ALLA REGIONE LAZIO
ALLA PROVINCIA DI LATINA
AL COMUNE DI PONTINIA
AL MINISTERO DELL'AMBIENTE
oggetto: scarsità d'acqua e campi da golf
Si legge sulle cronache locali che fioriscono numerosi campi da golf nella pianura pontina, da Aprilia fino a Pontinia, Sabaudia e San Felice Circeo. Di seguito si riportano alcune stime che proporzionate al campo da golf progettato a Pontinia (sembra di 26 ha con quasi migliaia di mc di costruzioni al posto del terreno agricolo): si passa da un consumo pari a 300 persone, a 8000 persone (come il centro abitato di Pontinia). Secondo l'agenzia europea invece si arriva a un consumo di 175 mila mc all'anno, pari al consumo di circa 500 persone (per 400 litri al giorno a persona) o di 2000 persone (per 100 litri di acqua consumati al giorno a persona). Intanto secondo lo studio "Global Monthly Water Scarcity, la scarsità d'acqua colpisce circa 2,7 miliardi di persone. (vedere Blue Water Footprints versus Blue Water Availability" pubblicato su PLoS ONE online che ha analizzato per la prima volta 405 bacini fluviali nel mondo, tra cui il Po. I dati, raccolti dall'Università olandese di Twente, dal Water Footprint Network, dal Nature Conservancy e dal Wwf, sono stati lanciati nell'ambito della campagna "Food, Water and Energy for all" avviata in vista della Conferenza di Rio+20 sullo Sviluppo Sostenibile, che avrà luogo a giugno.). Inoltre l'Organizzazione Mondiale della Sanita' avrebbe infatti sbagliato le stime, perche' i suoi metodi di calcolo lasciano fuori oltre 30 milioni di persone. A sostenerlo sono un gruppo di ricercatori delle universita' di Bristol, Southampton, Surrey e North Carolina.
Intanto più volte dai geologi esperti della pianura pontina sono stati lanciati diversi allarme per l'abbassamento delle falde, l'impoverimento e l'inquinamento delle stesse (da arsenico per esempio) e fenomeni geologici di vario tipo con problemi anche statici per gli edifici che dall'Appia vanno verso la fascia collinare.
Per questi motivi si chiede di sottoporre ad idonea valutazione di impatto ambientale la realizzazione dei numerosi progetti di campi da golf che oltre a sottrarre terreni fertili all'agricoltura, all'inquinamento da fitofarmaci rischia di impoverire ulteriormente le falde acquifere.
Ringraziando per l'attenzione si inviano distinti saluti.
Pontinia 4 marzo 2012 Pontinia ecologia e territorio Giorgio Libralato
Secondo una valutazione di impatto ambientale ogni ettaro di terreno destinato a campo da golf consuma circa 1538 mc di acqua (quanto circa 42 persone) che moltiplicato per la superficie di circa 26 ettari dà un consumo pari a 300 persone circa se ne consumano 400 litri al giorno. Se invece ne consumano circa 100 litri al giorno equivale ad un paese di 1.200 abitanti. (http://www.lifepharos.it/ ambiente/sistemi/Indicatori_ golf.pdf). Anche se sempre dalla stessa fonte si sono verificati consumi maggiori. Per il prof.Vittorio Gallerani dell’Università di Bologna “Il campo da golf necessita’ di una notevole mole d’acqua irrigua per mantenere un’adeguata crescita della vegetazione nelle aree di gioco”(Agrobusiness Paesaggio Ambiente nn.2-3 1997/1998). Ogni campo da golf, tipo medio, a 18 buche, secondo stime dell’Associazione Europea del Golf, consuma in media 2.000 metri cubi di acqua al giorno. Ovvero ogni 24 ore un percorso si “beve” la stessa quantità d’acqua consumata da un paese da 8.000 persone. http://www.vasonline.it/ editoriali/golf_atzori.htm. 1) Il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente intitolato “Sustainable water use in Europe” fornisce un dato medio: 10.000 metri cubi per ettaro irrigato ogni anno, equivalenti per ciascun golf (35 ettari irrigati) ad un consumo annuo di 350.000 mc.
2) Uno studio dell’Università del Colorado intitolato “The Economic Contributions of Colorado’s Golf Industry” contenente dati raccolti direttamente dai gestori dei campi da golf dopo una campagna per la riduzione degli sprechi idrici, mostra come i 250 campi da golf del Colorado coprono una superficie di 35.600 acri, di cui il 55%, cioè 19.800 (8.000 ettari), vengono irrigati. Nel 2002 hanno utilizzato 15,6 miliardi di galloni d’acqua (59 milioni di mc): dunque 7400 mc per ettaro all’anno, e per ciascun golf un consumo annuo di 260.000 mc.
Vediamo ora cosa dice lo studio di fattibilità del golf a Daiano-Carano, datato 10/08/2006, commissionato dal Comprensorio C1. Curiosamente tale studio prevede un’irrigazione minima e limitata a soli 18 ettari (solo il 36% dei 65 ettari, mentre in Colorado è irrigato in media il 55%). Grazie all’evidente sottostima di irrigazione e di superficie irrigata, viene previsto un fabbisogno annuo di 44.000 mc. Notare che esso è tuttavia paurosamente vicino al consumo di tutto il Comune di Daiano: 45.319 mc erogati su 460 contatori nell’anno 2005. http://old.ecceterra.org/ docum.php?id=1295
Sos acqua: fiumi a secco, Po compreso
In un rapporto la mappa dell'emergenza
03 marzo, 14:32
La scarsità d'acqua colpisce quasi 2,7 miliardi di persone per almeno un mese ogni anno. E' quanto denuncia lo studio "Global Monthly Water Scarcity: Blue Water Footprints versus Blue Water Availability" pubblicato su PLoS ONE online che ha analizzato per la prima volta 405 bacini fluviali nel mondo, tra cui il Po. I dati, raccolti dall'Università olandese di Twente, dal Water Footprint Network, dal Nature Conservancy e dal Wwf, sono sati lanciati nell'ambito della campagna "Food, Water and Energy for all" avviata in vista della Conferenza di Rio+20 sullo Sviluppo Sostenibile, che avrà luogo a giugno. In particolare sono stati valutati, tra il 1996 e il 2005, i flussi idrici di bacini che coprono il 66% delle terre emerse. Risultato: ben 201 fiumi, su cui gravita la vita di 2.67 miliardi di persone, subiscono una grave scarsità d'acqua per almeno un mese all'anno a causa soprattutto dell'agricoltura.
"Ci sono - afferma Arjen Hoekstra dell'università di Twente, che ha definito il concetto di impronta idrica (volume di acqua necessaria per produrre un bene) - molti luoghi critici: fiumi in secca, diminuzione dei livelli dei laghi e delle acque sotterranee". Tra questi anche il Po, bacino che a fronte di una grande disponibilità d'acqua subisce un prelievo intensivo particolarmente in estate a causa dell'irrigamento dei campi coltivati. Complessivamente il volume medio annuo prelevato ammonta a circa il 70% dei deflussi naturali. Tra gli effetti: il prosciugamento di una serie di ambienti umidi perifluviali, la risalita di acqua salmastra, la decimazione della biodiversità e danni economici, come dimostrano i casi del Rio Grande (Rio Bravo), dell'Indo e dei bacini idrografici del Murray-Darling. Il 92% dell'impronta idrica totale dell'umanità, afferma il rapporto, è dovuta all'agricoltura irrigata che consuma più acqua di città (3.6%) e industrie (4.4%).
In Italia l'intera filiera agricola assorbe circa il 60% del consumo di acqua. "Con una nuova economia - afferma Gianfranco Bologna direttore scientifico del Wwf Italia - e un nuovo modo di produrre, potremmo avere abbastanza cibo, acqua ed energia per tutti". E conclude: "per ottenere un chilogrammo di bistecca sono necessari 15.000 litri di acqua, per un chilo di pane 1.600 litri. Se vogliamo garantire un futuro alla vita sul pianeta dobbiamo trasformare culture e mercati riducendo l'impatto sulle risorse naturali entro i limiti che il nostro pianeta ci offre"
"Ci sono - afferma Arjen Hoekstra dell'università di Twente, che ha definito il concetto di impronta idrica (volume di acqua necessaria per produrre un bene) - molti luoghi critici: fiumi in secca, diminuzione dei livelli dei laghi e delle acque sotterranee". Tra questi anche il Po, bacino che a fronte di una grande disponibilità d'acqua subisce un prelievo intensivo particolarmente in estate a causa dell'irrigamento dei campi coltivati. Complessivamente il volume medio annuo prelevato ammonta a circa il 70% dei deflussi naturali. Tra gli effetti: il prosciugamento di una serie di ambienti umidi perifluviali, la risalita di acqua salmastra, la decimazione della biodiversità e danni economici, come dimostrano i casi del Rio Grande (Rio Bravo), dell'Indo e dei bacini idrografici del Murray-Darling. Il 92% dell'impronta idrica totale dell'umanità, afferma il rapporto, è dovuta all'agricoltura irrigata che consuma più acqua di città (3.6%) e industrie (4.4%).
In Italia l'intera filiera agricola assorbe circa il 60% del consumo di acqua. "Con una nuova economia - afferma Gianfranco Bologna direttore scientifico del Wwf Italia - e un nuovo modo di produrre, potremmo avere abbastanza cibo, acqua ed energia per tutti". E conclude: "per ottenere un chilogrammo di bistecca sono necessari 15.000 litri di acqua, per un chilo di pane 1.600 litri. Se vogliamo garantire un futuro alla vita sul pianeta dobbiamo trasformare culture e mercati riducendo l'impatto sulle risorse naturali entro i limiti che il nostro pianeta ci offre"
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Acqua: Obiettivo Millennio, sbagliati dati accesso potabile
Scienziati, 30 mln persone in piu' senza acqua, lontani da meta
03 marzo, 14:31
ROMA - Uno degli Obiettivi di sviluppo del Millennio dell'Onu, quello che prevede di dimezzare la percentuale della popolazione senza accesso all'acqua potabile entro il 2015 e' piu' lontano dalla meta di quanto si pensava.
L'Organizzazione Mondiale della Sanita' avrebbe infatti sbagliato le stime, perche' i suoi metodi di calcolo lasciano fuori oltre 30 milioni di persone. A sostenerlo sono un gruppo di ricercatori delle universita' di Bristol, Southampton, Surrey e North Carolina.
Gli scienziati guidati da Stephen Gundry hanno rivisto i dati di una ricerca dell'Oms su cinque Paesi campione utile per capire come procedeva la realizzazione di pozzi, infrastrutture e miglioramenti delle sorgenti d'acqua. Consultando questi dati i ricercatori hanno capito che c'era una sovrastima della popolazione che aveva accesso all'acqua potabile. Il rapporto Oms definiva 'sicura' l'acqua di sorgenti dove erano stati fatti interventi migliorativi ma questo, per i ricercatori, non significava che si trattasse di acqua di buona qualita'. Infatti sono state riscontrate contaminazioni chimiche e microbiche. Rifatti i calcoli pubblicati sul bollettino dell'Oms, e' emerso che la stima di accesso all'acqua era peggiorativa in 4 Paesi su 5 e l'impatto sulla popolazione era pari a 9 milioni di persone in piu' senz'acqua potabile in Etiopia, 22 milioni in piu' in Nigeria e poco meno di due milioni tra Giordania, Nicaragua e Tajikistan.
L'Organizzazione Mondiale della Sanita' avrebbe infatti sbagliato le stime, perche' i suoi metodi di calcolo lasciano fuori oltre 30 milioni di persone. A sostenerlo sono un gruppo di ricercatori delle universita' di Bristol, Southampton, Surrey e North Carolina.
Gli scienziati guidati da Stephen Gundry hanno rivisto i dati di una ricerca dell'Oms su cinque Paesi campione utile per capire come procedeva la realizzazione di pozzi, infrastrutture e miglioramenti delle sorgenti d'acqua. Consultando questi dati i ricercatori hanno capito che c'era una sovrastima della popolazione che aveva accesso all'acqua potabile. Il rapporto Oms definiva 'sicura' l'acqua di sorgenti dove erano stati fatti interventi migliorativi ma questo, per i ricercatori, non significava che si trattasse di acqua di buona qualita'. Infatti sono state riscontrate contaminazioni chimiche e microbiche. Rifatti i calcoli pubblicati sul bollettino dell'Oms, e' emerso che la stima di accesso all'acqua era peggiorativa in 4 Paesi su 5 e l'impatto sulla popolazione era pari a 9 milioni di persone in piu' senz'acqua potabile in Etiopia, 22 milioni in piu' in Nigeria e poco meno di due milioni tra Giordania, Nicaragua e Tajikistan.
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