C'erano come sempre i cittadini: Paolo Bortoletto storico esponente anti discarica di Borgo Montello che ha ripercorso 47 anni di lotta non violenta culminata nella relazione della commissione contro le ecomafie che ha fatto appello all'umanità. Bortoletto ha inoltre chiesto di ridare dignità alla zona ricostituendo il bosco e il laghetto sulla via del Bosco adiacente alla discarica di Borgo Montello.
Giorgio Libralato in qualità di rappresentante dei cittadini residenti in via Monfalcone, lo storico podere delle famiglie Piovesan ha ricordato gli impegni nella stessa stanza, sempre in un'audizione richiesta da Gaia Pernarella, che si era svolta il 26.5.2015 nella quale regione (assessore Buschini, presidente commissione Panunzi, dirigente Tosini) avevano assunto l'impegno, poi mantenuto, di costituirsi parte civile nel processo per inquinamento delle falde. La provincia di Latina (dirigente dottoressa Valle) aveva certificato l'inquinamento e la bonifica disattesa. L'Arpa Lazio con il responsabile dell'epoca della provincia di Latina. Il consigliere regionale di maggioranza (di allora e di oggi) Enrico Forte, che aveva chiesto la chiusura della discarica e il risarcimento danni. L'assessore all'ambiente (dell'epoca) del comune di Latina Alberto Pansera che aveva assunto l'impegno, poi mantenuto dall'amministrazione Di Giorgi di costituirsi parte civile nel processo contro inquinamento delle falde. Anche per il risarcimento dei cittadini Pansera aveva assunto l'impegno di proseguire nell'impegno assunto dall'amministrazione Di Giorgi di risarcimento dei cittadini. Poi l'amministrazione Coletta deciderà di non continuare sulla strada tracciata da chi lo ha preceduto completandone l'iter. Libralato ricordava con rammarico che le affermazioni dei cittadini, di 4 anni e mezzo fa, sono stati confermati dai fatti: invasi esauriti, sequestro della discarica. Libralato ha ricordato il ricorso al Capo dello Stato contro ultima AIA, tra l'altro con le motivazioni confermate dalla stessa azienda il 28.10.19 nella cds. Libralato ha poi spiegato che, se fossimo nella regione dei diritti e della legalità, il settore rifiuti avrebbe già annullato o rivisto in autotutela i provvedimenti della VIA (non più attuale per le risultanze delle relazioni Munari, dell'Arpa, dell'Ispra, come certificato dalla relazione contro ecomafie) e delle AIA da rettificare e correggere proprio per gli errori riscontrati. Libralato invierà tutta la copiosa documentazione per l'ennesima volta, come richiesto dalla Commissione.
Il sindaco Damiano Coletta ha ripercorso gli ultimi atti amministrativi, spiegando che i cittadini hanno già dato troppo come danni subiti. Il sindaco Coletta ha chiesto che regione e
stato si facciano carico del risarcimento dei danni subiti dai
cittadini per la perdita del valore commerciale degli immobili delle
famiglie residenti in via Monfalcone danneggiate dalla discarica.
Ha dichiarato che nell'ultima
conferenza dei servizi il comune si è espresso contro la
sopraelevazione della discarica, come Arpa Lazio, in quanto, la società proponente, non ha
adempiuto all'obbligo imposto dalla regione dell'acquisto
dell'immobile (spiegano poi che è in affitto dall'agenzia per i beni
confiscati) e perché non è completa la bonifica, secondo le risultanze dell'ultima conferenza dei servizi del 15 febbraio. La convocazione
per la conferenza dei rifiuti, in merito alla bonifica, il comune la invierà entro il 27 novembre.
Enrico Forte: la discarica va chiusa
senza se e senza ma. Il sito bisogna recuperarlo e rivalutarlo,
attuando la gestione delle bonifiche ed il post mortem, ripristinando
la vivibilità. Anche il comune di Latina dovrà fare la sua parte.
Va effettuata l'operazione verità e dare il ristoro ai residenti
danneggiati ingiustamente. Le persone non possono restare a vivere
nei pressi della discarica. Bisogna fare un pubblico evento per
informare la popolazione di quanto è successo e documentato nella
relazione contro le ecomafie. Quella discarica è una pagina
bruttissima e vergognosa da chiudere. Gli uffici della regione
dovranno mettere la parola fine senza se e senza ma, Borgo Montello
ha già dato.
Il consigliere provinciale Vulcano
delegato all'ambiente ha annunciato che si cambierà nome alla nuova
discarica in “siti di stoccaggio della lavorazione residua dei
rifiuti”. Anche gli altri esponenti intervenuti hanno dichiarato la contrarietà alla riapertura della discarica. Veramente fuori luogo l'affermazione di chi ha ha fatto parte di precedenti amministrazioni che non hanno contrastato le precedenti autorizzazioni che hanno portato al disastro ambientale che ha parlato di sindrome di Nimby. Nessuna sindrome consigliere in ritardo di decenni. Si tratta di dolore, di malattie, tumori, di lutti, di privazione della libertà di non poter aprire porte e finestre. Comunque prendiamo il suo no alla discarica come l'inizio di un percorso e il rispetto, almeno dal punto di vista umano, della sofferenza creata da scelte non esattamente indovinate.
La speranza è che non si debbano aspettare altri 4 anni e mezzo e che la regione adotti i provvedimenti dovuti di chiusura della discarica, gestione post mortem, risarcimento ai cittadini, riqualificazione dell'area.
La speranza è che non si debbano aspettare altri 4 anni e mezzo e che la regione adotti i provvedimenti dovuti di chiusura della discarica, gestione post mortem, risarcimento ai cittadini, riqualificazione dell'area.
2 commenti:
Era assente anche il presidente della commissione, cacciatore collega di partito della pernarella e la dirigente Tosini aveva comunicato la sua assenza due giorni prima della commissione. Vedi Giorgio non si vincono le battaglie raccontando solo un pezzo di verità.
Intanto sarebbe corretto lasciare nome e cognome. Poi mi dispiace che il commentatore non sappia leggere
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