(ANSA) - ROMA, 6 GIU - I reati ambientali nel 2016 produrranno un fatturato mondiale di 258 miliardi di dollari, con un aumento del 26% rispetto al 2014, quando ne valevano 213.
Sono la quarta attività criminale al mondo, dopo il traffico di droga, la contraffazione e il traffico di esseri umani. Lo rivela un rapporto congiunto dell'agenzia dell'Onu per l'ambiente, l'UNEP, e dell'Interpol, diffuso in occasione della Giornata mondiale dell'Ambiente.
I reati ambientali comprendono traffico di specie selvatiche, taglio illegale di boschi, contrabbando di oro e altri minerali, pesca di frodo, traffico di rifiuti, frodi sui crediti di carbonio. Nell'ultimo decennio questi reati sono aumentati in media del 5-7% all'anno, due o tre volte più rapidamente del Pil globale.
Per il direttore esecutivo dell'UNEP, Achim Steiner, "le forti somme di denaro generate da questi crimini mantengono in affari sofisticate bande e alimentano l'insicurezza nel mondo.
Il risultato non è solo devastante per l'ambiente e le economie locali, ma per tutti quelli che sono minacciati da queste imprese criminali. Il mondo deve unirsi per adottare una forte azione nazionale ed internazionale per porre fine ai reati ambientali".
Il rapporto UNEP-Interpol, dal titolo "L'ascesa del crimine ambientale", raccomanda ai governi azioni, norme e sanzioni decise, comprese misure per demolire i paradisi fiscali, aumento dei fondi per il contrasto, incentivi e sostegni economici per dare alternative alle popolazioni che traggono sostentamento da questi reati. (ANSA).
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Sono la quarta attività criminale al mondo, dopo il traffico di droga, la contraffazione e il traffico di esseri umani. Lo rivela un rapporto congiunto dell'agenzia dell'Onu per l'ambiente, l'UNEP, e dell'Interpol, diffuso in occasione della Giornata mondiale dell'Ambiente.
I reati ambientali comprendono traffico di specie selvatiche, taglio illegale di boschi, contrabbando di oro e altri minerali, pesca di frodo, traffico di rifiuti, frodi sui crediti di carbonio. Nell'ultimo decennio questi reati sono aumentati in media del 5-7% all'anno, due o tre volte più rapidamente del Pil globale.
Per il direttore esecutivo dell'UNEP, Achim Steiner, "le forti somme di denaro generate da questi crimini mantengono in affari sofisticate bande e alimentano l'insicurezza nel mondo.
Il risultato non è solo devastante per l'ambiente e le economie locali, ma per tutti quelli che sono minacciati da queste imprese criminali. Il mondo deve unirsi per adottare una forte azione nazionale ed internazionale per porre fine ai reati ambientali".
Il rapporto UNEP-Interpol, dal titolo "L'ascesa del crimine ambientale", raccomanda ai governi azioni, norme e sanzioni decise, comprese misure per demolire i paradisi fiscali, aumento dei fondi per il contrasto, incentivi e sostegni economici per dare alternative alle popolazioni che traggono sostentamento da questi reati. (ANSA).
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