, questo battevano
le agenzie di stampa ieri mattina. Parole
della presidente Emma Marcegaglia all’apertura
dell’assemblea degli azionisti. Il sistema
anti-corruzione, ha sottolineato Marcegaglia,
è “un programma oggetto di un continuo miglioramento
per adeguarlo ai più avanzati standard
internazionali”. Siamo fiduciosi nei miglioramenti, è
chiaro che finora qualcosa non ha funzionato,
ma stanno tappando le falle. Così magari non
succederà più di avere un amministratore delegato,
Claudio De Scalzi, indagato per corruzione
internazionale. Un ex ad, Paolo Scaroni,
che ora rischia una condanna dopo che la Cassazione
ha annullato la sua assoluzione dall’a cc u s a
di corruzione internazionale. E chissà se quando l’Eni
avrà raggiunto “i più avanzati standard internazionali”
potrà ancora avere un presidente, Emma
Marcegaglia, il cui fratello ha patteggiato per aver
pagato tangenti a una controllata dell’Eni. Sorvoliamo
poi sulle inchieste su Saipem, anche quelle colpa
dei “m i g l i o ra m e n t i ” mancanti al programma anti-
corruzione che forse ora funziona: a Potenza l’Eni e
i suoi manager non sono indagati permazzette, soltanto
smaltimento illecito di rifiuti. Chissà se anche
per quello c’è un “p ro g ra m m a ” di miglioramenti.
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