Ad attirare l’attenzione del garante per la concorrenza, che vigila anche sulla pubblicità ingannevole, sono stati i messaggi che comparivano sui cassonetti gialli per la raccolta e sul sito dell’Ama: “I materiali in buono stato saranno recuperati come indumenti”, “grazie per il vostro aiuto”, aiutaci ad aiutare”. Secondo l’Antitrust, le informazioni erano ingannevoli perché la raccolta sembrava fatta per beneficenza mentre venivano omessi ifini commerciali.
Sol.co e Bastiani hanno ricevuto multe rispettivamente per100mila euro e 10mila euro. L’Ama, invece, è stata sanzionata per 100mila euro per non aver controllato l’operato dei due consorzi e per non aver dato informazioni esaustive sul proprio sito. I messaggi ingannevoli sono già stati modificati sia sui cassonetti sia sul web. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/29/raccolta-abiti-usati-antitrust-multa-ama-roma-fa-credere-che-vadano-ai-poveri-invece-li-vende/2079740/