martedì 23 ottobre 2012

Taranto Ilva boom di tumori + 419% Clini si deve dimettere

Bonelli (Verdi): “Ora il ministro Clini si deve dimettere” LA SITUAZIONE drammatica che vive la città di Taranto è uno scandalo non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa. Sono profondamente indignato, e mi sento di rappresentare una grandissima parte dei cittadini di Taranto, per il fatto che il governo abbia presentato oggi (ieri) e non prima che venisse chiuso il procedimento dell’Autoriz - zazione Integrata ambientale i dati sulla mortalità e l’incremento drammatico dei tumori nella città”. Così il leader dei verdi Angelo Bonelli, che aggiunge: “Per mesi abbiamo ascoltato il ministro dell’Ambien - te Corrado Clini dire che non esisteva nessa causale tra Ilva e malattia e morti di Taranto. Ora si deve dimettere”. Il fatto quotidiano 23 ottobre 2012 Taranto produce tumori più 419% di ammalati NELLA CITTÀ DELL’ILVA PICCO TRA LE DONNE COLPITE ALLO STOMACO RENATO BALDUZZI Il ministro diffonde dati preoccupanti che erano noti da mesi Le associazioni chiedono di chiudere la fabbrica Sandra Amurri Il Fatto quotidiano 23 ottobre 2012 Sarà stato un caso e, come si sa, a pensar male spesso ci si indovina, ma i dati scioccanti sull’incremento dei tumori a Taranto, in possesso della Procura da mesi, sono stati resi noti dal ministro della Salute Renato Balduzzi il giorno prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e dopo l’approvazione del testo dalla Conferenza di Servizi. NUMERI CHE tratteggiano i contorni di una strage, quelli emersi dallo Studio Sentieri, promosso dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità sulla mortalità, che potrebbero salire visto che l’aggiornamento è relativo al 2003-2009. L’epidemiologia è una scienza esatta e i risultati non sono soggetti a interpretazione: a Taranto, rispetto al resto della Regione, c’è il 14% in più di mortalità e nella globalità dei tumori è indicata un’inci - denza superiore del 30%, sia per maschi sia per femmine, con un dettaglio di alcuni tumori che incidono maggiormente nel sesso maschile come quello del polmone con valori del 50% in più, come i linfomi che addirittura arrivano anche al 60% in più, i tumori della pleura al 100% in più e così via. Per le donne si arriva nel tumore allo stomaco al 100% in più, mentre rispetto alla media della provincia, a Taranto la possibilità di morire di tumore degli uomini è del 419%. E nei bambini viene riscontrata la più alta incidenza di malattie e di mortalità nel primo anno di vita. IL PERCHÉ è purtroppo scontata: a Taranto c’è un concentrato di sostanze inquinanti prodotte dall’Ilva come benzene, benzopirene e diossina, che altrove non ci sono. Non sono mancati interventi duri durante la conferenza in Prefettura a cui hanno partecipato oltre al ministro Balduzzi, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, PeaceLink, Altamarea, Ail, del Tri- bunale del Malato e dei Cittadini Liberi e Pensanti. Secondo Patrizio Mazza, primario dell’oncologia. Ematologia dell’Ospedale Moscati di Taranto: “Il ministro non ha fornito risposte risolutive avallando la linea del ministro dell’Ambiente Clini tutta tesa a depotenziare la valenza sanitaria del problema e a esaltare l’importanza dell’Aia per la sussistenza dell’Ilva che non soddisfa alle esigenze sanitarie”. Aia che sempre secondo il dottor Mazza “inciderà solo in parte sulla riduzione delle polveri causa delle malattie respiratorie, ma non sugli inquinamenti cancerogenetici che con la riduzione della produzione di acciaio a 10-12 tonnellate continueranno a essere prodotti seppure spalmati. Il che vuol dire una quantità enorme di sostanze nocive in un sito già altamente inquinato”. Il ministro ha poi detto che “vedrà nei meandri del ministero che presiede di trovare fondi da far arrivare a Taranto per migliorare le strutture e il livello delle cure”, parole incredibili per il dottor Mazza: “Forse troverà più soldi per curare mentre continuano a non fare niente per interrompere la causa delle malattie”. BASTI PENSARE che a Taranto, il danno annuo stimato per la cura, la diagnostica, il mancato lavoro e quanto ruota attorno alle malattie legate all’inquinamento, è di 250 milioni di euro, pari al monte salari degli operai dell’Il - va. La soluzione per il dottor Mazza è una sola: chiudere l’Ilva quanto prima: “In 3 anni si possono creare alternative, studiare progetti di riassorbimento dei lavoratori. Ma quel che prevale è la volontà politica di tenere in vita l’Ilva”. E aggiunge che un altro paradosso è il centro della salute, finanziato dalla Regione Puglia a fianco dell’Ilva per monitorare l’inquinamento: “Voi inquinate e noi misuriamo”. Sul fronte giudiziario oggi il Tribunale del riesame esaminerà il ricorso dei legali dell'Ilva contro il secondo no del gip Patrizia Todisco alla rimessione in libertà di Emilio Riva, del figlio Nicola e dell’ex direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso, agli arresti domiciliari dal 26 luglio, nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici dell'azienda. Ieri si è svolta l’udienza sull'appello presentato dalla Procura per far sospendere l'immediata esecutività dell'ordinanza del tribunale in cui venne disposto il reintegro del presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, nella funzione di custode giudiziario degli impianti sequestrati.

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