tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-18-gennaio-2025/
GAZA, LA TREGUA SCATTERÀ ALLE 8,30 DI DOMANI. NELLA PRIMA FASE DOVREBBE ESSERE LIBERATI 33 OSTAGGI ISRAELIANI – 25 VIVI – IN CAMBIO DI MIGLIAIA DI DETENUTI PALESTINESI. NETANYAHU: “SI FERMA TUTTO SE HAMAS NON FORNISCE ELENCO DELLE PERSONE CHE SARANNO RILASCIATE”. Da domani alle 8,30, la tregua nella Striscia di Gaza dovrebbe essere operativa. Si tratta della seconda pausa dai combattimenti, rispetto al conflitto nato dalla strage firmata da Hamas e messa a segno il 7 ottobre 2023 con più di 1.200 morti e centinaia di persone portate a forza nella Striscia. Nella prima fase, Hamas dovrebbe liberare 33 persone, ma i funzionari israeliani ritengono che tra loro solo 25 siano vivi. In cambio, il governo di Bibi Netanyahu ha pattuito di scarcerare migliaia di detenuti palestinesi, molti dei quali condannati all’ergastolo per terrorismo e omicidio: per Times of Israel si parla di 1.903 persone. Le famiglie degli ostaggi israeliani vivono ore di trepidazione: quelle riunite nell’associazione Hostage and Missing Families Forum esortano il governo ad avviare i lavori per la seconda fase della tregua prima che scada il 16° giorno della prima. Da quello che si apprende, ad essere liberate per prime dovrebbero essere tre donne; seguiranno poi anche cinque soldatesse, per cui Hamas otterrà per ognuna 50 palestinesi detenuti. Tuttavia, il premier israeliano Netanyahu ha ribadito che resta tutto bloccato se Hamas non fornirà l’elenco degli ostaggi che saranno rilasciati. Chi non ha accettato l’accordo è il ministro dell’ultra destra Ben Gvir, che ha annunciato le sue dimissioni. Sul Fatto di domani leggerete le cronache di queste ore febbrili – dallo Yemen sono partiti razzi verso il sud di Israele e a Tel Aviv è scattato l’allarme per una aggressione in strada a coltellate, con feriti; l’aggressore di 19 anni, entrato illegalmente dalla Cisgiordania, è stato eliminato – e interviste ad esperti. FERROVIE E DISAGI, LA LEGA RILANCIA L’IPOTESI DI SABOTAGGI: TROVATA UNA CATENA SUI BINARI NELLA STAZIONE DI MONTAGNANA (PADOVA). L’episodio risale a giovedì. La Digos della Questura di Padova ha avviato accertamenti su quanto avvenuto vicino alla Stazione di Montagnana, dove un manutentore tecnico di Rfi ha notato, e tolto di mezzo, un cavo di sicurezza per la chiusura delle biciclette rivestito in gomma, posizionato sulla fune elettrica della linea aerea del secondo binario. La Lega, dopo che il ministro Salvini era stato sommerso di critiche per non essere intervenuto dinanzi al caos ferroviario dal Nord al Sud, parte al contrattacco. Il Ministero dei Trasporti in una nota scrive: “La denuncia formalizzata da Fs dopo la segnalazione, in Veneto, di un oggetto che avrebbe potuto causare danni significativi al pantografo e alla linea elettrica dei treni è estremamente preoccupante. L’ipotesi di attentato ai trasporti è un fatto che non può e non deve essere sottovalutato”. Più baldanzosi i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo: “Se venisse confermato che la catena è stata messa lì per sabotare il transito dei treni sarebbe gravissimo. Chi c’è dietro questi atti? Cosa dice oggi la sinistra? Questi gesti folli rischiano di mettere a rischio la vita di centinaia di persone. Se c’è qualcuno che gioca sporco sulla pelle di lavoratori e pendolari solo per mettere in difficoltà il ministro Salvini dovrà rispondere delle proprie azioni”. Ma il Fatto ha condotto la sua inchiesta, ed il risultato è che dietro i guasti dei giorni scorsi non ci sono azioni dolose. Sul giornale di domani troverete altri articoli dedicati all’emergenza trasporti, in un settore che da venti anni è in mano al centrodestra. IL “CENTRINO” AGITA IL PD, MA IL VERO NODO È QUELLO DEL TERZO MANDATO. Quella del Pd che dice no al terzo mandato “mi pare veramente una posizione antistorica”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, partecipando stamane a un evento. “Io quello che chiedo è coerenza – ha aggiunto –, primarie sì, primarie no, o primarie quando fanno comodo? Due mandati come limite sì, come avviene nei comuni, no come avviene in parlamento e alle europee, o quando fanno comodo?”. Sala si schiera, dunque, apertamente con Luca Zaia e Vincenzo De Luca, e questo crea un altro, l’ennesimo problema ai dem, impegnati oggi a organizzare tre iniziative di diverso orientamento politico, a dimostrazione di come le correnti siano vive, vegete e in cerca di un’alternativa alla leadership di Elly Schlein. Tra i protagonismi spicca quello di Ernesto Maria Ruffini, oggi candidato in pectore del cosiddetto centro. Partecipando all’incontro organizzato da Comunità democratica a Milano, l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate ha parlato della nuova proposta politica che vede convergere tanti dem: “L’idea non è costruire un’operazione di cosmesi, ma un’agenda seria – ha affermato –. Non si tratta di costruire nuovi partiti o nuove aree, si tratta di coinvolgere nuovi elettori. Quando sono stato invitato a partecipare, ho anticipato a Graziano Delrio che sarei venuto non per parlare di me, o di un partito. Sono venuto, da semplice cittadino, a parlare di politica. Anzi di Paese”. All’evento hanno preso parte, oltre a Ruffini e Delrio, anche Romano Prodi, Lorenzo Guerini e Pierluigi Castagnetti. A Orvieto, invece, si è riunita l’assemblea nazionale di Libertà Eguale, con Stefano Ceccanti, Enrico Morando, Giorgio Tonini e Paolo Gentiloni. Il tema è stato “Idee per una sinistra di Governo”. Sul Fatto di domani analizzeremo quanto sta accadendo all’interno del Pd e delle sue tante anime. LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE Iran, uccisi due magistrati della Corte suprema, responsabili di condanne capitali: l’attentatore si suicida. Si chiamavano Mohammad Moghiseh, noto con il soprannome di Naserian, 68 anni, e Ali Razini, 71, i due giudici della Corte Suprema assassinati oggi a Teheran. Entrambi erano noti per aver emesso condanne a morte e pesanti pene detentive, comprese quelle relative all’esecuzione di massa di migliaia di prigionieri politici. Il responsabile dell’attacco era un dipendente del Ministero di Giustizia, che si è tolto la vita. Spagna, si spezza un cavo di una seggiovia sui Pirenei: 30 feriti, 17 gravi. Sono precipitati da un’altezza di 15 metri gli sciatori che si trovavano sulla seggiovia che si è staccata nell’impianto di risalita della stazione sciistica di Astun, a Huesca, sui Pirenei. La Guardia Civil sta effettuando accertamenti. Il bilancio, provvisorio è di almeno 30 feriti, di cui 17 in gravi condizioni. Firenze, resta in carcere l’autore dell’attentato alla caserma dei carabinieri ma cade l’accusa di terrorismo. Antonio Recati, 30 anni, di Prato, resta in carcere per l’attentato incendiario del 13 gennaio alla caserma dei carabinieri di Borgo San Lorenzo (Firenze) “per il pericolo di reiterazione di reati”. Lo ha deciso la gip Angela Fantechi, che ha però escluso l’aggravante del terrorismo. |
Nessun commento:
Posta un commento