giovedì 16 gennaio 2025

Disastro Ferrovie, parte la resa dei conti. La nostra inchiesta sulle reali cause dei ritardi. Gaza, Netanyahu: "Hamas rinnega parti dell'accordo per la tregua". Nuovi raid, oltre 80 morti

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-16-gennaio-2025/

La giornata in cinque minuti

DISASTRO FERROVIE, PARTE LA RESA DEI CONTI. LA NOSTRA INCHIESTA SULLE REALI CAUSE DEI RITARDI. Matteo Salvini è sempre più in difficoltà: ieri, mentre i viaggiatori affrontavano l’ennesima giornata di passione per i rallentamenti sulla linea AV Roma-Firenze all’altezza di Arezzo e i problemi sulla Roma-Napoli via Formia, sulla Roma-Nettuno e sul nodo di Verona Porta Nuova, il ministro dei Trasporti dava credito all’ipotesi di sabotaggio avanzata da Ferrovie in un esposto depositato in Procura. Ma, evidentemente, nessuno può dirsi davvero tranquillo, e lo dimostra un intervento, stamattina ad Agorà, del deputato leghista Riccardo Molinari: “Salvini non parla solo di treni perché è il ministro delle Infrastrutture e il segretario del partito. L’errore è da imputare alla struttura che non ha fatto una adeguata comunicazione sulla ricaduta degli investimenti”. Un modo per far ricadere la colpa su altri. Nell’esposto di Ferrovie – dove ci sono episodi che l’azienda ritiene di non poter rimandare alla responsabilità di qualcuno in base agli orari, al tipo di guasto e alla frequenza in cui si sono verificati – sono elencati almeno cinque eventi avvenuti negli ultimi cinque giorni, tra l’11 e il 15 gennaio. Spetterà adesso ai magistrati il compito di capire cos’è successo, ma sul Fatto di domani, con l’aiuto dei nostri cronisti, potremo iniziare a dare alcune risposte. Vedremo anche che, nonostante le accuse, le Ferrovie italiane sono da (quasi) sempre in mano alle destre.


GAZA, NETANYAHU: “HAMAS RINNEGA PARTI DELL’ACCORDO PER LA TREGUA”. NUOVI RAID: OLTRE 80 MORTI. L’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi è vicino a essere finalizzato. Ma nella Striscia si continua a morire: almeno 81 persone sono state uccise da tre raid aerei delle Israel Defense Forces. Hamas, ha affermato in una nota l’ufficio di Benjamin Netanyahu, “ha rinnegato parti dell’accordo raggiunto con i mediatori e Israele nel tentativo di estorcere concessioni dell’ultimo minuto”. Concessioni che riguarderebbero la lista dei detenuti palestinesi che Israele dovrà rilasciare in cambio della liberazione degli ostaggi, di cui si sta ancora discutendo al tavolo delle trattative di Doha. Hamas ha respinto le accuse e si si è detta “è impegnata a rispettare l’intesa”. Proprio per questo negoziato il Gabinetto di sicurezza israeliano, che era previsto in mattinata, è slittato al tardo pomeriggio o addirittura a sera. E mentre i leader dell’opposizione israeliana hanno promesso sostegno all’intesa, i nodi per Netanyahu arrivano dagli alleati di estrema destra, ovvero dal ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir e da quello delle Finanze Bezalel Smotrich, che hanno minacciato di lasciare il governo per il previsto rilascio dei detenuti palestinesi. Intanto le famiglie degli israeliani ancora in mano ad Hamas sono tornate ad alzare la voce: “Né Hamas né Ben Gvir, ma Benjamin Netanyahu, sarà responsabile di qualsiasi ulteriore ostacolo al ritorno degli ostaggi”.


SEPARAZIONE DELLE CARRIERE, OK DELLA CAMERA. MA IL GOVERNO RIFIUTA DI GARANTIRE L’INDIPENDENZA DEI PM. La Camera ha dato il primo via libera al ddl sulla separazione delle carriere, il progetto di riforma costituzionale firmato dalla premier Meloni e dal ministro della Giustizia Nordio. L’Aula ha approvato il provvedimento con 174 sì (quelli della maggioranza più Azione e +Europa), e 92 no arrivati da Pd, M5s e Avs: astenuti i 5 deputati di Italia viva. Il testo introduce il principio delle “distinte carriere” di giudici e pubblici ministeri, sdoppia il Consiglio superiore della magistratura e dispone la selezione dei suoi membri tramite sorteggio; inoltre toglie al Csm la funzione disciplinare nei confronti dei magistrati, affidandola a un nuovo organismo apposito, l’”Alta corte disciplinare“, composta da nove membri magistrati e sei “laici”, avvocati e accademici, anche loro scelti in parte tramite estrazione a sorte. La maggioranza ha respinto anche un ordine del giorno, presentato dalla deputata dei 5 stelle Valentina D’Orso, che impegnava il governo ad “astenersi da qualsiasi iniziativa, legislativa e non, volta a indebolire o compromettere il principio della dipendenza funzionale della polizia giudiziaria dal pm e il divieto di interferenza degli altri poteri nella conduzione delle indagini”. Insomma, si chiedeva una rassicurazione sul fatto che lo scopo della riforma non sia quello di controllare le inchieste. Un impegno che l’esecutivo non ha voluto prendere: “Il governo ha gettato la maschera e svelato il reale disegno che sta dietro la separazione delle carriere: indebolire i pm sottraendo loro il coordinamento e la direzione delle indagini e consegnandoli alla polizia giudiziaria, cioè ai ministeri e quindi al governo”, ha commentato D’Orso.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Crosetto a Kiev per vedere Zelensky. Suonano le sirene d’allarme: esplosioni a 700 metri dal luogo degli incontri istituzionali. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in visita in Ucraina nelle stesse ore in cui a Kiev è arrivato anche il premier britannico Kier Starmer, ha incontrato il ministro delle Industrie Strategiche dell’Ucraina Herman Smetanin. Durante la visita nella capitale sono risuonate le sirene antiaeree e si sono verificate esplosioni a circa 700 metri dal luogo in cui si tenevano gli incontri bilaterali.

Milano, coppia aggredita fuori da un locale: 19enne violentataDue ragazzi si sono appartati nel parcheggio di un supermercato, dopo aver trascorso la notte all’Alcatraz. È lì che hanno subito le violenze di un gruppo di 10-12 uomini, che ha prima tentato di rapinarli e poi ha palpeggiato la ragazza, una studentessa pugliese. Con l’accusa di tentata rapina e violenza sessuale è stato arrestato in flagranza un 36enne egiziano. Proseguono le indagini per identificare gli altri aggressori.

Migranti, oltre 50 morti al largo delle Canarie. “Alla deriva per giorni senza essere salvati”Almeno cinquanta persone sono morte nel naufragio di un barcone diretto alle Canarie, arcipelago spagnolo al largo del Marocco. A comunicarlo su X è stata la ong “Caminando Fronteras”, che monitora il percorso dei migranti lungo la rotta occidentale dall’Africa all’Europa. L’imbarcazione, salpata il 2 gennaio dalla Mauritania, è rimasta per giorni alla deriva nell’Atlantico prima di essere localizzata. I sopravvissuti sono almeno 36: tra loro c’è un minorenne.

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