sabato 23 marzo 2013
rifiuti romani decreto Clini il pericolo a Castelforte
Anche l’impianto di Castelforte pronto al trattamento meccanico entro maggio
E sui rifiuti nessun argine
Alla riunione presso il Ministero confermate le capacità aggiuntive
Incontrovertibile il surplus
di offerta di trattamento
Ecco perché il «rischio
pattumiera» non è escluso NONOSTANTE tutte le rassicurazioni dei due mesi trascorsi dalla emanazione del decreto del Ministro Clini contro
l’emergenza rifiuti a Roma,
sono cambiate pochissime cose per le province. Nell’ultima
riunione tenutasi mercoledì
pomeriggio le imprese titolari
delle licenze hanno confermato al loro disponibilità a trattare i rifiuti, compresa la Ambroselli di Castelforte che aveva invece pubblicamente
sostenuto che non aveva la
capacità di trattare altro che
rifiuti provenienti dal circondario. Alla riunione presso il
Ministero dell’Ambiente i rappresentanti della CSA srl hanno garantito che entro maggio
prossimo saranno in grado di
trattare ulteriori 45mila tonnellate di rifiuti così come previsto nel decreto di gennaio.
Va ricordato che questo specifico elemento era stato smentito nel corso di un apposito
consiglio provinciale persino
dal presidente dell’amm inistrazione provinciale, Armando Cusani. E resta altresì fermo che anche EcoAmbiente
costruirà un suo impianto. Ciò
ha potuto far affermare al Ministero che la procedura per
evitare l’emergenza rifiuti a
Roma «sta andando avanti».
Tutte le parole che si sono
sentite circa il fatto che i rifiuti
della capitale non arriveranno
«mai» in questa provincia si
avviano a diventare un clamoroso falso. C’è un problema a
monte non superato che il Ministro fa presente nella sua
nota a margine dell’invito alle
imprese titolari degli impianti.
Il giudizio che ha dato l’Unio -
ne Europea degli «sforzi» fatti
finora è il seguente: «... pur
apprezzando l’impegno del
Governo italiano e del Ministero dell’Ambiente, il riesame del trattamento dei rifiuti
nella Regione Lazio, anche alla luce delle iniziative avviate
contro l’applicazione del decreto del Ministro dell’Am -
biente, non consente di ritardare ulteriormente la procedura
sanzionatoria». Cioè: le impugnazioni e gli ostacoli frapposti dalle Province porterà a
sicure multe comunitarie per
le condizioni delle discarica di
Malagrotta e delle altre discariche del Lazio che non potrebbero (già da sei anni) ricevere rifiuti non pre trattati. Per
questo «occorre che oltre alle
istituzioni regionali e locali
competenti, tutti gli operatori e
le imprese coinvolte facciano
responsabilmente la loro parte,
al fine di dare garanzie sul
rapido e corretto svolgimento
degli adempimenti previsti e
sul raggiungimento degli
obiettivi già fissati nel Patto
per Roma». Non ci vuole molto a inquadrare ciò che sta
succedendo in provincia di Latina all’interno di questa nota
del Ministero. Allo stato dei
fatti, a partire da maggio prossimo tra la disponibilità
dell’impianto Rida di Aprilia e
quello di Castelforte ci sarà già
la possibilità di pre trattare
tutti i rifiuti prodotti in provincia di Latina. Gli altri due in
itinere a Borgo Montello offrono già un surplus di capacità di trattamento. Per chi? E
perché la Csa di Castelforte ha
prima smentito di potenziare
gli impianti e ora ha dichiarato
che tutto sarà pronto a maggio? Cosa se ne farà la provincia di Latina della capacità di
trattamento superiore alle sue
necessità se non la metterà a
servizio della capitale come
vuole il Ministero e l’Ue? Se
questa non è una pattumiera
(studiata) non si capisce cosa
sia.http://www.latina-oggi.it/read.php?hash=d1e480e9880d1b174afcb966d3f0ba84
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