martedì 8 ottobre 2024

anticipazioni de Il fatto quotidiano in edicola. Israele-Hamas, 7 ottobre un anno dopo: il Medio Oriente brucia e l'Iran minaccia l'atomica. Giustizia, impunità per tutti: le conseguenze della riforma Nordio

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-7-ottobre-2024/

La giornata in cinque minuti

7 OTTOBRE, RAZZI DI HAMAS DURANTE LA CERIMONIA ISRAELIANA. IDF PROSEGUE CON I BOMBARDAMENTI IN LIBANO. IRAN: “POSSIAMO RIVEDERE LA POLITICA NUCLEARE”. Ad un anno di distanza dal progrom di Hamas, il conflitto promette di allargarsi. Al mattino, appena iniziate le cerimonie israeliane, la milizia islamica ha lanciato 4 razzi (nessuna vittima) dal sud della Striscia di Gaza. Anche a Tel Aviv hanno risuonato le sirene. Fuori dalla casa del premier Netanyahu, centinaia di persone si sono radunate per chiedere un accordo sulla liberazione degli ostaggi. Bibi invece ha rilanciato la “crociata”, con una riunione urgente sulla sicurezza subito al termine delle cerimonie, battezzando come “Guerra della rinascita” il conflitto con Hamas e Hezbollah. Ad oggi, ci sono oltre 41.000 vittime palestinesi (secondo il ministero della Salute guidato da Hamas) e circa 17.000 terroristi, di Hamas e altre sigle, eliminati dall’Idf. Al bilancio si aggiunge un’altra vittima, tra gli ostaggi israeliani: Idan Shtivi, 28 anni, è stato assassinato il 7 ottobre ed il suo corpo tenuto a Gaza. Dove gli attacchi Idf vanno avanti: l’esercito con la stella di David avrebbe bombardato il campo profughi di Jabalia provocando 10 morti. È l’Idf a rivendicare, invece, un raid nell’ospedale al-Aqsa nella zona di Deir al Balah, usato come rifugio dai terroristi. In Cisgiordania bulldozer e veicoli militari avrebbero assaltato all’alba la città di Jenin, secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Anche sul confine libanese proseguono i colpi: Israele ha bersagliato la periferia sud di Beirut (feudo di Hezbollah), l’area vicino l’aeroporto, la zona meridionale del Paese. Verso Israele, invece, più di 135 razzi sono stati lanciati dal Libano. Hezbollah ieri ha attaccato una base militare israeliana a sud di Haifa, ferendo 9 persone. Intanto la diplomazia prova a riallacciare i fili del dialogo: Biden ha lanciato un appello per gli ostaggi, ha ricordato il 7 ottobre come “giorno buio anche per il popolo palestinese”, pur schierandosi “per la sicurezza di Israele”. Giorgia Meloni alla Sinagoga di Roma ha ribadito il diritto alla difesa, invitando Israele al “rispetto del diritto umanitario”. La grande attesa è per la risposta di Israele ai missili iraniani della scorsa settimana. Tel Aviv agita lo spauracchio atomico: “Se minacciati rivedremo la nostra politica sulle armi nucleari”. Sul Fatto di domani, la cronaca e l’analisi del conflitto in corso.


GIUSTIZIA, MELONI VUOLE IL SUO CONSIGLIERE ALLA CONSULTA E LA MAGGIORANZA PREPARA IL TAGLIO ALLE INTERCETTAZIONI. ABUSO D’UFFICIO E INTERROGATORIO DI GARANZIA: I NEFASTI EFFETTI DELLA LEGGE NORDIO. Mercoledì approda al Senato il disegno di legge Zanettin per tagliare drasticamente i tempi delle intercettazioni durante le indagini della magistratura. L’ennesimo provvedimento firmato dalla maggioranza per ammorbidire le maglie della Giustizia, specie contro i colletti bianchi. Il provvedimento caldeggiato dagli azzurri obbliga le toghe a “chiudere” la linea dopo 45 giorni di ascolto, per tutti i reati ad eccezione della criminalità organizzata. Il Giudice per le indagini preliminari potrà concedere una proroga delle intercettazioni solo nel caso di “elementi specifici e concreti”. Oggi non esistono limiti per gli ascolti: il Gip può li può autorizzare (sempre su richiesta del Pm) per periodi successivi di 15 giorni. Intanto, si vedono i nefasti effetti della riforma Nordio: l’interrogatorio di garanzia prima dell’arresto (obbligatorio nel caso di rischio di reiterazione del reato) avvisa gli indagati del carcere in arrivo, dunque può rivelarsi come un incentivo alla fuga; mentre con l’abolizione dell’abuso d’ufficio, si moltiplicano i proscioglimenti con la formula “il fatto non costituisce più reato”. Eppure Giorgia Meloni è arrivata a palazzo Chigi sbandierando il vessillo di Paolo Borsellino, invocando “legge e ordine”. Invece le sue riforme indeboliscono la lotta alla corruzione, ai reati contro la pubblica amministrazione, ma anche la battaglia contro i delitti comuni: spaccio, usura, maltrattamenti, violenza sessuale. Lo spiega sul Fatto di oggi il procuratore di Tivoli Francesco Menditto. La maggioranza tira dritto e cerca di compattarsi in vista del voto di domani (a Montecitorio con il Parlamento in seduta comune) per eleggere il nuovo giudice della Corte Costituzionale: il candidato meloniano è Francesco Saverio Marini, il consigliere giuridico della premier che ha contribuito a scrivere il testo della riforma sul premierato. Sul Fatto di domani vi racconteremo le conseguenze delle riforme già in vigore e di quelle in cantiere.


PIANO STRUTTURALE DI BILANCIO, IL RITORNO DELL’AUSTERITÀ: LE AUDIZIONI (E LE NOTE CRITICHE) DI BANCA D’ITALIA, CORTE DEI CONTI E UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO. Sono iniziate oggi – nelle commissioni Bilancio riunite alla Camera dei deputati – le audizioni sul Piano strutturale di Bilancio. È il documento che sostituisce la Nadef (nota di aggiornamento alla Nota di economia e finanza), previsto dal nuovo Patto di Stabilità europeo. Il Psb prelude alla Manovra per l’anno venturo, ma disegna la traiettoria dei conti pubblici per i prossimi sette anni: l’Italia infatti è in procedura d’infrazione per deficit eccessivo e si sta impegnando con Bruxelles in un piano di rientro. Un ritorno all’austerità, dopo la sospensione dei vincoli di finanza pubblica inaugurata ai tempi della pandemia. Poiché l’Italia ha allungato i tempi fino a 7 anni (invece di quattro) dovrà approvare anche una serie di riforme concordate con la Commissione Ue. Nella sostanza, stretta ai conti pubblici e nuove regole per favorire mercato e concorrenza. In vista della Manovra, il governo ha confermato il taglio di un’aliquota Irpef (scendono da 4 a 3) e del cuneo fiscale. In tutto, circa 15 miliardi. Per il resto, il governo è a caccia di coperture con Giorgetti che dalle pagine di Bloomberg ha invocato sacrifici anche da parte delle aziende che fanno ricchi utili: ovvero, le banche e gli altri settori cui la guerra e l’inflazione hanno gonfiato i bilanci. Sul Fatto di domani vi racconteremo le audizioni (e le note critiche) sul Piano di Bilancio di Banca d’Italia, Corte dei conti, Ufficio parlamentare di Bilancio.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Guerra in Ucraina, il Cremlino: “Attacco hacker senza precedenti alla tv pubblica russa”. Canali non più visibili. La rivendicazione è firmata dal gruppo di attivisti pro-Kiev Sudo rm-RF, nel giorno del compleanno di Vladimir Putin. Al centro dell’attacco la compagnia televisiva e radiofonica statale panrussa Vgtrk, ad essere colpita è l’infrastruttura digitale. Alcuni canali e stazioni radio – come i canali televisivi Rossiya 1 e Rossiya 24 – riconducibili al newtork non risultavano più disponibili.

7 ottobre, Papa Francesco contro i potenti del mondo: “Vergognosa incapacità della comunità internazionale”. Scrivendo ai cattolici del Medio Oriente, Bergoglio ha ricordato che “un anno fa è divampata la miccia dell’odio; non si è spenta, ma è deflagrata in una spirale di violenza” anche a causa della “vergognosa incapacità della comunità internazionale e dei Paesi più potenti di far tacere le armi e di mettere fine alla tragedia della guerra”.

Dà fuoco alla moglie e la uccide a mani nude: fermato 65enne. Il racconto della donna prima di morire: “Mi ha chiuso nell’auto in fiamme”. È stata lei stessa – Angela Turturo, 60 anni – a raccontare tutto alla figlia e alla polizia prima di morire in ospedale. Il marito ha dato fuoco all’auto con lei all’interno e poi – quando è riuscita a uscire dall’abitacolo – l’ha aggredita, immobilizzandola sull’asfalto e ponendole le mani intorno al collo per soffocarla. Gli agenti hanno così fermato per omicidio premeditato e aggravato il 65enne Giuseppe Lacarpia.


LA NEWSLETTER DI OGGI IL FATTO ECONOMICO

Cripto e calcio, dopo la crisi del 2022 adesso i token tornano all’assalto

di Nicola Borzi

Da inizio anno è uno stillicidio. 2 febbraio: la Juve sigla un accordo con la società Zondacrypto come nuovo sponsor di manica. 25 luglio: Apu Apustaja, la popolare memecoin cripto, annuncia una partnership globale con Udinese Calcio, della quale sarà sponsor di manica. 2 agosto: Zondacrypto è il nuovo Official Crypto Exchange Partner di Atalanta. 14 agosto: Bitpanda, exchange di criptovalute e asset digitali, è partner del Milan. La piattaforma leader in Europa ha deciso di riscrivere la tattica delle partnership sportive per presentare il mondo delle criptovalute al nuovo pubblico di oltre 500 milioni di tifosi del Milan in tutto il mondo. 4 settembre: la società cripto BlockDag, che gestisce la cosiddetta blockchain “Layer One”, diventa sponsor di Inter e Borussia Dortmund. Per la squadra tedesca stanzia 10 milioni di dollari in tre anni per far apparire il suo marchio nello stadio e su varie piattaforme di social media.

(Continua)

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