mercoledì 18 maggio 2016

Ilva, Strasburgo manda l’Italia a giudizio e Palazzo Chigi dice sì a Scaroni al vertice - veleni letali - Taranto La Corte europea: “Il vostro Stato non ha protetto vita e salute delle persone”

Polemica nel Pd
Il maxi-processo
ai 44 cominciato,
Emiliano in aula:
“Inopportuno
candidare uno
degli imputati” FRANCESCO CASULA
Bari
Lo Stato italiano non ha protetto
la vita e la salute di 182
cittadini di Taranto dalle emissioni
nocive dello stabilimento
siderurgico Ilva. È l’ac -
cusa per la quale la Corte europea
dei diritti umani di Strasburgo
ha messo formalmente
sotto processo l’Italia ritenendo
che vi siano i presupposti
per aprire un procedimento
contro Roma.
IN DUE DISTINTI ricorsi presentati
tra il 2013 e il 2015, i cittadini
che vivono a Taranto e
nei Comuni limitrofi, guidati
da Lina Ambrogi Melle, ambientalista
appena entrata nel
Consiglio comunale ionico, si
sono rivolti alla Corte europea
per denunciare l’a tt egg iamento
delle autorità statali,
regionali e locali colpevoli di
non aver adottato misure idonee
a combattere l’in q u in amento
dell’aria,
del suolo e delle
acque provocato
dallo stabilimento
siderurgico, ma
anche di aver varato
una serie di
decreti cosiddetti
“salva Ilva” con
l’obiettivo di permettere
alla fabbrica
di continuare
a produrre e
quindi a inquinare
addirittura sotto (il fatto quotidiano 18 maggio 2016)

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