La tombola del porco, la riffa col vitello, la corsa delle galline: sagre, lotterie e riffe popolari dove si vincono le bestie da immolare. E a cui gli animalisti hanno dichiarato guerra
Chi salva una vita, salva il mondo intero": con questo motto, proprio alle porte di Natale l'associazione Animalisti Italiani aveva comunicato la lieta novella: grazie al loro intervento, "laTombola del Porco" era stata annullata. Il bingo natalizio "alla medievale" era previsto in un ristorante di Ferentino, un piccolo centro in provincia di Frosinone: per premio, un maialino vivo. Solo l'intervento delle forze dell'ordine ha costretto il locale ciociaro a rimuovere l'evento dalla sua programmazione festiva. "Siamo riusciti a impedire l'utilizzo di animali vivi nel corso di questa lotteria locale. Un fenomeno sia estivo che invernale, tutt'altro che estinto: sono numerose le sagre paesane che mettono in palio agnelli, asini, vitellini invece della solita crociera o utilitaria Fiat" racconta all'Espresso Paolo Cirillo, vicepresidente di "Animalisti italiani".
Non è la prima volta che questa onlus in guerra aperta con zoo, corride, caccia, vivisezione, maltrattamenti e abbandoni di animali scopre riffe sotto banco con delle vincite anomale, per non dire macabre. C'è un'Italia profonda e che non passa, rurale, arcaica, neo-medievale, fatta di lotterie e riffe popolari in cui ci si continua a contendere animali vivi e vegeti da immolare, poi, in privatissima sede. C'è il persistere di una terra di mezzo dove è difficile scontornare il confine tra il folklore e il dolore. E l'epicentro di questa tradizione controversa sembra essere proprio il Lazio.
Nell'ottobre del 2014 gli "Animalisti" stanarono uno strano palio pubblico che avrebbe dovuto svolgersi a Vaccarecce, una frazione di Bellegra (Roma). In ballo quella volta c'erano due galline, altrettanti conigli, un'agnellina, un maiale e un vitello. "Portati a casa la capretta Sissy. Basta indovinare data e ora di nascita”: questo il cartello affisso a settembre al recinto di una capretta tibetana ad Alba Adriatica (Teramo) per promuovere l'imminente festa di quartiere. La capretta fu ritrovata legata a un albero e "liberata" dalle guardie ecozoofile. Venne sospesa pure la corsa delle galline.
Nel settembre del 2014 la Lav ricorse alle vie legali contro la riffa di una vitella viva lanciata per la festa calabrese dei Santi Cosma e Damiano a Brattirò, frazione di Drapia (Vibo Valentia). Nel 2013 di nuovo gli Animalisti Italiani riuscirono invece nell'ardua impresa di modificare dopo tempo immemore le regole del gioco della "Giostra del Maialetto"di Segni (nome tecnico, "còrza 'gliò porcèglio"): da lì in avanti, al termine della festa il cucciolo di suino custodito dentro un'antica cisterna e inseguito da torme di concorrenti bendati e armati di scope, non sarebbe stato dato più in pasto al vincitore, ma consegnato all'associazione animalista. La Giostra di Segni era stata riattivata giusto due anni prima, dopo uno stop lungo quasi vent'anni: nel 1992 il gruppo "Animal Liberation" aveva sporto denuncia per il maltrattamento del maialino, e il tribunale gli aveva dato ragione, nonostante nell'anno di Tangentopoli fosse ben al di là dal venire la legge n.189 del 20 luglio 2004, "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate". Che all'articolo 544-quater recita: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque organizza o promuove spettacoli o manifestazioni che comportino sevizie o strazio per gli animali è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni e con la multa da 3 mila a 15 mila euro. La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti di cui al primo comma sono commessi in relazione all'esercizio di scommesse clandestine o al fine di trarne profitto per sé o altri, ovvero se ne deriva la morte dell'animale".
Senza contare poi le varie leggi regionali, regolamenti comunali, sentenze giudiziarie anti-lotteria con scalpo suino-bovino-ovino intervenute dopo. Anche se non tutte le norme "in deroga" hanno sposato la causa della difesa degli animali.
Ogni gennaio si tiene a Recale, nel Casertano, la Festa di Sant'Antonio Abate: "La Festa, per la parte religiosa, consiste nel portare in processione, accompagnata dalla banda musicale, la statua del Santo per le strade del paese. Secondo l’antica devozione, lungo il percorso saranno raccolte delle offerte, soprattutto piccoli animali d’allevamento, di cui S. Antonio Abate è il protettore - si legge sul sito Internet del comitato organizzatore -. Per la parte folkloristica e ludica sarà allestito un piccolo palco che sarà utilizzato per le “grida” del banditore che durante una simpatica e colorita asta venderà gli animali offerti al Santo".
Ha fatto spesso discutere la "zoopesca" (o "pesca animalesca") in uso nella storica Fiera di Arsego, a San Giorgio delle Pertiche (Padova). Uccelli, mammiferi e rettili estratti a sorte, conferiti ai vincitori dopo assordanti giornate in gabbia. Il problema per di più è bipartisan. Riportano le cronache locali del tempo che nel 2012, per il 25 aprile, Rifondazione Comunista avesse in serbo di mettere in palio un maialino vivo per la riffa di Sicignano degli Alburni, in provincia di Salerno. E che nel 2011 i "100% animalisti" lanciarono un appello al sacerdote di Cusignana di Giavera del Montello (Treviso) affinché spezzasse l'usanza di regalare una puledra a chi ne indovinava il peso. Un po' come nel programma di Raffaella Carrà di trenta e passa anni fa: solo che allora se azzeccavi il numero esatto dei fagioli nel barattolo, vincevi gettoni d'oro. Molto più moderni e cristiani quelli, no. http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/12/29/news/l-italia-profonda-che-mette-i-palio-gli-animali-vivi-1.245272?ref=HEF_RULLO
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