venerdì 10 gennaio 2025

Il Fatto di domani. Terzo Mandato, il governatore De Luca lo rivendica e annuncia ricorso alla Corte Costituzionale. Siria, la missione del ministro Tajani per far entrare l'Italia nella partita della ricostruzione: ma si deve trattare con i jihadisti

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-10-gennaio-2025/

La giornata in cinque minuti

TERZO MANDATO, IL GOVERNATORE DE LUCA CONTRO TUTTI: “CI DIFENDEREMO DINANZI ALLA CORTE COSTITUZIONALE. È UNA LEGGE CONTRO DI ME”. “Ci difenderemo davanti alla Corte Costituzionale e abbiamo la sensazione che avverrà come avvenuto per l’autonomia differenziata: sarà smantellata”. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, contro tutti: durante la conferenza stampa sulla legge del terzo mandato, impugnata ieri dal governo, il governatore promette di non fermarsi e cita personaggi illustri, dal filosofo Parmenide al presidente della Repubblica, Mattarella: “C’è da fare una battaglia di fondo in Italia contro l’insopportabile ipocrisia del mondo politico del nostro Paese. In Italia non hanno limite al mandato i deputati, i senatori, i ministri, i sottosegretari, i viceministri, il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica, che alla fine del nuovo mandato sarà stato presidente della Repubblica per 14 anni. Dunque, non c’è nessun vincolo temporale per nessuno, tranne che per uno”. Di certo il Pd è spaccato; la riprova sta nel fatto che tutti i consiglieri regionali – ad iniziare dal capogruppo Mario Casillo e Massimiliano Manfredi, fratello del sindaco di Napoli – erano presenti oggi alla conferenza stampa sebbene la direzione nazionale abbia più volte rimarcato che non candiderà De Luca nuovamente alla guida della Campania. Dal punto di vista giuridico, potrebbe essere fissata nella seconda metà di aprile, o a maggio, l’udienza pubblica alla Corte Costituzionale sul ricorso del governo contro la legge regionale della Campania che apre la strada al terzo mandato di Vincenzo De Luca. Si attende che il ricorso sia depositato e che poi sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale. A quel punto scatteranno i termini per la costituzione delle parti. Sul Fatto di domani leggerete sia la cronaca della giornata che altri approfondimenti sulla “rivolta” di De Luca.


CASO SALA-ABEDINI, GLI USA SPERANO DI OTTENERE GLI “APPUNTI” DELL’INGEGNERE IRANIANO. Se Cecilia Sala, nella soddisfazione generale, è rientrata a casa ed ha raccontato in un podcast la sua esperienza di carcerata a Teheran, l’Iran mantiene ancora la speranza della scarcerazione di Mohammad Abedini, l’ingegnere che gli Stati Uniti accusano di complicità con i Pasdaran, fornendo loro tecnologia militare. A questo proposito, la data chiave è quella del 15 gennaio: a Milano si deciderà sulla scarcerazione, con la concessione dei domiciliari. L’avvocato di Abedini ieri ha rinnovato la richiesta, aggiungendo che Abedini potrebbe calzare il braccialetto elettronico, cosa che non era stata contemplata nella prima istanza. Gli Stati Uniti, secondo diverse ricostruzioni, potrebbero accontentarsi di avere il materiale di Abedini, passando per la rogatoria internazionale al fine di ottenere copie dei cellulari, dispositivi elettronici e chiavette Usb. Un “pacchetto” che sarebbe ancora nelle mani della Procura di Milano, che ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato. Al contrario, Washington ha una lunga lista di accuse verso l’ingegnere: associazione a delinquere, cospirazione e violazione delle leggi sul commercio di materiale dual-use civile e militare per aver utilizzato la società svizzera Illumove come testa di ponte con Teheran, al fine di fornire tecnologia dedicata ai droni in uso ai Pasdaran. Droni che il 28 gennaio 2024 hanno colpito una base in Giordania e ucciso tre soldati americani. Per quel che riguarda Cecilia Sala, la sua famiglia conferma: al momento resta protetta in casa dei genitori a Roma e non intende rilasciare dichiarazioni o interviste. Sul Fatto di domani leggerete le ultime novità sul caso, e quali fattori possono essere determinanti nel proseguo della vicenda.


SIRIA, CALCA IN MOSCHEA: TRE MORTI. L’ITALIA ARCHIVIA ASSAD E IL MINISTRO TAJANI INCONTRA I JIHADISTI AL POTERE: “SI SONO IMPEGNATI A FERMARE L’IMMIGRAZIONE ILLEGALE”. Almeno tre persone sono morte, e altre cinque sono rimaste ferite, in una calca nella moschea degli Omayyadi a Damasco, dove poche ore prima si era recato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. La moschea degli Omayyadi è la più grande di Damasco e una delle più antiche al mondo: sono in corso accertamenti. Come detto, poche ore prima c’era il ministro Tajani, che con il suo viaggio a Damasco spera di ritagliare un posto per l’Italia nella ricostruzione della Siria. Tajani auspica che i nuovi capi siriani, che comunque vengono dal jihadismo che negli anni si era arroccato a Idlib per sfuggire ai russi e gli iraniani che appoggiavano Assad, mantengano il loro ruolo di “moderati”. “Ho accolto con grande interesse anche le proposte di combattere l’immigrazione illegale insieme, di combattere i trafficanti di droga insieme, quindi fermare anche l’immigrazione illegale che prima arrivava dalla Siria attraverso anche la Libia. Questo ci fa ben sperare perché va nell’esatta direzione nella quale sta andando il governo italiano”, ha detto Tajani. L’alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, in una intervista all’Ansa, avanza degli interrogativi: “Il diavolo è nei dettagli, ma a dicembre ne abbiamo discusso con i ministri degli Esteri e c’è stata un’intesa generale sul fatto che dobbiamo mettere insieme una roadmap su come rendere la vita più facile per costruire una Siria stabile. Ovviamente le autorità siriane dicono le cose giuste, ma fanno le cose giuste?”. Sul giornale di domani leggerete altri particolari sul ruolo che l’Italia spera di avere nel nuovo corso siriano.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Guerra Russia-Ucraina, Vladimir Putin disposto a incontrare il presidente Trump. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che il presidente Putin è disposto ad incontrare l’omologo americano Donald Trump, che entrerà alla Casa Bianca dopo il 20 gennaio. “Il presidente ha più volte affermato la sua disponibilità a contattare leader internazionali, compreso il presidente americano, compreso Donald Trump”. Scettico il presidente ucraino Zelensky, in visita a Roma per incontrare la premier Giorgia Meloni: “Servono garanzie che la Russia non torni ad aggredire l’Ucraina come già avvenuto”. Intanto oggi negli Stati Uniti, il presidente Trump è stato condannato per il caso dei pagamenti alla pornostar Stormy Daniels: anche se non subirà una pena detentiva, Trump diventa il primo presidente americano con precedenti penali.

Guerra Israele-Hamas, la rivista Lancet: “Il numero dei morti a Gaza potrebbe essere sottostismato”. Il numero delle vittime della guerra a Gaza riferito dal ministero della Salute palestinese, controllato da Hamas, potrebbe essere sottostimato di almeno il 40%: il bilancio reale potrebbe aver già superato quota 70.000 morti, per il 59% donne, bambini e anziani. Lo indica un’analisi statistica indipendente pubblicata sulla rivista The Lancet.

Inail, aumentati gli infortuni: mille morti sul lavoro nel 2024. Le denunce di infortunio nei primi 11 mesi del 2024 sono state 543.039 (+0,1% rispetto a novembre 2023 e -16,7% rispetto allo stesso periodo del 2022), con un aumento dei soli incidenti in itinere. Tra gli under 15 si registra il maggiore incremento percentuale, effetto dell’estensione della tutela assicurativa degli studenti. Le denunce di casi mortali sono state 1.000 (+3,3%), con un calo dei casi avvenuti lavorando, da 745 a 731, e un aumento di quelli nel tragitto casa-lavoro, da 223 a 269.

Nessun commento: