sabato 7 giugno 2014

«Macché biomasse, nell’inceneritore si bruciano rifiuti speciali»

La replica dell’assessore Fondra: «è una legge nazionale che norma l’import di questi codici». E annuncia la riapertura dell’osservatorio termovalorizzatore di Pietro Gorlani «Ma quali biomasse: un terzo dei rifiuti bruciati nell’inceneritore di Brescia provengono da mezza Italia e sono in gran parte combustibili solidi secondari (cdr), molto inquinanti, bruciati nell’impianto A2A in cambio di 2,8 milioni di euro versati ogni anno al Comune. Il tutto sulle spalle dell’ambiente e della salute dei cittadini». Questo l’affondo degli ambientalisti Marino Ruzzenenti e Imma Lascialfari nei confronti dell’amministrazione comunale «rea» - a loro giudizio - di aver stilato un accordo nell’ultima autorizzazione integrata ambientale (Aia) per non aumentare l’import a Brescia di rifiuti urbani da fuori provincia ma di aver permesso lo status quo, ovvero l’arrivo di circa 260 mila tonnellate annue di rifiuti speciali. Da tutta Italia, compresi i rifiuti campani, anche se lavorati. Per questo hanno denunciato la delibera del 26 novembre scorso al comitato per la legalità e la sicurezza voluto dalla stessa amministrazione comunale. Altro affondo è sull’utilizzo del termine biomasse, giudicato del tutto fuorviante: «si utilizza da parte di un’amministrazione pubblica un linguaggio ingannevole, che spaccia per rifiuti non pericolosi rifiuti caratterizzati originariamente come pericolosi». Per Ruzzenenti la combustione di questi rifiuti speciali «comporta l’emissione di 140 tonnellate di emissioni in più all’anno, pari al traffico di 87mila automobili euro 5».

La replica di Fondra: «rifiuti speciali normati da legge nazionale»
«La affermazioni di Ruzzenenti, riportate nel suo sito internet (ambientebrescia.it, ndr) sono gravi e non corrispondono a realtà. Innanzitutto perché confonde strumentalmente le competenze del Comune di Brescia, quelle della Regione e della normativa nazionale, la quale prevede il libero traffico di rifiuti speciali su tutto il territorio italiano. Inoltre falsa il positivo ruolo dell’assessore all’Ambiente, che dopo una lunga trattativa nella definizione dell’ultima Aia è riuscito a scongiurare l’aumento dei rifiuti combusti nel termovalorizzatore, fissando la quantità totale a livelli lievemente inferiori rispetto al passato». Sulla quantità di emissioni nocive Fondra ricorda che «i forti investimenti fatti da A2A garantiscono emissioni molto al di sotto dei limiti di legge. Lo stesso sindaco di Milano Pisapia, in visita recentemente al termovalorizzatore, guardando i dati del monitoraggio in continuo si è stupito di come fossero bassi se paragonati all’impianto di Silla».
Torna l’osservatorio termovalorizzatore
«Riguardo alla trasparenza - aggiunge Fondra - ricordiamo che a giorni sarà istituito un nuovo Osservatorio sul termovalorizzatore con lo scopo di informare i cittadini in modo ancor più dettagliato. La salute dei bresciani è sempre stata la nostra priorità e non certo una merce di scambio; per questo la porta della consulta per l’ambiente resta sempre aperta a tutti». Altra replica sull’utilizzo del termine biomasse: «Terremo conto delle precisazioni di Ruzzenenti sull’utilizzo del termine biomasse, utilizzato da quando si è aperta la terza linea. Ricordo però che nei documenti ufficiali i rifiuti vengono nominati con i rispettivi codici».
© RIPRODUZIONE RISERVATA http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/14_giugno_06/macche-biomasse-nell-inceneritore-si-bruciano-rifiuti-speciali-eaee3c0a-ed94-11e3-8271-5284bdbf132d.shtml

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