Per consentire le prove testimoniali e per la nuova notifica a Colucci è stata fissata la prossima udienza il 9 febbraio 2016 alle ore 12,30 nel processo ai rappresentanti di Ecoambiente (dell'epoca dei fatti contestati) Bruno Landi, Colucci e Rondoni che dovranno rispondere dell'accusa di inquinamento delle falde.
I cittadini residenti davanti alla discarica di Borgo Montello sempre presenti e attenti, erano assistiti nella loro costituzione di parte civile dagli avvocati di Latina Vincenzo Nardelli (presente in udienza) e Stefano Noal.
Oltre alla costituzione di Codici e del Comitato per l'acqua pulita, di legambiente e della Regione Lazio (presente per la prima volta in udienza dopo la richiesta di costituzione di parte civile), si è presentato in aula anche l'Avvocato Cavalcanti per la costituzione di parte civile del Comune di Latina ed un altro gruppo di cittadini e di un'azienda che oggi hanno presentato la Costituzione di parte civile.
Mantenuto quindi l'impegno voluto dall'ex assessore all'ambiente Pansera per il comune di Latina finalmente affianco ai Cittadini di Borgo Montello.
Speriamo nei prossimi giorni che anche il Commissario del Comune di Latina trovi il tempo di incontrare i cittadini e di prendere finalmente posizione contro il danno e la servitù continua subìta dalle famiglie Piovesan.
Il comitato dei cittadini Riuniti di Borgo Montello e Bainsizza, le famiglie Piovesan hanno chiesto alle altre parti civili di coordinarsi per la strategia comune in difesa della salute pubblica, mettendosi a disposizione per spiegare il reale stato di degrado e disastro ambientale provocato dall'inquinamento continuo e giornaliero della discarica anche con emissioni nocive, polveri e cattivi odori.
La lunga e costante difesa del comitato dei cittadini riuniti e le famiglie Piovesan stanno finalmente aggregando altre realtà più lontane (come si vede dalle costituzioni in giudizio) e finora rimaste in disparte verso l'obiettivo comune di superare la discarica e gli impianti superati (come definiti dall'Ing. Tosini della Regione Lazio), con una bonifica di cui non sono certi i benefici (come rilevato dall'ArpaLazio dottor Chiarucci), dal mancato rispetto del progetto di bonifica (dottoressa Valle della provincia di Latina. Chissà che finalmente anche le altre forze politiche che finora assecondato i potenti delle discariche (vedi le varie telefonate e il famoso a Brù ricordate de mì cognato) e che addirittura lo stesso pd ha dimenticato le prese di posizionate contro chi voleva impianti inutili e inquinanti, contrarie al bene comune.
Dopo la costituzione di parte civile dei cittadini residenti nell'area della discarica (in pratica le varie famiglie Piovesan) e la nomina del CTU Dottor Tomaso Munari c'è stata una svolta con le operazioni peritali (delle parti civili sono intervenuti i soli cittadini) e la conseguente relazione di consulenza tecnica di ufficio.
Il Dottor Munari ha dimostrato che le operazioni di monitoraggio dell'ArpaLazio sono state insufficienti e non conformi alle norme di buona tecnica, al progetto approvato dalla stessa ArpaLazio e che le operazioni di bonifica e di messa in sicurezza non sono state effettuati secondo il progetto.
Inoltre la situazione delle falde è rimasta grave con una produzione di percolato eccessiva a dimostrazione del mancato o insufficiente progetto e controllo.
Tale relazione del CTU ha dimostrato le varie responsabilità che hanno portato al rinvio a giudizio dei 3 esponenti di Ecoambiente o imprenditori di fatto Landi, Colucci e Rondoni con l'inizio del processo il 16 giugno 2015.
Tuttavia le norme sulla nuova legge per gli ecoreati mette fortemente a rischio il processo.
Nella costituzione di parte civile della Regione Lazio depositata nella cancelleria del Tribunale di Latina del 7 maggio 2015, si dichiara:
“l’impatto ambientale che la discarica ha determinato sulle falde acquifere, sul fiume Astura e di conseguenza sulla salute dei residenti specificatamente del comprensorio di Borgo Montello, ha cagionato un grave pregiudizio economico residenti e delle produzioni agricole che insistono in quell’area e di conseguenza anche alla regione Lazio che ha sempre perseguito l’obiettivo dello sviluppo economico e del miglioramento della qualità della vita della popolazione secondo criteri di compatibilità ecologica e di agricoltura sostenibile basandosi alle effettive esigenze e vocazioni dei territori e delle rispettive comunità.
E’ evidente come le azioni poste in essere dagli odierni imputati abbiano creato un grave pregiudizio economico per il sistema regionale delLazio che concorre al raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute dei cittadini. Ne deriva dunque che ove vi sia un danno all’ambiente e al territorio con conseguente pericolo per la salute pubblica scaturita da azioni illecite predisposte dai singoli imputati via sia un danno diretto alla costituenda parte civile. … attesa l’adulterazione delle acque di falda a causa della fuoriuscita del percolato altamente tossico. L’intera vicenda sopra descritta appare gravissima, poiché le condotte degli imputati hanno inciso su un bene primario come la salute causando, anche per questo, un danno di gravissima entità e di allarme sociale
questo il testo del rinvio a giudizio:
Rondoni Vincenzo
Landi Bruno
Colucci Nicola
Imputati dei reati p. e p. dagli artt. 81, 110, 40 cpv e 440 cp perché in concorso tra loro in tempi diversi Landi Bruno n.q. di amministratore delegato della società Ecoambiente srl, Rondoni Vincenzo quale presidente del consiglio di amministrazione della citata società contrattualmente incaricata della gestione di parte dei rifiuti solidi urbani della provincia di Latina e Colucci Nicola quale imprenditore di fatto, mediante l’omesso controllo circa la sicurezza degli invasi denominati S1, S2, S3 ed S0 e mediante la mancata esecuzione di opere di imperme4abilizzazione dei citati impianti benché le stesse carenze strutturali fossero note ai predetti attraverso plurimi atti e documenti comunicati in successione alla citata società e per essa agli indagati (ordinanza n. 36 del 18/08/98 del sindaco di Latina, relazione dell’Ente del 1995 e del 1996 commissionata dal Comune di Latina, plurime comunicazioni dell’ArpaLazio in ordine agli accertamenti tecnici effettuati nel sito), determinando di conseguenza reiterati fenomeni di fuoriuscita dei percolati dai siti indicati, percolato contenente tra l’altro sostanze pericolose quali piombo, rame e zinco determinavano l’adulterazione e la contraffazione delle acque di falda poste in prossimità del detto sito rendendole pericolose per la salute pubblica, in Latina commesso a tutt’oggi aprile 2011, reato permanente.
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