di Elena Dusi la Repubblica 20 aprile 2020
Il coronavirus può finire anche nelle acque reflue. La scoperta che ha fatto Parigi nel week end non è la prima al mondo. Tanto che alcuni paesi (Australia, Olanda, alcune contee negli Stati Uniti) stanno sperimentando il monitoraggio delle fognature per identificare i focolai dell'infezione.
Pur essendo un virus soprattutto respiratorio, il microrganismo può anche finire nelle feci, già un paio di giorni prima della comparsa dei sintomi, e da lì nella rete fognaria.
Non è chiaro se si tratti di microbi vivi e capaci di contagiare o solo di frammenti e scarti, che vengono espulsi dall'organismo dopo aver perso la loro battaglia con il sistema immunitario.
Il coronavirus può finire anche nelle acque reflue. La scoperta che ha fatto Parigi nel week end non è la prima al mondo. Tanto che alcuni paesi (Australia, Olanda, alcune contee negli Stati Uniti) stanno sperimentando il monitoraggio delle fognature per identificare i focolai dell'infezione.
Pur essendo un virus soprattutto respiratorio, il microrganismo può anche finire nelle feci, già un paio di giorni prima della comparsa dei sintomi, e da lì nella rete fognaria.
Non è chiaro se si tratti di microbi vivi e capaci di contagiare o solo di frammenti e scarti, che vengono espulsi dall'organismo dopo aver perso la loro battaglia con il sistema immunitario.
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