kendrick, membro del Portland Bureau of Transportation, lo studio è stato portato a termine con la collaborazione dello stesso EPA: i suoi risultati sono contenuti in un volume di 132 pagine dal titolo ''Diurnal and seasonal variations of NO, NO2 and PM 2.5 mass as a function of traffic volumes alongside an urban arterial''.
Nel presentare i riscontri del lavoro nel blog dell'EPA, Christine Kendrick ha evidenziato, invece, la correlazione riscontrata tra traffico e concentrazioni di ossidi di azoto e la necessità di adottare politiche adeguate per combattere l'inquinamento, a cominciare dalla segnaletica stradale ''che è essenziale per la sicurezza ma può creare situazioni di traffico che provocano ripercussioni negative sulla qualità dell'aria, in particolare nelle ore di punta, con situazioni di marcia stop and go. Per questo - scrive la Kendrick - è importante analizzare le zone della città per capire se è possibile ottimizzare la segnaletica stradale al fine di ridurre le emissioni nocive dei veicoli, in un bilanciamento con altre esigenze come i tempi di spostamento e la sicurezza''.(ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/mobilita/2015/12/31/per-studio-scientifico-pm-25-non-e-influenzato-da-traffico_e006023d-2097-4327-b5fc-795e494dadae.html
Nel presentare i riscontri del lavoro nel blog dell'EPA, Christine Kendrick ha evidenziato, invece, la correlazione riscontrata tra traffico e concentrazioni di ossidi di azoto e la necessità di adottare politiche adeguate per combattere l'inquinamento, a cominciare dalla segnaletica stradale ''che è essenziale per la sicurezza ma può creare situazioni di traffico che provocano ripercussioni negative sulla qualità dell'aria, in particolare nelle ore di punta, con situazioni di marcia stop and go. Per questo - scrive la Kendrick - è importante analizzare le zone della città per capire se è possibile ottimizzare la segnaletica stradale al fine di ridurre le emissioni nocive dei veicoli, in un bilanciamento con altre esigenze come i tempi di spostamento e la sicurezza''.(ANSA).
Smog: Aicarr, soluzioni prospettate sono inefficaci 'Agire su risparmio e contabilizzazione consumi nei condomini'
(ANSA) - ROMA, 31 DIC - Le soluzioni prospettate in questi giorni per affrontare il problema dello smog "sono insufficienti e inefficaci" ad avviso di Livio de Santoli, presidente di Aicarr (associazione italiana condizionamento dell'aria riscaldamento e refrigerazione) e delegato per l'energia dell'Università La Sapienza di Roma.
"Nella drammatica situazione che le città stanno vivendo, con gli elevati livelli di inquinamento - spiega - continuiamo ad assistere a commenti approssimativi e superficiali a tutti i livelli di governo. Il tema dello smog è talmente grave che deve essere affrontato in modo strutturale, cosa impensabile in un Paese in cui manca una strategia energetica seria". Una strategia, prosegue, "che organicamente consenta una modifica radicale del modello energetico, che ci ha ridotto in questo stato, e che si rivolga direttamente alle città, con la partecipazione attiva del cittadino. Una causa molto importante per l'inquinamento invernale delle città è quella annessa al funzionamento degli impianti di riscaldamento, totalmente fuori controllo e che utilizzano sistemi obsoleti e inefficienti.
L'organizzazione dei condomini in una visione complessiva (e non un fatto occasionale per risolvere una emergenza) può fare molto: l'obbligo della contabilizzazione individuale assegnata per legge a ogni appartamento è un'occasione per dare risposta a una situazione non più tollerabile, ma non deve essere assoggettata agli interessi dei soliti noti. Gli incentivi per i condomini ci sono e la riduzione dell'inquinamento significherebbe anche risparmio per le tasche degli italiani, vero driver per la lotta all'inquinamento delle città". (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2015/12/31/smog-aicarr-soluzioni-prospettate-sono-inefficaci_6235e58b-764b-4805-a0aa-d883383f5b78.html
"Nella drammatica situazione che le città stanno vivendo, con gli elevati livelli di inquinamento - spiega - continuiamo ad assistere a commenti approssimativi e superficiali a tutti i livelli di governo. Il tema dello smog è talmente grave che deve essere affrontato in modo strutturale, cosa impensabile in un Paese in cui manca una strategia energetica seria". Una strategia, prosegue, "che organicamente consenta una modifica radicale del modello energetico, che ci ha ridotto in questo stato, e che si rivolga direttamente alle città, con la partecipazione attiva del cittadino. Una causa molto importante per l'inquinamento invernale delle città è quella annessa al funzionamento degli impianti di riscaldamento, totalmente fuori controllo e che utilizzano sistemi obsoleti e inefficienti.
L'organizzazione dei condomini in una visione complessiva (e non un fatto occasionale per risolvere una emergenza) può fare molto: l'obbligo della contabilizzazione individuale assegnata per legge a ogni appartamento è un'occasione per dare risposta a una situazione non più tollerabile, ma non deve essere assoggettata agli interessi dei soliti noti. Gli incentivi per i condomini ci sono e la riduzione dell'inquinamento significherebbe anche risparmio per le tasche degli italiani, vero driver per la lotta all'inquinamento delle città". (ANSA).
Esperto, polveri sottili intrappolate da alta pressione Mancato ricambio masse aria provoca accumulo
ROMA - Intrappolate dall'alta pressione, le polveri sottili continuano ad accumularsi: per questo motivo i loro livelli stanno aumentando anche nelle città che hanno adottato provvedimenti per limitare il traffico, come Milano e Roma. Di per se i valori delle polveri sottili "sono quasi costanti: ogni città ha un proprio andamento, il più classico dei quali è quello legato alla concentrazione del traffico in relazione agli orari di lavoro", osserva il fisico dell'atmosfera Teodoro Giorgiadis, dell'Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibimet-Cnr). Le minuscole polveri (particolato, o PM) hanno un diametro di pochi millesimi di millimetro (micrometri), variabile da 2,5 (PM 2,5) a 10 micrometri (PM10) sono emesse dai combustibili fossili e restano sospese nell'atmosfera. I loro livelli sono quindi più o meno costante a seconda delle località, in proporzione alla quantità delle emissioni. A fare la differenza, spiega l'esperto, sono le condizioni meteorologiche. Ad esempio le polveri permangono quando c'è "un'altissima stabilità, anche con formazione di nebbia, che impedisce lo scambio di masse d'aria", rileva Giorgiadis.
In queste condizioni, prosegue, "le polveri permangono nell'atmosfera e, giorno dopo giorno, vediamo che gli inquinanti si sommano". Una situazione emblematica, a questo proposito, è quella della Pianura Padana: "possiamo considerarla un grande reattore chimico, dove tutto entra ma in condizioni di alta pressione difficilmente esce", prosegue l'esperto. "In condizioni di forti emissioni, se non c'è ventilazione, anche con i blocchi del traffico è molto difficile che in uno o due giorni si veda una reazione immediata", aggiunge. Al contrario, condizioni di "ventilazione favoriscono il rinnovo delle masse d'aria", così come l'arrivo di perturbazioni. Queste ultime portano anche la pioggia, che riduce le concentrazioni del particolato scaricando al suolo le polveri inquinanti.
In queste condizioni, prosegue, "le polveri permangono nell'atmosfera e, giorno dopo giorno, vediamo che gli inquinanti si sommano". Una situazione emblematica, a questo proposito, è quella della Pianura Padana: "possiamo considerarla un grande reattore chimico, dove tutto entra ma in condizioni di alta pressione difficilmente esce", prosegue l'esperto. "In condizioni di forti emissioni, se non c'è ventilazione, anche con i blocchi del traffico è molto difficile che in uno o due giorni si veda una reazione immediata", aggiunge. Al contrario, condizioni di "ventilazione favoriscono il rinnovo delle masse d'aria", così come l'arrivo di perturbazioni. Queste ultime portano anche la pioggia, che riduce le concentrazioni del particolato scaricando al suolo le polveri inquinanti.
Smog: a Napoli divieto circolazione auto per sei giorni A Milano sceso il PM10
Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha emanato un'ordinanza che vieta la circolazione dei veicoli sull'intero territorio dalle 9 alle 17 del 2, 4, 5, 7 e 8 gennaio e dalle 9 alle 12 del 3 gennaio. Fino al 6 gennaio disposta la riduzione degli ambienti riscaldati a 18 gradi negli edifici civili e a 17 in quelli industriali: riscaldamenti accesi massimo 9 ore. Il provvedimento che dispone il divieto di circolazione per 6 giorni revoca nello stesso tempo lo stop precedentemente programmato per l'1 gennaio, Capodanno, e per il 6, giorno dell'Epifania. Lo stop alla circolazione delle auto è stato adottato, come è scritto nel provvedimento, nell'obiettivo di consentire "un'ulteriore azione di contrasto delle misure atte a mitigare gli effetti nocivi delle polveri sottili". L'ordinanza è stata adottata alla luce del fatto che i bollettini Arpac della rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria relativi ai giorni dal 24 al 28 dicembre indicano "il persistere delle condizioni meteoclimatiche favorevoli all'accumulo delle Pm10". L'ordinanza poi stabilisce una serie di deroghe al divieto di circolazione. Il testo si trova sul sito del Comune di Napoli.
PM10 in discesa nel primo giorno seguente ai blocchi del traffico che si sono susseguiti a Milano. Lo si apprende dal bollettino sulla qualità dell'aria emesso dall'Arpa della Lombardia. I valori di Pm 10 che erano saliti anche durante i gironi di stop fino a 80 microgrammi per metro cubo d'aria, ieri sono tornati a valori tra i 59 e i 45. Secondo il bollettino di Arpa Lombardia a Milano, ieri, la centralina di Milano-Pascal segnalava 59 microgrammi per metro cubo d'aria contro gli 81 del giorno precedente, quella di Milano-Senato 51 contro 83, e quella di Milano-Verziere 45 da 73 del 29 dicembre. A scendere, però, sono stati anche i valori degli altri inquinanti, anche se ieri, ufficialmente è stato il 101/mo giorno di superamento dei livelli di legge consentito, che per il Pm10 è di 50 microgrammi per metro cubo (convenzionalmente se anche un solo valore supera detta soglia si considera superato il limite).
PM10 in discesa nel primo giorno seguente ai blocchi del traffico che si sono susseguiti a Milano. Lo si apprende dal bollettino sulla qualità dell'aria emesso dall'Arpa della Lombardia. I valori di Pm 10 che erano saliti anche durante i gironi di stop fino a 80 microgrammi per metro cubo d'aria, ieri sono tornati a valori tra i 59 e i 45. Secondo il bollettino di Arpa Lombardia a Milano, ieri, la centralina di Milano-Pascal segnalava 59 microgrammi per metro cubo d'aria contro gli 81 del giorno precedente, quella di Milano-Senato 51 contro 83, e quella di Milano-Verziere 45 da 73 del 29 dicembre. A scendere, però, sono stati anche i valori degli altri inquinanti, anche se ieri, ufficialmente è stato il 101/mo giorno di superamento dei livelli di legge consentito, che per il Pm10 è di 50 microgrammi per metro cubo (convenzionalmente se anche un solo valore supera detta soglia si considera superato il limite).
Smog: Agronomi, con piu' alberi meno polveri sottili Sisti, riprogettare città più verdi è strategia di lungo periodo
(ANSA) - ROMA, 30 DIC - «Lo smog nelle città italiane si combatte con una maggiore presenza di alberi. Più vegetazione e meno polveri sottili, non è uno slogan ma una strategia nel lungo periodo per ridurre un problema ormai annoso. Purtroppo il rapporto alberi-cemento è sbilanciato dalla parte di quest'ultimo, serve riprogettare città più verdi ed ecosostenibili, città a misura d'uomo, per migliorare la qualità della vita dei nostri figli». E' quanto sottolinea Andrea Sisti, presidente Conaf (Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali), intervenendo nel dibattito sull'inquinamento delle principali città italiane. Alberi e piante, - sottolineano gli agronomi - svolgendo un'azione filtrante nei confronti delle principali sostanze inquinanti gassose e il particolato atmosferico, sono in grado di rimuoverne quantità consistenti, come nel caso delle polveri sottili. «Il verde urbano - aggiunge Sisti - è essenziale per la mitigazione dell'inquinamento atmosferico. Dobbiamo iniziare a parlare di agronomia urbana e di arboricoltura urbana nella progettazione della città del futuro». Ed in questo nuovo approccio culturale, la Legge 10 (del 14 gennaio 2013) sulle "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani" che ha portato al Comitato per lo sviluppo del verde pubblico istituito dal Ministero dell'Ambiente, di cui fa parte il presidente degli Agronomi, potrà avere un ruolo determinante. «Fino ad oggi - conclude Sisti - abbiamo avuto norme passive, oggi è il momento di gestire e riqualificare, bisogna avere il coraggio di intervenire in maniera attiva come professionisti, incidendo nella riqualificazione delle città».(ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2015/12/30/smog-agronomi-con-piu-alberi-meno-polveri-sottili_e359cc84-2520-4fb6-8b0f-2eccaefeaa8e.html
Smog: auto a 30 km in città, termosifoni 2 gradi in meno Galletti, c'è strategia nazionale. Fine Babele provvedimenti
Un fondo da dodici milioni di euro subito disponibile per le iniziative dei Comuni sul trasporto pubblico locale e la mobilità condivisa. È una delle proposte del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti per rispondere all'emergenza smog, resa nota al termine della riunione tra il ministro, i governatori e i sindaci delle grandi città. In pratica sono risorse per biglietti gratis o a tariffa agevolata per i mezzi pubblici o per favorire la mobilità condivisa (come il car sharing), durante l'emergenza smog che scatta dopo sette giorni di sforamento del limite di legge delle polveri sottili PM10 cioè 35 microgrammi per metro cubo.
Mentre a Roma e Milano i valori delle polveri sottili sono ancora in aumentononostante i divieti di corcolazione.
Riduzione di due gradi delle temperature massimo di riscaldamento negli edifici pubblici e privati e limite di velocità di trenta chilometri orari nelle aree urbane(estese a tutto il territorio comunale). Sono le misure indicate dal ministero dell'Ambiente per affrontare l'emergenza smog e contenute nel protocollo deciso oggi nella riunione del ministro con governatori delle Regioni e sindaci delle grandi aree metropolitane. Tra le soluzioni avanzate anche il sostegno ai Comuni per l'incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico locale con bus gratis e lo stop condizionato ai camini che prevede la limitazione dell'utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
Un Comitato di coordinamento ambientale e una task force fra sindaci delle città metropolitane e i presidenti di regione, presieduta dal ministro dell'Ambiente. Sono due elementi del Piano strategico triennale sul territorio metropolitano deciso al termine della riunione. "È' una grande alleanza, e' un grande successo da ascrivere a regioni, comuni e al ministero" ha detto Galletti.
Ammontano a 405 milioni le risorse programmate e disponibili per la strategia di medio periodo contro lo smog nelle grandi città. Lo ha detto il ministro Galletti precisando che 35 milioni sono per la mobilità sostenibile casa-scuola, casa-lavoro, car e bike sharing, pedibus (approvate con il collegato ambientale); 50 milioni per la realizzazione di reti di ricarica elettrica (attraverso il Fondo Kyoto), 250 milioni per l'efficienza energetica in scuole, strutture sportive e condomini (attraverso il Fondo Kyoto), 70 milioni per riqualificazione degli edifici della pubblica amministrazione centrale.
"Mi auguro che dopo questa riunione si metta fine alla babele dei provvedimentiin materia di smog", ha detto il ministro Galletti.
"Oggi si passa da interventi locali a una strategia nazionale con un coordinamento permanente che monitori la situazione e gestisca le misure messe in campo. Si è fatto un un passo avanti per adottare provvedimenti di natura strutturale che incidano sulla qualità ambientale del Paese. E' la prima volta che si mette in campo una strategia nazionale", ha sottolineato il presidente dell'Anci Piero Fassino, presente all'incontro.
"E' necessario pensare ad un fondo straordinario per tutto ciò che serve per rottamare le auto più inquinanti, un fondo che dovrà avere una posta certa, a cui le Regioni dovranno contribuire per come potranno fare. Incentivare la sostituzione mezzi è importante per ridurre le emissioni", ha aggiunto il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha evidenziato, secondo quanto si apprende, la propria contrarietà ad alcune azioni emergenziali (come blocco euro 3 diesel) e ha sottolineato come il Governo debba impegnarsi sul fronte delle risorse ritenute "del tutto insufficienti". "Servono degli zeri in più" avrebbe detto il governatore al ministro Galletti. All'incontro odierno era presente anche il governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso.
Meno 2 gradi riscaldamento, limiti -20 km/h in città
Riduzione di due gradi delle temperature massimo di riscaldamento negli edifici pubblici e privati e limite di velocità di trenta chilometri orari nelle aree urbane (estese a tutto il territorio comunale). Sono le misure indicate dal ministero dell'Ambiente per affrontare l'emergenza smog e contenute nel protocollo deciso oggi nella riunione del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti con governatori delle Regioni e sindaci delle grandi aree metropolitane. Tra le soluzioni avanzate anche il sostegno ai Comuni per l'incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico locale con bus gratis e lo stop condizionato ai camini che prevede la limitazione dell'utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
Fassino, per la prima volta una strategia nazionale"Oggi si passa da interventi locali a una strategia nazionale con un coordinamento permanente che monitori la situazione e gestisca le misure messe in campo. Si è fatto un un passo avanti per adottare provvedimenti di natura strutturale che incidano sulla qualità ambientale del Paese. E' la prima volta che si mette in campo una strategia nazionale". Così il presidente dell'Anci Piero Fassino.
Bonaccini, rottamare le auto più inquinanti"E' necessario pensare ad un fondo straordinario per tutto ciò che serve per rottamare le auto più inquinanti, un fondo che dovrà avere una posta certa, a cui le Regioni dovranno contribuire per come potranno fare. Incentivare la sostituzione mezzi è importante per ridurre le emissioni". Così il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.
Delrio, l' uso del tram è una delle soluzioni
Per il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio per contrastare l'inquinamento, incentivare l'uso del tram "è una delle soluzioni". "Il tram è la soluzione al problema dello smog - ha detto Delrio ai cronisti a Palermo a margine dell'inaugurazione delle nuove linee tramviarie - Con il presidente del Consiglio, nella Finanziaria 2016 abbiamo deciso di mettere un fondo per il rinnovo di tutto il parco rotabile, per investire di più nei mezzi sostenibili, per spostare le merci dai camion alle navi e al trasporto ferroviario. La Finanziaria già delinea delle strategie generali di sostenibilità''. "Abbiamo delle emergenze come quelle che si stanno affrontando e che sono dovute alle condizioni climatiche ma soprattutto anche al fatto che l'Italia è in ritardo rispetto agli altri paesi europei sul trasporto urbano e pubblico" ha aggiunto.
Riduzione di due gradi delle temperature massimo di riscaldamento negli edifici pubblici e privati e limite di velocità di trenta chilometri orari nelle aree urbane (estese a tutto il territorio comunale). Sono le misure indicate dal ministero dell'Ambiente per affrontare l'emergenza smog e contenute nel protocollo deciso oggi nella riunione del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti con governatori delle Regioni e sindaci delle grandi aree metropolitane. Tra le soluzioni avanzate anche il sostegno ai Comuni per l'incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico locale con bus gratis e lo stop condizionato ai camini che prevede la limitazione dell'utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
Fassino, per la prima volta una strategia nazionale"Oggi si passa da interventi locali a una strategia nazionale con un coordinamento permanente che monitori la situazione e gestisca le misure messe in campo. Si è fatto un un passo avanti per adottare provvedimenti di natura strutturale che incidano sulla qualità ambientale del Paese. E' la prima volta che si mette in campo una strategia nazionale". Così il presidente dell'Anci Piero Fassino.
Bonaccini, rottamare le auto più inquinanti"E' necessario pensare ad un fondo straordinario per tutto ciò che serve per rottamare le auto più inquinanti, un fondo che dovrà avere una posta certa, a cui le Regioni dovranno contribuire per come potranno fare. Incentivare la sostituzione mezzi è importante per ridurre le emissioni". Così il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.
Delrio, l' uso del tram è una delle soluzioni
Per il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio per contrastare l'inquinamento, incentivare l'uso del tram "è una delle soluzioni". "Il tram è la soluzione al problema dello smog - ha detto Delrio ai cronisti a Palermo a margine dell'inaugurazione delle nuove linee tramviarie - Con il presidente del Consiglio, nella Finanziaria 2016 abbiamo deciso di mettere un fondo per il rinnovo di tutto il parco rotabile, per investire di più nei mezzi sostenibili, per spostare le merci dai camion alle navi e al trasporto ferroviario. La Finanziaria già delinea delle strategie generali di sostenibilità''. "Abbiamo delle emergenze come quelle che si stanno affrontando e che sono dovute alle condizioni climatiche ma soprattutto anche al fatto che l'Italia è in ritardo rispetto agli altri paesi europei sul trasporto urbano e pubblico" ha aggiunto.
Smog: Protocollo promuove buone pratiche agricole per limitare emissioni ammoniaca da uso fertilizzati e zootecnia
quando leggo queste cose mi chiedo sempre quale diavoleria per imbrogliarci hanno in mente questa volta:
(ANSA) - ROMA, 30 DIC - Anche l'agricoltura può contribuire a combattere lo smog e migliorare la qualità dell'aria sul territorio italiano. E il protocollo sottoscritto oggi dal ministero dell'Ambiente, Anci e Conferenza delle Regioni impegna le parti alla ''promozione e diffusione di buone pratiche agricole volte alla limitazione delle emissioni di ammoniaca derivanti dalla somministrazione dei fertilizzanti azotati e dagli allevamenti, anche tenuto conto dell'aggiornamento della direttiva sui tetti nazionali alle emissioni (cosiddetta direttiva Nec) di futura emanazione''.(ANSA).
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Sos oceani, pesca sostenibile e abissi priorità 2016 Il decalogo di Oceana per il nuovo anno
ROMA - Una pesca sostenibile, la lotta per gli abissi, mare pulito e la lotta ai cambiamenti climatici: sono alcuni dei punti chiave del decalogo messo a punto da Oceana, organizzazione internazionale per la conservazione marina, per un 2016 all'insegna della tutela degli oceani.
L'organizzazione chiede ai Paesi di passare all'azione dopo aver adottato l'accordo di Parigi al summit Onu sul clima (Cop21) sottolineando quanto sia importante garantire l'integrità di tutti gli ecosistemi, compresi gli oceani. "Il mare è la fonte primaria di vita sulla terra, ma noi continuiamo a saccheggiare con noncuranza le sue ricchezze e a compromettere il suo futuro e il nostro", spiega Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa. "Oceana sta lanciando un chiaro avvertimento: i problemi creati dagli esseri umani possono essere risolti solo dagli esseri umani ed esistono azioni fondamentali che i leader a livello mondiale, i responsabili politici, le industrie e i cittadini possono attuare nel 2016 per iniziare a invertire il declino dei nostri oceani".
Tra le dieci azioni fondamentali che potrebbero cambiare il futuro del mare per Oceana in cima c'è l'ideazione di piani di gestione per gli habitat e le specie vulnerabili. Poi la necessità di non catturare più pesci di quelli che il mare può rifornire e la promozione dell'uso di pratiche di pesca che rispettino l'ambiente, in modo da evitare l'uccisione di specie non bersaglio. Occorre quindi eliminare la pesca illegale e dichiarare coloro che traggono profitto da questa attività legalmente responsabili. Altro punto chiave è la lotta per gli abissi, i cui habitat ospitano specie vulnerabili. Altra priorità l'azione contro il cambiamento climatico e per un mare pulito. Oceana chiede infine di muoversi verso le energie pulite, investire di più nella ricerca marina e sensibilizzare l'opinione pubblica sul mare.
L'organizzazione chiede ai Paesi di passare all'azione dopo aver adottato l'accordo di Parigi al summit Onu sul clima (Cop21) sottolineando quanto sia importante garantire l'integrità di tutti gli ecosistemi, compresi gli oceani. "Il mare è la fonte primaria di vita sulla terra, ma noi continuiamo a saccheggiare con noncuranza le sue ricchezze e a compromettere il suo futuro e il nostro", spiega Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa. "Oceana sta lanciando un chiaro avvertimento: i problemi creati dagli esseri umani possono essere risolti solo dagli esseri umani ed esistono azioni fondamentali che i leader a livello mondiale, i responsabili politici, le industrie e i cittadini possono attuare nel 2016 per iniziare a invertire il declino dei nostri oceani".
Tra le dieci azioni fondamentali che potrebbero cambiare il futuro del mare per Oceana in cima c'è l'ideazione di piani di gestione per gli habitat e le specie vulnerabili. Poi la necessità di non catturare più pesci di quelli che il mare può rifornire e la promozione dell'uso di pratiche di pesca che rispettino l'ambiente, in modo da evitare l'uccisione di specie non bersaglio. Occorre quindi eliminare la pesca illegale e dichiarare coloro che traggono profitto da questa attività legalmente responsabili. Altro punto chiave è la lotta per gli abissi, i cui habitat ospitano specie vulnerabili. Altra priorità l'azione contro il cambiamento climatico e per un mare pulito. Oceana chiede infine di muoversi verso le energie pulite, investire di più nella ricerca marina e sensibilizzare l'opinione pubblica sul mare.
I pesticidi danneggiano i polmoni dei bimbi
Non passa mese senza che i risultati di nuove indagini cliniche rivelino come i pesticidi siano responsabili di danni alla salute in precedenza non considerati o solo ipotizzati. Molto spesso queste tristi evidenze mediche riguardano i bambini. In una società dove crollati i riferimenti sociopolitici ed ideologici è l’etica che deve tornare a informare i comportamenti queste considerazioni pesano come macigni. Non potevate dire “non sapevamo”, “ubbidivamo agli ordini”, “il mercato ce lo imponeva”, “eravamo costretti dalla globalizzazione”. Ma il crimine contro lumanità resta e i complici sono tanti.
I Pesticidi indeboliscono i polmoni dei bambini come il fumo passivo
Si è spesso detto che la campagna è il luogo ideale per crescere i figli. Lontano dall’inquinamento della città, si può godere di ampi spazi aperti e di un sano stile di vita, a contatto con la natura.
Ma un nuovo studio ha messo in guardia proprio i bambini che vivono vicino le aziende agricole e sono esposti a una comune classe di pesticidi. Affermano che la vicinanza a quei prodotti chimici agricoli causa nei bambini l’insorgenza di debolezza polmonare. Gli esperti affermano che è altrettanto dannoso quanto il fumo passivo.
Lo studio è il primo a collegare l’esposizione di basso livello cronico ai pesticidi organofosfati alla salute dei polmoni nei bambini.
Lo studio è il primo a collegare l’esposizione di basso livello cronico ai pesticidi organofosfati alla salute dei polmoni nei bambini.
I ricercatori hanno scoperto che i livelli di metaboliti dei pesticidi organofosforici nel corpo dei bambini, che vivevano vicino le aziende agricole, sono collegabili a respiri più deboli e problemi asmatici. Lo studio ha trovato che ogni aumento di dieci volte delle concentrazioni di pesticida è stata associata ad una diminuzione di 159 millilitri della funzione polmonare. Ciò equivale a circa l’8% di aria, quanto serve, in media, per spegnere una candela. Inoltre, i bambini che sono esposti a questi pesticidi affrontano un rischio maggiore di malattia polmonare ostruttiva cronica in età adulta, una delle malattie respiratorie più comuni nel mondo.
La dottoressa Brenda Eskenazi della University of California, di Berkeley – uno degli autori dello studio – ha affermato: “I ricercatori hanno sempre descritto i problemi respiratori dei lavoratori agricoli che sono esposti a questi pesticidi, ma questi nuovi risultati riguardano i bambini che vivono in una zona agricola in cui vengono utilizzati gli organofosfati”.
Lo studio ha esaminato la funzione polmonare di 279 bambini che vivono nella Salinas Valley in California. I bambini partecipanti facevano parte del Centro per la Valutazione della Salute di Madri e Bambini di Salinas, uno studio longitudinale che li seguiva dal grembo all’adolescenza. Per cinque volte, i ricercatori hanno raccolto campioni di urina da bambini di età compresa tra i sei mesi e i cinque anni per testare i livelli di metaboliti dei pesticidi organofosforici. All’età di sette anni, i bambini sono stati sottoposti ad un test spirometrico per misurare la quantità di aria che potrebbero espirare.
La dottoressa Rachel Raanan, un altro autore dello studio, ha affermato:“I bambini nel nostro studio esposti ad antiparassitari superiori avevano capacità respiratoria inferiori. Se la funzione polmonare ridotta persiste in età adulta, potrebbe esporre i nostri partecipanti ad maggior rischio di sviluppare problemi respiratori”.
Per ridurre al minimo l’esposizione di un bambino, i ricercatori suggeriscono che gli agricoltori dovrebbero rimuovere i loro abiti di lavoro comprese le scarpe prima di entrare nelle loro case e che i bambini siano tenuti al chiuso quando sui campi vengono spruzzati i pesticidi. Inoltre frutta e verdura dovrebbero essere lavate accuratamente prima di mangiare.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Thorax.
La dottoressa Brenda Eskenazi della University of California, di Berkeley – uno degli autori dello studio – ha affermato: “I ricercatori hanno sempre descritto i problemi respiratori dei lavoratori agricoli che sono esposti a questi pesticidi, ma questi nuovi risultati riguardano i bambini che vivono in una zona agricola in cui vengono utilizzati gli organofosfati”.
Lo studio ha esaminato la funzione polmonare di 279 bambini che vivono nella Salinas Valley in California. I bambini partecipanti facevano parte del Centro per la Valutazione della Salute di Madri e Bambini di Salinas, uno studio longitudinale che li seguiva dal grembo all’adolescenza. Per cinque volte, i ricercatori hanno raccolto campioni di urina da bambini di età compresa tra i sei mesi e i cinque anni per testare i livelli di metaboliti dei pesticidi organofosforici. All’età di sette anni, i bambini sono stati sottoposti ad un test spirometrico per misurare la quantità di aria che potrebbero espirare.
La dottoressa Rachel Raanan, un altro autore dello studio, ha affermato:“I bambini nel nostro studio esposti ad antiparassitari superiori avevano capacità respiratoria inferiori. Se la funzione polmonare ridotta persiste in età adulta, potrebbe esporre i nostri partecipanti ad maggior rischio di sviluppare problemi respiratori”.
Per ridurre al minimo l’esposizione di un bambino, i ricercatori suggeriscono che gli agricoltori dovrebbero rimuovere i loro abiti di lavoro comprese le scarpe prima di entrare nelle loro case e che i bambini siano tenuti al chiuso quando sui campi vengono spruzzati i pesticidi. Inoltre frutta e verdura dovrebbero essere lavate accuratamente prima di mangiare.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Thorax.
https://pesticidinograzie.wordpress.com/2015/12/30/i-pesticidi-danneggiano-i-polmoni-dei-bimbi/
Latina Ambiente, 40 giorni per decidere del futuro
E’ stato riassunto ieri mattina davanti al Tribunale delle imprese il procedimento che prelude la messa in stato di liquidazione della Latina Ambiente spa. Adesso il Collegio avrà 40 giorni di tempo per decidere cosa fare della gestione della società dei rifiuti partecipata a maggioranza del 51% dal Comune di Latina.
Per saperne di più, l'articolo completo in edicola con Latina Oggi del 31-12-2015
http://www.latinaoggi.eu/news/news/8932/Latina-Ambiente--40-giorni-per-decidere-del-futuro.html
Maxi sequestro di rifiuti interrati in via Valsugana Aprilia
n meno di 48 ore gli agenti del Settore Ecologia e Ambiente del Corpo della Polizia locale di Aprilia hanno ricevuto una segnalazione, l’hanno verificata, hanno effettuato i sopralluoghi e posto sotto sequestro un’area in cui erano stati interrati materiali inerti.
La scoperta è stata effettuata in via Valsugana, una traversa di via Valtellina, tra Campo di Carne e Aprilia. Gli agenti di viale Europa hanno ricevuto qualche segnalazione da alcuni residenti che denunciavano uno strano movimento di mezzi e materiale all’apparenza proveniente da lavorazioni edili. E così è scattato un primo sopralluogo nel pomeriggio di martedì. Sull’area sono stati trovati tre, quattro cumuli di calcinacci e gli agenti hanno intimato ai responsabili della dita e del terreno di rimuoverli o comunque di non spargerli sul campo. Poi ieri mattina (dato che la prima verifica è avvenuta quando il sole era già tramontato) gli uomini diretti dal comandante Massimo Marini sono tornati sul posto. Qui hanno scoperto che i cumuli erano spariti tutti tranne uno. Ma la successiva verifica ha permesso di accertare che il materiale, lungi dall’essere stato rimosso e smaltito, era stato sparso sul campo e ricoperto. A quel punto, gli agenti guidati sul posto dal tenente Tonino Palma, hanno deciso di dover porre l’area sotto sequestro preventivo.
La scoperta è stata effettuata in via Valsugana, una traversa di via Valtellina, tra Campo di Carne e Aprilia. Gli agenti di viale Europa hanno ricevuto qualche segnalazione da alcuni residenti che denunciavano uno strano movimento di mezzi e materiale all’apparenza proveniente da lavorazioni edili. E così è scattato un primo sopralluogo nel pomeriggio di martedì. Sull’area sono stati trovati tre, quattro cumuli di calcinacci e gli agenti hanno intimato ai responsabili della dita e del terreno di rimuoverli o comunque di non spargerli sul campo. Poi ieri mattina (dato che la prima verifica è avvenuta quando il sole era già tramontato) gli uomini diretti dal comandante Massimo Marini sono tornati sul posto. Qui hanno scoperto che i cumuli erano spariti tutti tranne uno. Ma la successiva verifica ha permesso di accertare che il materiale, lungi dall’essere stato rimosso e smaltito, era stato sparso sul campo e ricoperto. A quel punto, gli agenti guidati sul posto dal tenente Tonino Palma, hanno deciso di dover porre l’area sotto sequestro preventivo.
Per saperne di più, l'articolo completo in edicola con Latina Oggi del 31-12-2015 http://www.latinaoggi.eu/news/aprilia/8936/Maxi-sequestro-di-rifiuti-interrati-in-via-Valsugana.html
Latina, dal 1° luglio 2016 la raccolta porta a porta Risparmi per il conferimento dei rifiuti a Rida
di Andrea Apruzzese
LATINA – Il 1° luglio 2016 partirà il servizio di raccolta rifiuti porta a porta su tutto il territorio comunale di Latina; gara permettendo, s’intende.
La data è contenuta tra le righe di una determina pubblicata sull’albo pretorio: è la consueta approvazione del contratto con Rida Ambiente per il conferimento dei rifiuti all’impianto di trattamento di Aprilia.
Avviene la presa d’atto della tariffa (126 euro a tonnellata, che diventano 147 euro con i benefit per i Comuni di Aprilia e San Vittore e l’iva) stabilita dalla Regione Lazio, e quindi la spesa complessiva, stimata al netto dell’iva in 5.366.400 euro per il 2015. E poi, ecco la sorpresa: fermo restando che era nota l’intenzione della passata amministrazione comunale di passare alla raccolta integrale porta a porta basata sul progetto della società Erika, confermata dall’attuale gestione commissariale, è la prima volta che nero su bianco appare una data: «Considerato il progressivo incremento della percentuale di raccolta differenziata, in ragione dell’implementazione, a far data dal 1° luglio 2016, del sistema di raccolta domiciliare su tutto il territorio comunale, previsto nel nuovo affidamento del servizio di igiene urbana, vengono stimate le quantità di rifiuti da portare al conferimento: 40mila tonnellate per il 2016; 28mila tonnellate per il 2017; 20mila tonnellate per il 2018».
Calerà così anche la spesa per il conferimento: dai 5.366.400 euro per il 2016, si dovrebbe poi scendere a 3.756.480 euro per il 2017 e 2.683.200 euro per il 2018. Considerando che si tratta di costi in Pef (Piano economico e finanziario) coperti dalle bollette Tari, sembra una buona notizia. In realtà, ci saranno da considerare i costi per l’avvio della raccolta differenziata integrale porta a porta, che saranno considerevoli.
La data è contenuta tra le righe di una determina pubblicata sull’albo pretorio: è la consueta approvazione del contratto con Rida Ambiente per il conferimento dei rifiuti all’impianto di trattamento di Aprilia.
Avviene la presa d’atto della tariffa (126 euro a tonnellata, che diventano 147 euro con i benefit per i Comuni di Aprilia e San Vittore e l’iva) stabilita dalla Regione Lazio, e quindi la spesa complessiva, stimata al netto dell’iva in 5.366.400 euro per il 2015. E poi, ecco la sorpresa: fermo restando che era nota l’intenzione della passata amministrazione comunale di passare alla raccolta integrale porta a porta basata sul progetto della società Erika, confermata dall’attuale gestione commissariale, è la prima volta che nero su bianco appare una data: «Considerato il progressivo incremento della percentuale di raccolta differenziata, in ragione dell’implementazione, a far data dal 1° luglio 2016, del sistema di raccolta domiciliare su tutto il territorio comunale, previsto nel nuovo affidamento del servizio di igiene urbana, vengono stimate le quantità di rifiuti da portare al conferimento: 40mila tonnellate per il 2016; 28mila tonnellate per il 2017; 20mila tonnellate per il 2018».
Calerà così anche la spesa per il conferimento: dai 5.366.400 euro per il 2016, si dovrebbe poi scendere a 3.756.480 euro per il 2017 e 2.683.200 euro per il 2018. Considerando che si tratta di costi in Pef (Piano economico e finanziario) coperti dalle bollette Tari, sembra una buona notizia. In realtà, ci saranno da considerare i costi per l’avvio della raccolta differenziata integrale porta a porta, che saranno considerevoli.
Mercoledì 30 Dicembre 2015, 19:33 - Ultimo aggiornamento: 19:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.ilmessaggero.it/latina/latina_1_luglio_2016_la_raccolta_porta_porta_risparmi_conferimento_rifiuti_rida-1454351.html
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Indeco ci scrive a proposito del verbale dell'ArpaLazio sulle emissioni del 29 settembre 2015 sulle non conformità riscontrate
La società Indeco era convinta di incontrare il comitato dei cittadini riuniti di Borgo Montello e Bainsizza contro la discarica, martedì al comune di Latina in sede di conferenza dei servizi a proposito della bonifica (o presunta tale) interna alla discarica di Borgo Montello a carico di Ecoambiente, per consegnare la nota pubblicata. Ma il comune di Latina non ha ritenuto nè di rispondere alle nostre richieste nè di invitarci. Ne prendiamo atto. Così come prendiamo atto della nota di Indeco e della disponibilità della società più volta propensa al confronto e al dialogo trasparente. Per lo stesso obiettivo dell'informazione trasparente abbiamo sempre pubblicato gli atti ufficiali, in questo caso dell'ArpaLazio, senza aggiungere o togliere nulla in modo che ognuno si possa formare una propria idea. Abbiamo chiesto all'Indeco come fosse andata la riunione di martedì non ci hanno voluto rispondere ma riteniamo che la questione bonifica non sia esattamente una questione archiviata o facile da gestire. Purtroppo lo avevamo previsto e purtroppo abbiamo avuto troppo spesso ragione a temere per la salute pubblica e per l'ambiente. Tante volte avremmo voluto sbagliarci. A volte è successo, ma la realtà è stata peggiore dei nostri timori. Questa la nota a proposito del verbale del 29 settembre dell'Ente di controllo regionale dell'ambiente: L'ArpaLazio in merito alle emissioni odorigene moleste e ai dati trasmessi periodicamente dalla società Indeco nella discarica di Borgo Montello avanza diversi dubbi sulla regolarità, completezza e correttezza dei dati trasmessi (vedere nota del 29.9.2015:
Per questo motivo è stato richiesto alla regione Lazio che sta esaminando il progetto del sopralzo dell'invaso S8 di inserire tale importante documentazione all'interno della procedura di VIA (valutazione di impatto ambientale), presentata il 12 maggio 2015 ancora in corso.
E' solo una coincidenza che nemmeno questo documento fosse stato esaminato ed elencato nella conferenza dei servizi del 29 ottobre 2015?
Queste alcune delle osservazioni dell'ArpaLazio:
Pagina 3
- “in relazione alla stabilità dell'insieme che deve essere verificato con frequenza semestrale, la società ha dichiarato nel verbale di sopralluogo che il fronte di abbancamento dei rifiuti è attualmente conforme alla relazione del 25/10/2012. La società ha fornito inoltre copia di una dichiarazione risalente al 16/12/2014 effettuata su carta semplice e non su carta intestata e priva di riferimenti al professionista firmatario della stessa. Non sono stati forniti ulteriori documenti con data successiva a quella indicata (prescrizione 29)”
lettera a) punto 12 “per ogni giorno di monitoraggio è allegata una planimetria priva di riferimenti geografici dove vengono macroscopicamente indicate delle postazioni di misura e la direzione del vento. Tali postazioni non sono univocamente localizzate nella suddetta planimetria... A tale riguardo la postazione a monte e a valle della discarica non è sempre congruente con la direzione del vento indicata.”
Lettera b) punto 12 pag. 4 “nella scelta delle postazioni emergono diverse perplessità. Infatti con la stessa denominazione sono indicate postazioni che in planimetria sono localizzate in posizioni diverse. Talvolta stesse postazioni vengono selezionate con condizioni di direzioni di vento diverse. Inoltre la postazione identificata con la denominazione I1V in realtà corrisponde a più postazioni di misura (da I1/1V a I1/5V) di cui non è chiaro il criterio di scelta “
punto 17: … “tuttavia da un confronto effettuato con la centralina della rete micrometeorologica di ArpaLazio localizzata a Latina Borgo Piave si rileva che la comunicazione della direzione del vento risulta invertita... inoltre dai dati mensili trasmessi non contengono informazioni circa la direzione o la velocità del vento, tale fatto potrebbe far ipotizzare un'anomalia del sistema di misurazione che tuttavia non è stata evidenziata dalla società.”
Conclusioni pag. 7
a) “in relazione al monitoraggio delle emissioni diffuse si evidenzia la non univoca identificazione delle postazioni di misura, la frequente incongruenza delle postazioni con la direzione del vento indicata, l'assenza di postazioni di misura a valle collocate a ridosso del confine della discarica,
b) in relazione ai dati meteo si evidenzia l'inversione della direzione del vento comunicata rispetto alle convenzioni internazionali;
- in relazione alla verifica della stabilità dei fronti di abbancamento dei rifiuti, si chiede una più appropriata documentazione rispetto alle convenzioni internazionali.
Rispetto ai precedenti sopralluoghi e relazioni di servizio già trasmesse rimangono irrisolte le seguenti non conformità:
- in relazione alle modalità di accesso di campionamento per i punti di emissione in atmosfera E1, E2, E7 ed E8 (torce);
e) in relazione all'installazione del motore E6 per l'utilizzo energetico del biogas prodotto da S8 e parte di altri bacini”
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