POTENZA, CHIUSA L’INCHIESTA
Il Riesame all’Eni:
“Traffico di rifiuti
per fare profitti”
È“FO N DATA” l’accusa contro l’Eni di
aver smaltito illecitamente nel centro
oli di Viggiano (Potenza) i rifiuti prodotti
dall’estrazione del petrolio, con procedure
che hanno fatto conseguire all’azienda un “in -
giusto profitto” (per milioni di euro). È la motivazione
con la quale il Tribunale del Riesame
di Potenza ha confermato, il 16 aprile scorso, il
sequestro di due vasche e del pozzo di reiniezione
al servizio del centro oli dell’Eni in Val
d’Agri. Secondo la perizia dei pm, ritenuta dal
Riesame “di chiarezza adamantina”, l’Eni reiniettava
nel sottosuolo non solo l’acqua venuta
in superficie con il petrolio estratto in Val
d’Agri ma anche “altri reflui provenienti da distinti
processi di produzione” (così risparmiando
notevoli cifre). Secondo il Riesame,
ciò avrebbe richiesto una diversa classificazione
dei reflui. Il Tribunale ha valutato anche
le intercettazioni e definito “i m b a ra zza n t i ”al -
cune conversazioni. Nel frattempo è stato inviato
a 70 indagati tra persone fisiche e giuridiche
tra cui Eni, dirigenti e funzionari del colosso
petrolifero ma anche l’ex sindaco Pd di
Corleto Perticara, l’avviso di fine indagine che
contiene reati di truffa, corruzione e violazione
delle norme a tutela dell’a mbiente.
Banca Etruria e quel miliardo
“re galato” a un pugno di società
La relazione del commissario parla di “incapacità generalizzata a gestire il credito”
DAVIDE VECCHI
Un funzionario Consob
è stato convocato
come persona informata
sui fatti dal
pool di magistrati di Arezzo –
guidato dal procuratore capo
Roberto Rossi –, titolari dell'inchiesta
su Banca Etruria,
per accertare se i vertici dell'istituto
di credito hanno rispettato
le indicazioni dell'organismo
di vigilanza nella
vendita delle obbligazioni subordinate.
Bond ceduti a persone
con licenza elementare e
media, portatori di handicap,
anziani: risparmiatori privi
dei requisiti solitamente richiesti
per acquistare e operare
su prodotti ad alto rischio.
L'ipotesi è la truffa aggravata
e sei direttori sono già
indagati. Ai loro nomi potrebbero
esserne aggiunti altri nei
prossimi giorni.
FONTI VICINE agli inquirenti
toscani sottolineano che ad Arezzo
non esiste alcun fascicolo
d'indagine sull'operato
di Consob e che, pur volendo,
non potrebbe esistere perché
la competenza sull’operato
della Commissione è esclusiva
delle procure di Roma. Il
dirigente è stato convocato
dalla Guardia di Finanza di Firenze,
su delega di Rossi, esclusivamente
per aiutare le
Fiamme Gialle a individuare
se e come i vertici della banca
hanno “camuffato”il prospetto
informativo sull'emissione
di obbligazioni straordinarie
e la percentuale di rischio dell'investimento.
Il prospetto
fatto sottoscrivere ai risparmiatori
è lo stesso inviato per
l'approvazione a Consob? Sono
state rispettate tutte le condizioni
indicate dall'organismo?
L'ipotesi degli inquirenti,
già confe
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