"In un momento di fragilità così profonda del Paese, sono stati i bisogni e i diritti di bambine e bambini, ragazze e ragazzi ad essere dimenticati, nell’attuare tutte le necessarie al contenimento della pandemia. Carichi emotivi, isolamenti, perdita delle esperienze sociali fondamentali nelle tappe della crescita più importanti, riduzione dei contatti con la natura, riduzione dei processi di esplorazione educativa nei confronti di ambienti esterni, riduzione dell’autonomia e di esperienze nuove con cui costruire relazioni significative.

Un’inclinazione a cui già prima della pandemia si faceva faticava a dare voce in Italia, che ho già registrato insieme al prof. Paolo Mottana nel libro Educazione diffusa-per salvare il mondo e i bambini e che ha ispirato alcune delle azioni che ho portato avanti in parlamento, con l’approvazione della legge sull’educazione civica obbligatoria, sulla lettura, sull’educazione motoria nella scuola primaria e dell’infanzia, ma anche sull’introduzione del concetto di educazione emotiva tra i banchi di scuola, contro fenomeni quali bullismo e cyberbullismo. Molte di queste battaglie sono a metà strada o stanno compiendo appena i primi passi."