domenica 24 aprile 2016

nucleare Vivere 30 anni dopo con il fallout di Chernobyl

Fotografie da un mondo tormentato mostrano bambini che vivono a circa 80 chilometri dal luogo del disastro nucleare peggiore della storia  ed ancora stanno soffrendo gli effetti della radioattività.

Trent’anni dopo il disastro nucleare di Chernobyl ci sono ancora alti tassi  di patologie sanitarie in coloro che ancora vivono nelle vicinanze delle centrale.
I bambini di queste aree sono a rischio di carenze a carico del sistema immunitario  e presentano disturbi del ritmo cardiaco già in età neonatale.
Gli adulti soffrono di alti tassi di malattie cardiache e di tumori alla tiroide.

Trent’anni dopo l'evacuazione della città di Pripyat  dopo il disastro di Chernobyl, la centrale è in fase di dismissione e rimane in vigore  il divieto di abitare la zona di esclusione attornoal luogo dell’incidente.

Ma per coloro che vivono nelle regioni al confine di Ucraina e Bielorussia gli effetti di questo disastro continuano a perseguitarli.
I medici dicono che  i bambini che nascono tuttora presentano  alti tassi di immunodeficienza e disturbi cardiaci.


Ivan Dorochov, 8 anni, sottoposto ad un elettrocardiogramma per testare l’attività naturale del suo cuore, nell’ambito dello screening medico di routine per i bambini di Ivankov, Ucraina. La regione si trova a circa 80 chilometri a sud dove si è verificato il disastro di Chernobyl
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Anna Savula, 36 anni, culla la figlia gravemente  disabile, Dasha, di 9, nel suo appartamento a Gomel, Bielorussia.
Coloro che vivono nella zona vicino a Chernobyl soffrono di patologie neurologiche e mentali.


Ragazzi con disabilità mentale sono a cena nella mensa della Casa di Accoglienza del villaggio di Vesnova (provincia di Glusk), Bielorussia. La struttura si trova non lontano dalle zone contaminate dalle radiazioni a seguito dell’incidente nucleare


Ragazzi siedono sul pavimento in un locale della casa di Accoglienza di Vesnova (Glusk), Bielorussia.


Ragazzi nella Casa di Accoglienza di Vesnova –Bielorussia. Si ritiene che l’incidente di Chernobyl abbia causato difetti diffusi alla nascita per chi abita questa zona.


Un gruppo di ragazzi ospiti della Casa di Vesnova. Circa 170 bambini e adolescenti ricevono assistenza sanitaria presso la struttura.


Molti di coloro che sono nati in questa zona, con gravi difetti mentali e motori, ricevono assistenza presso questa struttura.


Il dibattito scientifico è ancora in corso sulla possibilità che i difetti congeniti alla nascita possano essere attribuiti alle radiazioni di Chernobyl, anche se i medici della regione sottolineano un aumento significativo di queste patologie dopo il 1986 (NDR: gli ultimi studi del prof Bandzhevskydimostrano la stretta relazione fra contaminazione radioattiva e trasmissione genetica del danno).


Katya, 5 anni, al centro; ha una sindrome convulsiva ed è affetta da microcefalia.




Vasilij, 5 anni, è nato con gravi difetti legati allo sviluppo ed alla crescita. Anche suo fratello riceve trattamenti sanitari per la cura di patologie neonatali.


Nadya, 2 anni, nel suo letto di casa a Minsk, Bielorussia. E’ affetta da idrocefalia, difficoltà ad assorbire gli alimenti e danni al cervello che provocano disfunzioni ad articolazioni e muscoli.


Yelena Prokofyeva, 22 anni, gioca con la figlia Yulia di sette mesi, nata con difetti cardiaci.

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Snyezhana Tertishneya, 28 accarezza il  figlio Ruslan, di  tre mesi, dopo la sua operazione per correggere gravi difetti cardiaci riscontrati alla nascita.


Rostislav Sokolov, 3 anni, in riabilitzione dopo l’operazione a cuore aperto nel reparto di chirurgia cardiaca di Kharkov (Ucraina). E’ nato con difetti cardiaci congeniti che comprendono due fori nel cuore ed una valvola difettosa.


Cardiochirurghi eseguono un intervento  a cuore aperto su  Rostislav, il 31 marzo scorso a Kharkov, Ucraina


Svetlana e Oleg Sokolov, genitori di Rostislav, consegnano il figlio ai medici che devono eseguire l’operazione al cuore.

Mentre gli studiosi non sono in grado di collegare queste patologie sanitarie al disastro del 1986, in questa regione si registrano anche alti tassi di tumori alla tiroide e malattie cardiovascolari, che colpiscono pure gli adulti.

Il professor Yuriy Bandazhevsky, che ha guidato gran parte della ricerca, vede nel Cesio-137 rilasciato dall’incidente di Chernobyl, la più grande minaccia per la popolazione di queste zone, e dice che i locali lo assorbono nei loro corpi attraverso i frutti della terra che coltivano e negli incendi che in estate bruciano il suolo contaminato delle foreste e rilasciano isotopi radioattivi in aria.
[SCOPRI CHI E’ YURIY BANDAZHEVSKY]

L’evacuazione di 50.000 persone dalla città di Prypiat (Ucraina), vicino a Chernobyl, si tenne pochi giorni dopo l’incidente. Una massiccia operazione di decontaminazione continuò nei successi sette mesi dall’incidente e coinvolse l’impiego di più di 500.000 persone, nel tentativo di bonificare le aree maggiormente colpite.

Ma, per più di due settimane dopo il disastro, l’edificio del reattore devastato continuò a far fuoriuscire massicce dosi di radioattività, mentre erano in corso i tentativi di sigillarlo.
Ucraina, Russia e Bielorussia furono i paesi più colpiti, ma l’aumento di radioattività si registrò in tutta Europa.
Nonostante l’incidente, i reattori 1, 2 e 3 vennero riattivati tra l’ottobre 1986 ed il dicembre dell’anno dopo e l’impianto atomico continuò a produrre energia fino al dicembre del 2000. [Guarda anche: Trent'anni di Chernobyl a Novozybkov (Russia)]


Bambino nato con gravi patologie viene lavato nella casa di Accoglienza per Invalidi di Vesnova (Glusk), Bielorussia.


Carer Lyena Nazardenko, volontaria per l’organizzazione Chernobyl Children International, assiste Roman, 17 anni, nel bagno.


Antonina,  17 anni,  è affetta da epilessia e microcefalia. Siede nel suo letto nella casa di Accoglienza di Vesnova (Bielorussia)  per ragazzi invalidi,  il 3 aprile 2016 


Volodja Gutsyev, 62 anni, guarda in un piccolo specchio per regolare l'apertura alla gola  della sua  tracheotomia, durante la riabilitazione da un intervento chirurgico per cancro alla laringe


Ragazzi ospiti della Casa di Accoglienza di Vesnova, affetti da microcefalia.


Uno studio del 2010, condotto da una ricercatore americano in tre province contaminate da Chernobyl, ha scoperto una drammatica correlazione tra gli alti tassi di malattie neonatali congenite e la presenza di livelli pericolosi di stronzio-90.


Karina, 5 anni, è affetta da sindrome di Dandy-Walker, una malformazione congenita neonatale del cervello. I sintomi comprendono la presenza di cranio allargato, membra deformi, disfunzionalità sulle abilità cognitive e motorie.


Sergei e Ina Chalyandinsky coccolano i loro tre figli, tra cui Liza di sei anni, affetta da sindrome di down, nel loro appartamento di Minsk.


Maria (a destra), 9 anni, nata con microcefalia – una condizione che provoca la deformazione del cranio.


Un gruppo di ragazze che vivono nella Casa di Accoglienza di Vesnova (Bielorussia). Sono in 170 a vivere nella casa per bambini affetti da patologie neonatali.


Alexander Malish, 59 anni, ex liquidatore di Chernobyl, impiegato nelle operazioni di decontaminazione, vive in un appartamento a due stanze che condivide con la moglie e la figlia Anya (a sinistra). Anya, 24 anni, soffre di una rara malattia genetica chiamata sindrome di Williams che blocca la crescita e provoca difetti cardiaci. Suo figlio Nikita, di dieci mesi, è nato con lo stesso difetto cardiaco. [I liquidatori, uomini che salvarono il mondo]


Immagine da Pripyat (Ucraina). La prima città ad essere evacuata totalmente dopo l’incidente di Chernobyl. Maschere antigas su un pavimento di una scuola elementare.


Una bambola lasciata su un letto di una scuola materna abbandonata nel villaggio evacuato di Kopachi (Ucraina)


Una cabina della ruota panoramica della città evacuata di Pripyat (Ucraina).http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=2364.0

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