martedì 27 febbraio 2024

L'INTERVISTA Noury (Amnesty): “Transizione? Le batterie per l’auto sono sporche del sangue dei minatori” Il portavoce dell'organizzazione per i diritti umani punta il dito su un tema scomodo e conflittuale, quello dei costi umani del processo ecologico: "Servono regole e tutele chiare per i popoli che vivono sopra le miniere. E responsabilità delle aziende della filiera" DI ELISABETTA AMBROSI

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/02/27/noury-amnesty/7460732/

Noury (Amnesty): “Transizione? Le batterie per l’auto sono sporche del sangue dei minatori”

di Elisabetta Ambrosi

“Ancora oggi nessuno è in grado di garantire che una batteria di un’auto elettrica sia prodotta senza violazione dei diritti umani. Per l’acquirente che è in buona fede questo può essere anche scioccante, perché pensa di fare una scelta ecologica e giusta per poi scoprire che, magari, per quella scelta si sono ammalati o sono morti dei bambini”. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, punta il dito su un tema scomodo e conflittuale, quello dei costi umani della transizione. E aggiunge: “È vero, il 10 luglio scorso il Consiglio europeo, anche sulla spinta di Amnesty, ha varato il nuovo regolamento per rendere le batterie più sostenibili – puntando sull’economia circolare, sul contrasto del lavoro minorile e introducendo una sorta di passaporto della batteria– ma ancora si tratta di una decisione che sta sulla carta, bisogna vedere come verrà adottata. E comunque bisogna agire ancora di più sulla trasparenza della filiera e sulla coscienza dei consumatori, un po’ come facemmo negli anni Novanta per i diamanti”.

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