giovedì 16 giugno 2011

Pontinia e la sindrome non nel mio portafoglio

In molti tentano di “analizzare” il fenomeno Pontinia. 70% di voti (validi) a Berlusconi alle europee o in parlamento, un po' meno alle regionali, sotto la maggioranza in provincia e a livelli minimi alle comunali (20-30%). Eppure gli elettori sono sempre gli stessi. Quindi almeno il 20% di quelli che votano Berlusconi hanno votato per i referendum con grande rabbia del pdl e del suo padrone unico. Tombolillo invece prende circa il 40% alle provinciali, quasi il 70% alle comunali. Tombolillo è del pd quindi non esattamente favorevole al governo attuale. Le periferie che sostengono Tombolillo nelle comunali e le provinciali non sembrano seguire le sue indicazioni in materia di referendum. Quali le motivazioni? Acqua, energia, giustizia, ambiente? Secondo me niente di tutto questo. C'è una parte (circa il 20%) di elettori che comunque seguono le indicazioni (del pd o del pdl) a prescindere. C'è un'altra parte (circa il 10%) che vota informandosi, valutando, in base alla Politica quella vera. Il voto di coscienza ma anche il voto libero, quelle delle scelte consapevoli. Il resto è un voto opportunista. Vediamo gli altri voti, quelli fluttuanti. Berlusconi ha probabilmente suscitato la speranza di mantenere i privilegi, di pagare meno tasse, di avere una giustizia addomesticabile al proprio servizio e necessità. Quindi un voto di comodo e interesse personale. Tombolillo dopo il disastro locale della destra ha forse alimentato la speranza nella convivenza civile, quindi negli investimenti, nei progetti reali, nell'economia vera, garantendo qualunque cittadino, indipendentemente dal colore politico. Per i referendum Pontinia è sempre stata svogliata, specie nei temi ambientali e sociali. Partecipa in massa (o si astiene) quando l'indicazione precisa arriva dal Vaticano. Partecipa quando c'è convenienza. Quando ci si diverte gratis, o a costi ridotti, come durante i festeggiamenti della festa patronale di Sant'Anna. Il voto dei referendum non conta quindi nulla sulla maggioranza che tra l'altro è composta per 4/11 dall'udc l'unico partito che ha dato indicazioni per votare in favore della privatizzazione dell'acqua e della speculazione sulla stessa. Invece chi ha votato per i referendum lo ha fatto per risparmiare sulla gestione dell'acqua. Concludendo si può dire che a Pontinia non c'è sindrome Nimby. Solo la sindrome “non nel mio portafoglio”. Candidate un commerciante e viene eletto, un imprenditore e prende una barca di voti, uno speculatore e riceve centinaia di preferenze. Ecco perchè un verde o un ambientalista non è mai stato eletto.

Nessun commento: