"Rifiuti radioattivi e trivelle non possono coesistere. Uno stop alla possibilità che in Basilicata vengano a coincidere entrambe le attività è stato posto dal Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, Pitesai, ovvero la pianificazione relativa alle attività di ricerca prospezione e coltivazione degli idrocarburi (gas e petrolio). Dell’inopportunità avevamo scritto in esclusiva sulla newsletter Giustizia di Fatto dello scorso 22 aprile, raccontando le criticità rilevate dall’associazione antinucleare ScanZiamo le Scorie in merito all’inserimento da parte della Sogin, la società pubblica partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, della Basilicata, la più grande riserva d’Italia di idrocarburi, nella Cnapi, la Carta nazionale aree potenzialmente idonee per la realizzazione del deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi che individua 67 possibili siti nel territorio nazionale."