venerdì 26 aprile 2013
Avellino 30 anni con una bomba di amianto addosso operai Isochimica in corteo in attesa della bonifica
AVELLINO, TRENT’ANNI
CON UNA BOMBA
D’AMIANTO ADDOSSO
GLI OPERAI DELLA ISOCHIMICA IN CORTEO: ATTENDONO
DA ANNI LA BONIFICA DI VENTIMILA QUINTALI DI ASBESTO
140 DI LORO SONO GIÀ MALATI, GLI ALTRI TREMANO
QUALE LEGGE
La Fornero ha
cancellato lo sconto
di due anni per
andare in pensione
Riaperta l’inchiesta
sulle nove morti
di Vincenzo Iurillo
Avellino
Gli operai arrivano
alla spicciolata, si
radunano alla stazione
della Ferrovia.
Hanno i volti segnati dal lavoro
usurante. Srotolano gli
striscioni per un corteo. Ma
non sono qui per celebrare la
Liberazione. Anzi, il 25 aprile
degli ex lavoratori dell’Isochi -
mica è dedicato alla lotta contro
una mancata liberazione:
quella dalle 20mila quintali di
amianto sotterrate e dai 497
blocchi di cemento e amianto
custoditi a cielo aperto nel ventre
dell’azienda chiusa nel
1988. Era una grande azienda,
l’Isochimica: adesso è solo un
cumulo di rovine dimenticate
nel cuore del Borgo Ferrovie di
Pianodardine, ad Avellino. Di
fronte a un campo di calcio, a
pochi metri dalle abitazioni
delle cooperative, a meno di
cento metri in linea d’aria da
una scuola elementare.
GLI OPERAI arrivano in piccoli
gruppi. Da Avellino, da Napoli,
da Salerno. Erano poco più che
ragazzini quando nel 1982 vennero
assunti dall’impresa di
Elio Graziano per coibentare e
scoibentare 2514 carrozze delle
FFSS, otto ore al giorno e senza
protezioni. Per poi interrarne
l’amianto a mani nude. Ora sono
uomini invecchiati troppo
presto. Raccontano storie di
malattia e di dolore. La rassegnazione
di convivere con
6.000 fibre di amianto in corpo.
“Sono pure fortunato – sostiene
Carmine - ci sono colleghi ai
quali gliene hanno trovate
8.000, 9.000. Qui siamo quasi
tutti malati di asbestosi e di
placche pleuriche. Viviamo con
una bomba ad orologeria addosso.
Non sappiamo quando,
ma sappiamo che prima o poi
esploderà”.
Il corteo si avvia lentamente e
silenziosamente verso l’Isochi -
mica. Bandiere di Rifondazione
e stemmini del M5S, gli unici
simboli politici in vista. C’è un
parlamentare di Sel, Giancarlo
Giordano. Ai bei tempi Isochimica
aveva a libro paga 330
operai e si calcola che circa 400
persone ci hanno lavorato per
un periodo di tempo sufficiente
da esporli a rischi per la salute.
Secondo le statistiche dei sindacati
locali e del comitato Ona
(Osservatorio Nazionale Antiamianto),
circa 140 ex dipendenti
hanno contratto una patologia
riconducibile all’amian -
to. Per nove di loro la bomba è
già esplosa. L’ultimo si chiamava
Luigi Maiello. E’ morto il 14
febbraio per un cancro ai polmoni.
Aveva 54 anni. La moglie
Antonietta ha partecipato alla
manifestazione: “Negli ultimi
mesi mio marito non riusciva
più a respirare. Gli avevano riconosciuto
il 16% di invalidità e
una pensione di 500 euro al mese.
Ho due figli, uno va all’uni -
versità, non abbiamo ricevuto
niente. Cosa voglio? Giustizia.
L’individuazione dei responsabili”.
La signora Marisa le stringe
la mano. E’ la vedova di Pasquale
Soricelli. Circa un anno e
mezzo fa Pasquale si è suicidato:
aveva lavorato in Isochimica
e aveva scoperto di essere malato.
Anche lui viene giustamente
calcolato tra le vittime di
questa fabbrica della morte.
IL CORTEO si ferma davanti al
cancello dell’Isochimica dove
un cartello beffardo indica una
bonifica in corso ma mai seriamente
avviata. Viene scoperta
una lapide in ricordo “delle vittime
dell’amianto e del profitto
contro l’omertà e l’indifferen -
za”. Forse questo scempio si sarebbe
fermato in tempo se Arpac,
Asl e tutti gli enti chiamati
al controllo fossero stati più rigorosi
“e sappiamo bene – so -
stiene con rabbia una signora -
come la politica abbia nominato
manager che hanno protetto
gli interessi di alcuni a scapito
della collettività”.
Ascoltando la pancia del corteo
si raccoglie un desiderio unanime:
quello di un intervento della
magistratura, che sequestri il
sito per tutelare la salute pubblica.
La cinta muraria è talmente
malconcia che violarla è
un gioco da ragazzi. Gli operatori
e i giornalisti di una tv locale
hanno mandato in onda i
filmati della loro incursione per
dimostrare quanto sia facile
toccare con mano i veleni abbandonati.
IL PROCURATORE capo di
Avellino Rosario Cantelmo,
con un solido background di
inchieste anticamorra alle spalle
e una fama di magistrato che
non guarda in faccia a nessuno,
è in carica da poche settimane e
ha già indicato nella vicenda
Isochimica “una priorità del
mio ufficio”. Il punto dell’in -
chiesta lo riassume Brigida Cesta,
referente cittadino dell’Ona
e avvocato della famiglia Maiello:
“Il fascicolo era chiuso ed è
stato riaperto nel 2009. Si procede
per omicidio colposo e
reati ambientali, è stato acquisito
anche il video tv di un operaio
che denunciava il tentativo
di truccare la sua cartella clinica
per far scomparire la relazione
con l’amianto”. La legge in questi
casi prevede due anni di abbuono
al raggiungimento della
pensione. Peccato che la riforma
Fornero di fatto li abbia cancellati.
Il segretario provinciale
di Rifondazione, Toni Della
Pia, lo ricorda amaramente:
“Sono mesi che invochiamo
una deroga per i lavoratori che
vengono fuori da esperienze simili”.
Il nascente governo Letta
li ascolterà? Il fatto quotidiano 26 aprile 2013
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