domenica 19 gennaio 2025

La spinta gentile al servizio della sostenibilità, dalla recensione di Franco Pistono ambiente e non solo

 tratto da https://ambientenonsolo.com/la-spinta-gentile-al-servizio-della-sostenibilita/


La spinta gentile al servizio della sostenibilità

Recensione di Franco Pistono

La cerniera – La spinta gentile al servizio della sostenibilità, edito da Pacini Editore e scritto da Irene Ivoi, è il libro di oggi. Sono poco più di 200 pagine, tuttavia la lettura è assai densa, con  molte suggestioni e altrettanti argomenti.

L’ho trovato piacevolmente impegnativo, non per intrinseca difficoltà, ma per l’ampio e variegato materiale messo a sistema. Di che si tratta? Il titolo lo suggerisce e, in certa misura, spiega; la cerniera è un sistema di collegamento che serve ad avvicinare due lembi unendoli dolcemente, la spinta gentile, altresì definita nudge, assolve identica funzione a livello sociale.

L’autrice analizza situazioni problematiche e fornisce al lettore un arcobaleno di soluzioni positive; non divieti, ma inviti, stimoli, tutti nel segno di un cambiamento desiderabile, apprezzabile e, letteralmente, sostenibile.

I temi sono tanti: acqua, rifiuti, energia, mobilità… l’indagine è capillare e, come dicevo, decisamente densa. Belle le testimonianze di addetti ai lavori, utili a chi vuole conoscere e approfondire.

Con l’autrice ho avuto un breve scambio di mail, a valle della lettura; ho voluto condividere, sull’onda dell’intima consonanza, un evento che mi ha visto protagonista anni fa. Chiamato a Roma per partecipare a un’importante iniziativa in favore della sostenibilità, in occasione della Giornata mondiale della Terra, approdai alla stazione di Termini; uscito – per il piacere di conversare con le persone, schivando volontariamente l’impiego delle pur praticissime applicazioni dedicate agli spostamenti – domandai indicazioni al fine di raggiungere Villa Borghese.

“A piedi?”, mi chiese il mio interlocutore. “Certo”, dissi. “Impossibile”, fu la sentenza (un dialogo alfieriano…). Invero, dati alla mano, sono poco più di 20 minuti; per le mie abitudini, due passi. “Il tema della distanza percepita che contrasta con quella reale è immenso” mi confida Irene (mi permetto il tu, in aderenza alla nostra conversazione).

Ne convengo e, nel testo, ben risaltano queste dissonanze, storture, o veri e propri bias, tutti puntualmente enumerati e altrettanto puntualmente descritti.


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