martedì 28 novembre 2023

il fatto quotidiano di domani in edicola IL GOVERNO APRE LA GUERRA ALLE TOGHE. I MELONIANI PER LA LINEA DURA, CONTE: “GOVERNO EVERSIVO”. I PUNTI DI VISTA DEI MAGISTRATI.

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-28-novembre-2023/

La giornata in cinque minuti

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IL GOVERNO APRE LA GUERRA ALLE TOGHE. I MELONIANI PER LA LINEA DURA, CONTE: “GOVERNO EVERSIVO”. I PUNTI DI VISTA DEI MAGISTRATI. Il governo Meloni ha dichiarato guerra alla magistratura. Ieri il consiglio dei ministri ha approvato il decreto del ministero della Giustizia sulla “pagella” per i magistrati, prevista dalla legge delega Cartabia. Poteva andare peggio: il sottosegretario Alfredo Mantovano aveva proposto di introdurre la valutazione psico-attitudinale per l’ingresso nella magistratura. L’alt è arrivato dai tecnici di via Arenula, mentre Fratelli d’Italia è sulla linea dello scontro. Ad aprire le danze è stato, domenica, il ministro Guido Crosetto, con l’accusa ai magistrati di tramare per far cadere l’esecutivo. Ieri il capogruppo FdI alla Camera, Tommaso Foti, è stato esplicito: “C’è un attacco giudiziario, arriverà una cosa nuova”. Il sottosegretario di Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari nella rassegna stampa di FdI aveva parlato di “magistratura ideologizzata”. I meloniani trovano la sponda di Matteo Renzi e del forzista Giorgio Mulé, favorevoli ai test psicologici per le toghe. Conte e Schlein hanno invitato il ministro della Difesa a chiarire le accuse in Parlamento, evitando i complottismi. Crosetto oggi ha sminuito: “Avendo parlato io di riunioni pubbliche fatte da associazioni, mi pare che ci sia poco da denunciare”. L’Associazione nazionale magistrati ha criticato il sistema di valutazione delle toghe: il pubblico ministero rischierà giudizi negativi in base al numero di richieste rifiutate dal giudice delle indagini preliminari; il giudice in base al numero di sentenze riformate nei gradi di giudizio. Risultato: per scongiurare lo stop alla carriera, un magistrato potrebbe tenersi alla larga dalle inchieste che scottano. Sul Fatto di domani leggerete le opinioni dei magistrati sui provvedimenti e le proposte del governo.


GLI INTERESSI DI GASPARRI NELLA CYBERSICUREZZA: ECCO LE ATTIVITÀ NON DICHIARATE AL SENATO. Maurizio Gasparri ha conquistato gli onori delle cronache politiche, nelle scorse settimane, per aver attaccato frontalmente il programma di inchiesta Rai Report, convocando perfino il conduttore Sigfrido Ranucci in Commissione di vigilanza per sventolargli davanti cognac e carote. Ma le contestazioni alla trasmissione ora si spiegano meglio: Report ha fatto un’inchiesta sugli interessi di Gasparri nel settore della cybersicurity. Gasparri è presidente da giugno 2021 della Cyberealm Srl. Società che non ha direttamente appalti pubblici, ma ha partecipazioni in due società che li hanno, con Rai, Esercito e Carabinieri. Affidati come tutti gli appalti pubblici tramite Consip. L’inchiesta, che abbiamo raccontato sul Fatto di oggi, mette in luce i legami del senatore di Forza Italia con figure a cavallo tra imprenditoria della sicurezza e servizi segreti. Israeliani, in questo caso. Il forzista ha omesso per anni di dichiarare queste sue partecipazioni nello stato patrimoniale, obbligatorio per i politici. Sulla questione oggi dice: “Sono certo che la legge dice di segnalare incarichi di amministratore, cioè gestione di una società, o revisore dei conti. Io non sono mai stato gestore di nulla, né revisore dei conti. Dopodiché gli uffici del Senato hanno tutte le notizie, mi atterrò alle indicazioni che daranno”. L’attacco a Report dunque era preventivo: serviva a tamponare l’impatto proprio delle suddette notizie svelate dall’inchiesta. Invece la catena di partecipazioni di Gasparri disegna un preciso schema, come vedremo sul Fatto di domani.


FINE DEL MERCATO TUTELATO, L’ULTIMO REGALO AI COLOSSI DELL’ENERGIA. Il mercato tutelato finirà presto. Il destino era scritto. Nel decreto energia varato ieri il governo non ha prorogato ulteriormente la scadenza, come avevano fatto per anni i governi precedenti, e così da gennaio per il gas e da aprile per la luce gli utenti saranno obbligati a sottoscrivere un contratto con fornitura di mercato. Le famiglie, 9 milioni circa di utenze domestiche, rischiano il salasso: soprattutto quelle meno in grado di navigare nella giungla delle offerte commerciali. Sul Fatto Economico abbiamo analizzato i rischi di questo passaggio. Oggi il PD ha chiesto al governo di ripensarci, come anche il M5s. L’aumento, ha detto Elly Schlein, è come una nuova tassa. C’è un tema di equità, perché i colossi energetici non se la sono passata male, nell’ultimo anno di inflazione e prezzi dell’energia alle stelle. Due settimane fa l’antitrust ha multato Enel, Eni, Acea, Iberdrola, Dolomiti ed Edison Energia per 15 milioni di euro per aver applicato aumenti in bolletta quando non si poteva. Ma 15 milioni sono solo lo 0,021% degli extraprofitti che le società energetiche in Italia hanno realizzato dal 2021 fino ai primi 9 mesi del 2023, per un totale di 70 miliardi di euro. Miliardi di cui il governo Meloni ha evitato di chiedere conto, applicando una norma sugli extraprofitti solo simbolica. Inoltre, visto che giovedì inizia la Cop28 di Dubai, c’è da dire che l’Italia ha tradito le promesse della transizione ecologica e continuato a finanziare con soldi pubblici i progetti energetici legati al fossile nonostante l’impegno preso alla Cop26 di Glasgow (e da cui ci siamo tirati indietro all’ultimo). Invece nei primi sei mesi del 2023 siamo stati secondi solo agli Usa per investimenti: 1,2 miliardi. Sul Fatto di domani faremo i conti in tasca alle società energetiche e vedremo come sono cambiati i loro bilanci nell’ultimo anno.


GUERRA IN MEDIO ORIENTE, IL QATAR: “LAVORIAMO A CESSATE IL FUOCO PERMANENTE”. TREGUA VIOLATA, ISRAELE E HAMAS SI RIMPALLANO LE RESPONSABILITÀ. L’ARMA DELLA PROPAGANDA. Al 53° giorno di conflitto tra Israele e Hamas, dopo il massacro del 7 ottobre firmato dai fondamentalisti, con 1.200 morti e 237 ostaggi, il tema resta la tenuta della tregua, che anche oggi prevede lo scambio tra prigionieri nelle mani degli estremisti e detenuti palestinesi, nel rapporto di 10 a 30. Il capo del Mossad, David Barnea è andato a Doha per colloqui con il direttore della Cia, William Burns e con alti funzionari del Qatar. Proprio il ministero degli Esteri del Paese arabo conferma che si sta lavorando ad un “cessate il fuoco” permanente a Gaza e che altri 20 ostaggi sono pronti per essere liberati nelle prossime 48 ore con priorità per “donne e bambini, poi i maschi, civili e militari”. Secondo alcune fonti, Israele sarebbe disposto a prolungare la tregua solo per 10 giorni, dunque fino a domenica prossima e poi riprendere il conflitto, anche nel sud della Striscia. La pausa dai combattimenti resta fragile; oggi tre ordigni sono esplosi nel nord della Striscia e alcuni soldati israeliani sono rimasti feriti; per Tel Aviv è una violazione degli accordi. La stessa cosa dice Hamas che attribuisce all’esercito ebraico la responsabilità dello scontro. Intanto in Israele i parenti degli ostaggi liberati raccontano le condizioni in cui sono stati tenuti: donne costrette in gabbia e bambini picchiati, minacciati con le armi e forzati a guardare il video delle violenze del 7 ottobre. Questo è il caso raccontato dalla zia di Eitan Yahalomi, un bambino di 12 anni. Inoltre, c’è molta preoccupazione per la sorte di Kfir Bibas, bimbo di 10 mesi rapito il 7 ottobre in un kibbutz assieme al fratello di 4 anni. Sul Fatto di domani leggerete un focus dedicato alla guerra dell’informazione, e l’utilizzo della propaganda nello scontro mediatico tra Israele e Hamas.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ucraina, avvelenata la moglie del capo degli 007. Marianna Budanova è ricoverata e ha completato la prima fase delle cure. Nel suo corpo sono stati trovati metalli pesanti: l’ipotesi è che sia stata vittima di un avvelenamento di cibo. Oltre alla moglie del capo del Gur, Kyrylo Budanov, anche diversi funzionari dell’intelligence militare di Kiev sarebbero stati avvelenati.

Manovra e pensioni, incontro governo-sindacati. Landini: “Per ora non cambia nulla”. Giorgia Meloni ha confermato l’articolo 33 della Manovra, con le decurtazioni sugli assegni per alcune categorie di dipendenti pubblici (medici e operatori sanitari, enti locali, insegnanti di materne ed elementari, ufficiali giudiziari). Al contempo, il governo ha annunciato due deroghe: nessun taglio per chi raggiunge i requisiti entro il 31 dicembre; assegno intatto anche per chi maturerà la pensione di vecchiaia (67 anni) dal 2024. Decurtazione confermata, l’anno prossimo, per le pensioni anticipate. Cgil e Uil hanno criticato l’esecutivo, la Cisl ha apprezzato l’apertura alle modifiche.

Expo 2030, vince Bin Salman. L’Arabia Saudita si è aggiudicata con 119 voti la possibilità di ospitare l’Esposizione universale 2030. Tra i concorrenti c’erano la Corea e l’Italia, che hanno preso rispettivamente 29 e 17 voti. L’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore, ha commentato duramente: “Vale il principio dell’interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile. Prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi. Non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi in consiglio di sicurezza Onu”.

Femminicidio a Salsomaggiore: uccisa dal marito a colpi di mazza in strada. Per provare a salvarsi era uscita in strada, ma il marito l’ha inseguita e uccisa con una mazza da cricket. La vittima si chiamava Meena Kumari, 66 anni e nazionalità indiana. È la vittima numero 108, l’assassinio è avvenuto a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma. Il responsabile dell’omicidio è stato arrestato dai carabinieri.

Strage di Brandizzo, due nuovi indagati. Si tratta di due manager di Rete ferroviaria italiana (Rfi), l’azienda che gestisce l’infrastruttura. Negli uffici romani e torinesi, martedì mattina sono avvenute le perquisizioni. L’indagine tenta di far luce sulla notte tra il 30 e il 31 agosto scorso, quando 5 operai al lavoro sui binari furono travolti da un treno in corsa. Ora gli indagati sono 8: il responsabile di Rfi Antonio Massa , Andrea Gerardin Gibin (capocantiere della ditta Sigifer che svolgeva i lavori) e altri 4 dirigenti della Sigifer.


OGGI LA NEWSLETTER FATTO FOR FUTURE

Francia, la miniera di litio più grande d’Europa potrebbe diventare “una bomba ecologica”

di Riccardo Antoniucci

Tra castelli e foreste di faggeti, nel comune di Beauvoir, 150 km a nord est da Lione, dovrebbe sorgere la miniera di litio più grande d’Europa. La Regione dell’Alvernia non è nuova ai progetti estrattivi. Nel XIX secolo si guardava soprattutto al ferro e al carbone, adesso con la transizione ecologica la priorità è cercare terre rare, quelle che servono per alimentare le batterie e i circuiti delle tecnologie necessari alle energie rinnovabili. Secondo il progetto, affidato dalla République al colosso minerario di Stato Imerys, il sito di Beauvoir da solo potrebbe produrre 34 mila tonnellate di idrossido di litio l’anno, a partire dal 2028, con costruire circa 700 mila batterie per auto elettriche.

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