Ieri in molti, associazioni, candidati, esponenti di partito, di movimenti e di liste civiche, professionisti, esponenti di forze sociali hanno perso l'occasione di partecipare all'istruttoria pubblica sul regolamento edilizio.
Per gli Ordini Professionali erano presenti quello degli Ingegneri e degli Architetti, che hanno presentato osservazioni, criticità e proposte.
Assenti gli Ordini degli Agronomi e dei Geometri.
Gli Organi di informazione, a parte un Quotidiano, erano assenti.
Certo qualcuno penserà che il regolamento cambierà subito dopo le elezioni amministrative di giugno, qualche altro che non si tratta di una variante urbanistica oppure non si cambiano volumetrie e altri parametri urbanistici.
Poi la regione Lazio sta per fare un suo regolamento edilizio e il governo Renzi continuando a togliere tutto il potere e la programmazione territoriale a cambiare il titolo V della Costituzione per togliere la competenza delle regioni e forse per arrivare ad un nuovo condono edilizio.
Eppure proprio sull'urbanistica è iniziata una crisi pesante amministrativa che ha portato alla sfiducia della passata amministrazione ed è da sempre un punto essenziale degli accordi di maggioranza del modo di fare politica che ha portato alla crisi del territorio e agli attacchi dissennati.
Difficile, nell'ultimo anno, che passi un giorno senza che uno dei 3 quotidiani non riporti in prima pagina un caso urbanistica, dalle inchieste, ai ricorsi.
Associazioni, comitati, liste civiche quando devono esprimere una critica ai ripetuti fallimenti amministrativi fanno quasi sempre riferimenti ai casi urbanistici.
E' stata una delle poche istruttorie pubbliche, aperte a tutti.
Abbiamo chiesto di partecipare in 6, l'Ordine degli Architetti, quello degli Ingegneri, 2 cittadini (che non sono intervenuti), il comitato dei cittadini residenti in via Monfalcone e un architetto, pochi spettatori presenti.
Questo il mio intervento:
Premessa alla richiesta di modifica del regolamento comunale:
1) i dati storici dei progetti che modificano il paesaggio rurale della zona H rurale possono lasciare dubbi sul ripristino delle opere, come da stato anteriore alle opere per i campi fotovoltaici, centrali a biomasse e biogas sia come smaltimento del materiale incompatibile con l'agricoltura, sia come garanzia economica affinché ciò avvenga;
2) il sovrapporsi di norme Europee, nazionali, regionali e comunali, anche di materie diverse (urbanistica, sicurezza, incolumità pubblica, lavori pubblici, tutela della salute, accesso agli atti, informazione, controlli, garanzie delle casse pubbliche) può creare incertezza nell'applicazione di queste ed esporre il Comune, i vari Funzionari e Dirigenti a rischio di errore;
3) i dati storici acquisiti sul mancato rispetto della normativa Seveso in materia di incidente rilevante, delle autorizzazioni in materia di emissioni, scarichi, smaltimenti per le centrali già funzionanti anche senza certificato di prevenzione incendi, con polizze scadute oppure non regolari delle centrali a biogas e biomasse, delle discariche e in genere sul trattamento dei rifiuti, la difficoltà nei controlli, l'inquinamento accertati, i danni causati all'ambiente, alle falde, ai confinanti mettono a rischio sia penale che risarcitorio le casse comunali;
4) gli impianti a biogas, biomasse, discariche su terreni risultati già vincolati, sequestrati, non nella disponibilità del proponente indicano uno scarso controllo della documentazione.
5) L'esistenza di polizze fideiussorie false presentate per conto di società che hanno operato per impianti anche in provincia e nel comune di Latina evidenziano uno scarso controllo e conoscenza della materia.
Quanto sopra rende necessario ed urgente approvare una norma transitoria che, nell'immediato, sospenda tutti i procedimenti in corso o presentati con la presentazione di:
a) certificazione notarile attestante la disponibilità del fondo;
b) garanzie economiche rilasciate da Istituti di Credito o da cauzione, comunque don documenti autenticati, rilasciati da Aziende con sede in Italia o nei Paesi della Comunità Europea aventi analoghe garanzie, da dove risulti che il Sottoscrittore della Polizza abbia i poteri di firma;
c) compatibilità ambientale con la valutazione di impatto ambientale;
d) verifica dell'esistenza dell'area di altri impianti compresi nell'allegato A) della direttiva Seveso (impianti di produzione energetica alimentati da gas naturale);
e) richiedere il PUA che attesti la conformità del progetto con l'azienda agricola esistente per provenienza biomasse, smaltimento digestato;
e) subordinare l'inizio dei lavori dopo aver ottenuto autorizzazione allo smaltimento del digestato e/o dei rifiuti;
f) certificazione dell'inesistenza di piantagioni nella zona che possono essere danneggiate da emissioni e dal digestato.
Nella versione definitiva sarà opportuno, oltre a quanto sopra, che l'esame dei progetti avvenga in maniera di conferenza dei servizi interna al Comune che comprenda i settori ambiente, agricoltura, lavori pubblici, urbanistica, avvocatura, oltre a garantire la partecipazione pubblica con congruo preavviso.
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