giovedì 29 febbraio 2024

anticipazioni de il fatto quotidiano in edicola. VENTI DI GUERRA A BRUXELLES: IL PARLAMENTO UE: “KIEV DEVE VINCERE, SOSTEGNO CON OGNI MEZZO NECESSARIO”

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La giornata in cinque minuti

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VENTI DI GUERRA A BRUXELLES: IL PARLAMENTO UE: “KIEV DEVE VINCERE, SOSTEGNO CON OGNI MEZZO NECESSARIO”. Il Parlamento europeo è pronto a sostenere l’Ucraina con ogni mezzo necessario per vincere la guerra contro la Russia, e chiede che l’Ue si faccia carico di questo obiettivo. La richiesta è contenuta in una risoluzione approvata oggi nella plenaria dell’Eurocamera a Strasburgo, con 451 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni. Affinché Kiev possa vincere, si legge nel testo, “non ci deve essere nessun vincolo autoimposto all’assistenza militare all’Ucraina”. Si parla esplicitamente di fornire con urgenza missili a lungo raggio, artiglieria e munizioni, droni e dispositivi anti-drone e perfino aerei da guerra. Un appoggio senza limiti, insomma. Gli eurodeputati hanno chiesto anche che tutti gli alleati dell’Ue e della Nato investano almeno lo 0,25% del loro Pil annuale in aiuti militari all’Ucraina. Parole che confermano le posizioni espresse ieri dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Tra i partiti italiani, hanno votato contro la risoluzione soltanto il Movimento 5 Stelle, che ha denunciato l’approccio “bellicista” e la mancanza di un’apertura ai negoziati, e due eurodeputati Verdi (si sono astenuti l’ex M5s Dino Giarrusso e il leghista Danilo Oscar Lancini), tutti gli altri si sono espressi in maniera favorevole. Incluso il Partito democratico di Elly Schlein, che in Europa dimentica i rovelli di coscienza pacifista che invece mostra di avere in Italia. L’eurodeputata Pd Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, ha dichiarato che questa “è l’unica strada possibile. Dobbiamo e vogliamo difendere l’Ucraina, perché così difendiamo l’Europa intera dal totalitarismo di Putin”. La destra invece soffia sul fuoco della divisione tra i giallorosa: “Sono bastate 48 ore e un voto a Strasburgo per dividere l’improbabile ‘campo largo’”, dice per esempio il copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, di Fratelli d’Italia. La leader del partito e premier Giorgia Meloni vola oggi a Washington per incontrare Joe Biden. Sul Fatto di domani leggerete un’intervista al cardinale Matteo Maria Zuppi, inviato dal Papa in Ucraina e Russia per tentare un’iniziativa di pace, tuttora rimasta senza esito. Analizzeremo anche il discorso annuale di Vladimir Putin alla nazione, dove ha ribadito che la Russia non intende recedere di un passo sull’invasione e ha ravvivato la minaccia nucleare. E a Mosca è stato fermato e multato il direttore di Novaya Gazeta Sergey Sokolov, accusato di “screditare” l’esercito russo, reato amministrativo punito con una multa da 300 euro. Mentre la redazione del quotidiano indipendente ha lasciato il Paese nel 2022 per la Lettonia, Sokolov aveva continuato a lavorare dalla Russia.


A GAZA STRAGE TRA I CIVILI IN ATTESA DEGLI AIUTI. HAMAS ACCUSA ISRAELE. UN REPORTER PALESTINESE: “MOLTE VITTIME TRAVOLTA DAI CAMION”. GLI USA: “LUNEDÌ NESSUNA TREGUA”. Una strage, due versioni. Il 146° giorno di conflitto tra Israele e Hamas – scaturito dal massacro del 7 ottobre firmato dai fondamentalisti con 1.200 morti e più di 300 ostaggi – porta l’ennesima tragedia: almeno 112 morti e 760 feriti. Hamas accusa: i soldati israeliani hanno aperto il fuoco su coloro che si precipitavano per ricevere i pacchi alimentari. Alcuni feriti ricoverati all’ospedale Shifa hanno raccontato che le truppe hanno sparato sulla folla per farla disperdere, per due volte. Dal canto suo, l’esercito israeliano dichiara che migliaia di palestinesi si sono ammassati mentre i mezzi transitavano attraverso un check point. I soldati hanno sparato colpi per tenere lontani i civili; una decina di loro sono rimasti feriti ma nella calca che ne è seguita molti sono rimasti calpestati. Un giornalista palestinese, Kahdeer al Zàanoun, che era presente, racconta: “La maggior parte dei morti è stata travolta dai camion durante il caos”. Per quel che riguarda i feriti, Mohammed Salha, direttore dell’ospedale Al-Awda, ha affermato che almeno 160 presentano lesioni da pallottole. Gli Stati Uniti: “Piangiamo la perdita di innocenti vite umane e riconosciamo la difficile situazione umanitaria a Gaza, dove innocenti palestinesi cercano solo di nutrire le loro famiglie”. Il presidente Biden aggiunge: “Probabile che lunedì non ci sarà il cessate il fuoco”. Hamas infatti ha minacciato di interrompere i negoziati con Israele sul rilascio di ostaggi. Intanto, secondo fonti palestinesi, i morti nella Striscia sono ormai 30.000, 70.000 i feriti. L’esercito israeliano ha perso 239 militari dall’inizio dell’operazione. Sinwar, capo dell’ala militare di Hamas di cui non si avevano notizie da giorni, secondo il Wall Street Journal ha spedito un messaggio agli altri leader islamici che vivono in Qatar: “Non preoccupatevi, gli israeliani sono esattamente dove li vogliamo. L’alto numero di vittime civili a Gaza aumenterà la pressione mondiale su Israele affinché metta fine alla guerra”. Stanotte ci sarà una riunione speciale del Consiglio di sicurezza Onu sull’argomento, il segretario generale Antonio Guterres ha condannato la strage. Sul Fatto di domani leggerete altri dettagli sul conflitto in Medio Oriente che si estende ad altre aree. In Cisgiordania sono stati uccisi due civili israeliani.


MATTEO E GIORGIA SI CONTENDONO LA ROMA-PESCARA GUARDANDO AL VOTO IN REGIONE. La scadenza si avvicina e la ferita della sconfitta in Sardegna brucia ancora. Per questo Matteo Salvini, l’alleato più malconcio nel centrodestra negli ultimi tempi, si affretta a farsi notare. E lo fa guardando all’Abruzzo, dove si voterà domenica 10 marzo, e in particolare a Pescara. Stamattina il governo (tramite il Comitato interministeriale per la programmazione e sviluppo) ha approvato il finanziamento dei primi due lotti del progetto di allargamento della ferrovia Roma-Pescara. 951 milioni di euro lungamente attesi: “almeno mezzo secolo”, secondo il presidente di Regione Marsilio, di Fratelli d’Italia. L’opera era stata inizialmente inclusa nel Pnrr, poi stralciata perché non si sarebbe conclusa in tempo. Meloni si è intestata l’operazione che “mette in sicurezza un’opera strategica”, e allora subito Salvini, titolare del ministero competente, i Trasporti, si è affrettato a inviare una nota per ricordare l’impegno del suo ministero e “l’attenzione di Salvini” verso quest’opera. E così il distinguo polemico del giorno è stato assicurato. Martedì prossimo i tre leader di centrodestra dovranno ritrovarsi su un palco a Pescara insieme al presidente uscente Marsilio, per confermare la loro unità e il sostegno franco al candidato meloniano. Più franco, verrebbe da dire, di quello mostrato per Paolo Truzzu in Sardegna, dove la Lega si è fatta tentare dal voto disgiunto. Sul Fatto di domani vedremo come si sta muovendo la Lega in vista delle altre regionali.


PIANTEDOSI DOPO MELONI: LE PAROLE DI MATTARELLA SUI MANGANELLI NON SONO SERVITE A NIENTE. “Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza”. All’inizio, le parole lette dal ministro Piantedosi durante l’informativa alla Camera sui fatti di Pisa sembravano andare nella direzione chiesta dal presidente della Repubblica. Solo all’inizio, però: il titolare del Viminale, che pure si è detto “turbato” dalla visione delle immagini, è partito poi con una difesa a spada tratta dei poliziotti, “compressi” dai manifestanti, che hanno agito “in totale violazione della legge”, e costretti a cariche di alleggerimento per “allentare la pressione”. Peccato che i manifestanti siano stati inseguiti nei vicoli e manganellati anche a terra. Ma Piantedosi non s’è limitato neanche a questo: ha affermato che, dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, “ha avuto luogo sull’intero territorio nazionale un’ampia e variegata mobilitazione filo-palestinese, in molti casi promossa da sodalizi riconducibili all’area antagonista o in cui è stata rilevata una consistente partecipazione di attivisti di tale estrazione”. Non una parola per le migliaia di pacifisti non violenti che hanno invaso le strade in questi mesi. Anzi, si registra – ha detto il ministro – “un clima di crescente aggressività nei confronti delle Forze dell’ordine”. Sembra che le parole di sabato scorso di Mattarella non siano mai state pronunciate. La premier Meloni ieri ha definito un “gioco pericoloso” quello di “togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra”. Peccato che, come ha fatto notare in Aula il deputato Pd Mauri, “sono 800 giorni che le forze dell’ordine aspettano il rinnovo del contratto, hanno problemi di organico e sono venti mesi che non ricevono il pagamento degli straordinari”. Nel pomeriggio Piantedosi ha annunciato che, con Meloni, convocherà il tavolo con i sindacati di polizia proprio su organico e contratto. Sul Fatto di domani faremo un fact-checking della ricostruzione di Piantedosi e capiremo, attraverso un sondaggio, da che parte stanno gli italiani.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ex-Ilva, il tribunale dichiara l’insolvenza, partirà la bancarotta. Il Tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza per Acciaierie d’Italia spa, un passaggio che consente di avviare l’amministrazione straordinaria. La dichiarazione dell’insolvenza, allo stesso tempo, dovrebbe far scattare un’inchiesta con l’ipotesi di bancarotta sulla gestione e i conti dell’ex Ilva. I giudici segnalano una “assoluta assenza di liquidità di cassa”.

Veronica Lario torna in tv. L’ex moglie di Silvio Berlusconi, quella della lettera sul “drago e le ancelle” dei tempi delle olgettine, rompe un silenzio che durava dal 2009, anno della separazione e si fa intervistare da Maria Latella su SkyTg24. Racconta della sua prima vita a fianco dell’ex premier e della seconda, in salita, trattata da “velina ingrata” con “stampa e potere contro”.

Tassare i super ricchi, la proposta al G20. Lo ha detto il ministro brasiliano dell’Economia Fernando Haddad, in apertura dei lavori del G20 dell’economia di San Paolo: tassare i miliardari è “la chiave per risolvere le sfide”.

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