La gestione M5s: 4 cambi di dirigenza in un anno
Il primo capo d’imputazione all’amministrazione Nogarin è proprio la gestione M5s dell’azienda. In un anno è cambiata tre-quattro volte la dirigenza. Il primo amministratore unico era un fedelissimo dei Cinque Stelle che veniva da Massa, trombato un paio di volte alle Comunali e alle Europee: Nogarin lo presentò come una specie di Steve Jobs (disse proprio così). La cronaca racconta che è finita malissimo, con il fedelissimo sospeso dall’incarico e di fatto emarginato, poi reintegrato per paura di una causa, messo in sicurezza. Il motivo della crisi di questi giorni, secondo l’ex sindaco Alessandro Cosimi (Pd, ora senza cariche), è una scelta quasi incomprensibile del timone grillino: hanno voluto, spiega, “sciogliere tutti i nodi in un solo bilancio, come se una banca decidesse di mettere tutte le sofferenze nel bilancio di un solo anno”. Quello che invece è certo è che nell’agosto scorso il sindaco Nogarin esultava, come si può vedere in giro su google: abbiamo salvato la società dei rifiuti, evitato il crac. Tre mesi dopo quelle frasi fanno un brutto rumore.
Protezione civile allertata: “Chiudete bene i sacchetti”
Così, mentre Cinque Stelle e Pd da mesi si lanciano addosso i sacchi pieni di immondizia per decidere di chi è la colpa di questo troiaio, il sindaco deve allertare la Protezione civile e si ritrova a doversi raccomandare: se trovate i cassonetti pieni, andate a gettare la spazzatura in uno vuoto un po’ più in là, e i sacchetti, vi prego, ben chiusi. I livornesi alzano gli occhi al cielo e fanno un respirone, ma con il naso chiuso da pollice e indice: si erano illusi di rovesciare tutto con un solo voto, come se quell’urna del ballottaggio fosse un vaso di Pandora alla rovescia, un po’ come fanno con un  quando hanno voglia di chiudere un discorso. Ma la realtà delle cose è molto più complicata, non esiste la bacchetta magica e in questo momento nessuno lo sa meglio del sindaco alieno, il Noga, o Gagari’, con la enne troncata affettuosamente, a ricordare non l’astronauta, ma il tortaio, quello che vende il cinque e cinque nel negozio, poveretto, a pochi metri da dove ora si innalzano i mucchi maleodoranti.
La maledizione delle partecipate
Il mondo appare ribaltato. Da una parte ci sono Grillo che parla di decisione presa “responsabilmente” e “scelta difficile ma necessaria” e il suo sindaco che sfida la selva di fischi e le grida belluine dei contestatori che lo interrompono più volte, scandendo sottovoce: “E’ inutile che facciate il tifo da stadio, non è cambiato niente”. Questa volta quelli che si fanno venire le vene ingrossate al collo e il viso rosso e la voce fioca sono dall’altra parte del bancone. “E ‘un siamo al Seve’. E ‘un sei il cassiere del Seve’ qui, qui devi gesti’ una città” urlano all’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, laddove il Seven è una discoteca inVersilia di cui Lemmetti anni fa faceva, appunto il cassiere, cioè il responsabile amministrativo. Ecco il secondo capo d’imputazione, legittimo o no, fondato o no: la mancanza di un passato politico, una competenza nell’amministrazione pubblica. Di certo c’è che quella delle nomine per le partecipate è stato unsentiero di croci, con affidamenti di incarichi, nomine, cambi in corsa, dimissioni, scazzi,incompatibilità, disponibilità, sostituzioni e ritiri in tutte le aziende in cui la nuova amministrazione aveva promesso un cambio di passo: farmacie, autobus, teatro, società per la “reindustrializzazione”, case popolari. Non c’è stata pace per nessuna delle società comunali. Il direttore generale del Comune, nominato un anno fa, è indigesto a una parte del meetup.
E il caos oscura l’arrivo dell’Esselunga
Sia come sia, ovunque siano le responsabilità (se nel passato remoto o nel passato prossimo), la classe dirigente di questa parte costiera della Toscana dovrebbe comunque conoscere il pericolo della risacca: quella rabbia con la quale era stato abbattuto il “regime del Pd” nel 2014 non è finita nel nulla. Ora rischia di tornare indietro e trascinare via quel che resta. Peccato, perché proprio oggi, per volontà dell’M5s, l’Esselunga, l’anti-Coop, è finalmente in città. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/29/livorno-scioperano-gli-spazzini-rifiuti-in-strada-la-crisi-piu-nera-di-nogarin-dopo-18-mesi-maggioranza-m5s-in-bilico/2261152/