tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/08/16/mecarozzi-industrie-estrattive/6764063/
L’impatto ambientale delle industrie estrattive ci costa 5 mila miliardi l’anno
di Pietro Mecarozzi
L’impatto ambientale di tutte le industrie estrattive mondiali arriva alla cifra record di 5.000 miliardi di euro l’anno. È il risultato ottenuto dalla nuova ricerca pubblicata sul Journal for Cleaner Production, intitolata “I costi ambientali globali dell’estrazione e della lavorazione delle materie prime abiotiche e la loro distribuzione geografica”, nella quale è stata condotta una valutazione completa del peso sull’ambiente, nell’arco di un intero ciclo di vita, di 38 materie prime usate dalle industrie estrattive, conteggiando tutte le emissioni a monte (approccio Cradle-to-Gate).
Questo approccio valuta gli impatti ambientali – tra cui le emissioni di gas serra, le emissioni di particolato, l’acidificazione, il cambiamento di destinazione d’uso dei terreni, l’esaurimento delle risorse e la tossicità – associati a tutte le fasi di vita di un prodotto, escluso l’utilizzo finale.
Per alcuni paesi ricchi di materie prime come carbone, idrocarburi, ferro, i benefici (economici) superano i danni, ma per molti altri si innesca la dinamica per cui il loro sfruttamento genera crescenti diseguaglianze sociali e danni all’ambiente, con conseguenze molto negative per l’economia.
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