Sono 253
le parti civili
IL 19 GENNAIO l’ultima
udienza per i danni subiti dagli
ex operai Isochimica. E il
giudice Fabrizio Ciccone ha
sciolto le riserve e ritenuto
ammissibile la chiamata in
causa della responsabilità civile
di Ferrovie dello Stato ed Asl di
Avellino nel processo penale,
rigettando invece la stessa
istanza avanzata per Inail,
Regione e curatela fallimentare.
Il giudice ha anche accettato la
costituzione di parte civile di
altri tre ex operai della fabbrica
dei veleni, in totale le parti civili
ammesse salgono dunque a
253, e rigettato le istanze
avanzate dal collegio difensivo
in merito all'acquisizione di
nuovi documenti. In aula si
torna il 21 aprile, giorno in cui
inizierà la requisitoria dei pm.
Se gli avvocati degli ex operai si
dicono soddisfatti per l'esito
dell'udienza preliminare
odierna, quelli degli indagati
promettono scintille. I punti
1Viene assunto
all’Isochimica,
fabbrica nata
all’inizio degli
anni Ottanta
dalla
spregiudicata
fantasia di
Elio Graziano
2Le Fs furono
obbligate a
liberare treni
e vagoni dalle
coibentazioni
in amianto.
3Non c’erano i
capannoni e si
cominciò a
togliere
l’amianto dai
treni con un
raschietto e
senza tute e
maschere:
tolte 2276
tonnellate
di amianto.
ENRICO FIERRO
C'è chi, nell’era del dominio di
internet, usa social, siti di informazioni
e le altre diavolerie
del web, per mostrare
tutto. Corpi e sentimenti. Amori
e figli. L’intimità è stata
uccisa dai like. Lei, Annalisa
Massidda, ha voluto
brandire la rete per sbattere
in faccia al mondo intero la
morte. Quella di Alessandro,
l’uomo che amava da
qualche anno. E lo ha fatto
per sfidare l’i n di f f er e n za :
“Ecco, ora vi faccio vedere
come muore un operaio”.
Ha deciso di esporre volto e
corpo del suo uomo nell’atto
finale della vita. I lineamenti
stravolti, la faccia nascosta
da una maschera per assicurare
un’ultima boccata
di ossigeno, il dolore e la disperazione
negli occhi. Così
Annalisa ha voluto che i lettori
del sito di informazione
di Avellino, il Ciriaco.it, vedessero
come è morta la vittima
numero 23 della fabbrica
della strage operaia,
l’Isochimica.
“ODIO APPARIRE, d et es to
questa società che mette in
piazza tutto. Ma l’ho fatto,
ho voluto che tutti vedessero
quell’immagine terribile
degli ultimi istanti di vita di
Alessandro per dire al mondo
intero che gli operai ci sono.
È stato lui a chiederlo.
Piccolé, mi diceva negli ultimi
momenti di lucidità, la
lotta non è finita, anche
quando non ci sarò più dobbiamo
continuare a chiedere
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