“La spiavo perché mi tradiva”; “le ho dato solo un ceffone, non è mica violenza”; “sì, mi ha picchiata, ma aveva perso il lavoro”: se si potessero leggere le trascrizioni dei procedimenti penali per maltrattamenti in famiglia, stalking e più in generale violenza sulle donne e sui bambini, si avrebbe l’ulteriore dimostrazione di quanto la cultura patriarcale faccia parte di noi. Valerio de Gioia, consigliere di Corte d’Appello, è stato per anni giudice presso la prima sezione penale del Tribunale di Roma, specializzata nei reati contro i soggetti vulnerabili. Nell’intervista che ha rilasciato a Paolo Dimalio ci propone una sorta di bestiario di ciò che ha ascoltato in udienza da parte di uomini maltrattanti. Ma non solo. Quando a testimoniare vengono chiamate le donne che precedentemente avevano denunciato, spiega, ci si trova di fronte all’apparente paradosso della ritirata: per paura di ritorsioni o per la presenza in aula dello stesso carnefice, le vittime provano a giustificarne la violenza. Incredibilmente, i più lucidi sono i bambini. E questo nonostante nelle scuole non si faccia educazione all’affettività ma, ancor peggio, nonostante i libri di testo contengano ancora stereotipi sessisti oppure oscurino le presenze femminili nella Storia, nella Letteratura, nelle discipline scientifiche. Maria Cristina Fraddosio ha condotto un’inchiesta proprio sui volumi che, dalle elementari ai licei, ci formano e ci insegnano a guardare il mondo dal punto di vista maschile. Le manifestazioni della scorsa settimana ci dicono, però, una cosa importante: le ragazze e i ragazzi sono molto più avanti di quanto pensiamo. Sabato le strade erano piene di volti giovani, capaci di comprendere che non si può parlare di violenza senza parlare di patriarcato, che non si può parlare di potere senza parlare di genere. La storica Laura Schettini spiega a Elisabetta Ambrosi perché la destra monta la paura dell’“ideologia gender” e perché la sinistra, nell’ultimo secolo, ha evitato di mettere seriamente in discussione lo sbilanciamento di potere e i ruoli di genere. Con Luana De Micco ci spostiamo in Francia, dove sta prendendo piede una nuova protesta: le donne cominciano a segnalare o proprio a denunciare di essere state narcotizzate e poi violentate. L’hanno chiamata “sottomissione chimica” e a farne le spese è stata anche una senatrice. Per la pagina culturale, infine, Angelo Molica Franco ci accompagna in una lettura decisamente insolita della Bibbia: attraverso i testi di illustri teologi, scopriamo che le Sacre Scritture hanno una chiave queer. Se Dio non ha genere, in fondo, perché dobbiamo attribuirglielo? Buona lettura. A cura di Silvia D’Onghia Ascolta questa newsletter su FqExtra o su Spotify
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